Conferenza sulla città. Promessa non mantenuta?
La Gazzetta ricorda bene che appena qualche mese fa, a seguito di alcune diatribe interne al Partito democratico giunte fino al Consiglio comunale, il Sindaco Mismetti prometteva per ottobre una conferenza sui temi importanti per il futuro della città. Anche la Pro Foligno con il presidente Alfredo Ottaviani avanzava e ribadiva l’opportunità di “Stati Generali”, per fare il punto della situazione e “individuare attraverso una dialettica concreta e propositiva fra tutte le forze politiche, sociali ed economiche della nostra Città soluzioni appaganti e soprattutto subito eseguibili senza perdere tempo, perché la gente e soprattutto i nostri giovani non possono più aspettare”. Siamo a novembre e ci chiediamo se il Sindaco ce la farà ad onorare la promessa. Lo speriamo, convinti come siamo che sia impensabile in questo momento – per l’Umbria e per Foligno, costrette a rincorrere e a governare processi di crisi e di rapidi cambiamenti – continuare una politica chiusa entro i luoghi istituzionali o nelle segreterie di partito. Eppure ci sembra, questa, una tentazione o comunque una pratica ancora diffusa. La logica della sussidiarietà e della prossimità di poteri alla cittadinanza dovrebbe, invece, spingere l’amministrazione locale a strutturare un costume di interlocuzione stabile tra politica e società civile organizzata. Un dialogo per raccogliere preoccupazioni, critiche e speranze, ascoltando finalmente, e portandole a nuova sintesi, in un progetto che possa rilanciare la nostra città. Una città che appare oggi interrotta, quasi bloccata, come lo è il centro storico alle prese con la ripavimentazione. Con questa differenza però: che le strade e le piazze vengono rifatte, migliorate e abbellite, mentre la città perde di continuo pezzi della sua storia e della sua economia, senza che ci siano progetti chiari e condivisi per superare il rischio dell’impoverimento e del declino. C’è aria di incertezza, se non di scoramento. Si preferisce battere il pugno sul petto degli altri – dai governi nazionali o regionali alla crisi finanziaria ed economica – anziché analizzare le proprie responsabilità o studiare nuove prospettive, non effimere, per rilanciare Foligno come terza città dell’Umbria. Partecipando ad alcune manifestazioni della città, pur meritevoli di rispetto e di sostegno, non riesco a ricacciare indietro le parole del filosofo Kierkegaard, quando scrive che la barca è ormai alla deriva, perché il nocchiero è stato sostituito dal cuoco di bordo, che dal megafono si limita ad annunciare quel che si mangerà domani. La politica locale torni dunque al suo ruolo di guida di una democrazia partecipata e non navighi a vista, continuando a inseguire o ad assecondare poteri e interessi consolidati, che rappresentano più il passato che il futuro del nostro territorio. Non è più immaginabile una politica che non coinvolga la società civile, le associazioni portatrici di un’esperienza, di una cultura e di una capacità di ascolto e di conoscenza maturate sul campo e indispensabili per fronteggiare le sfide inedite che abbiamo davanti e misurarsi su obiettivi concreti e sostenibili.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI