L’orgoglio e l’affetto
La Diocesi di Foligno ha accolto nella Cattedrale di S. Feliciano, gremita come ai tempi in cui l’allora “don Peppino” predicava la domenica alle 11.00, il suo più illustre figlio, il Card. Giuseppe Betori, per la prima volta ufficialmente a Foligno da porporato. Il Vescovo Sigismondi l’ha salutato e ringraziato proprio all’inizio della liturgia e ha sottolineato che l’orgoglio di averlo membro di questa Chiesa particolare è superato solo dall’affetto che tutta la gente di Foligno dimostra per lui. Sentimenti di gratitudine e di amicizia, testimoniati dalla grande partecipazione e accoglienza, proprio nel giorno in cui, ha rimarcato il Vescovo Gualtiero, Benedetto XVI si trova a compiere una visita pastorale in Libano e le reliquie di S. Marone, da cui l’appellativo di “Chiesa Maronita” per la comunità libanese, sono conservate proprio nella nostra Cattedrale. S.Em. mons. Betori, dopo aver ringraziato a sua volta il nostro Vescovo, ha salutato i fedeli e le tante autorità intervenute alla celebrazione: «Ho di fronte un pezzo di storia di questa Città, vedo presenti gli ultimi tre sindaci che hanno amministrato Foligno». Nell’omelia il Cardinale ha ricordato che la Chiesa ha vissuto tanti momenti bui nel corso della sua storia, ma la speranza di orientarsi al bene supremo è radicata in Cristo, Capo della Chiesa, che la conduce verso la salvezza nonostante gli ostacoli che a volte, purtroppo, noi uomini frapponiamo. Un Cristo che non ha schiacciato il male, ma se l’è caricato sulle proprie spalle, indicandoci la via da intraprendere: la stessa che ha percorso Lui. A noi non resta che seguirLo, effettuare lo stesso cammino, esattamente come si seguirebbe chi, togliendo arbusti e intralci, si apre un varco nella foresta. Riferendosi alla figura di S. Pietro, il quale prima, per l’azione dello Spirito, riconosce in Gesù il figlio di Dio, poi tentenna di fronte alla rivelazione della Croce e della Risurrezione, Sua Eminenza ha evidenziato l’attualità di questo fragile atteggiamento. L’uomo di oggi è come Pietro: vorrebbe la salvezza, ma ha difficoltà a comprendere e ad accettare la Croce. E anche la Risurrezione è messa in dubbio da chi si affida alla sola ragione umana. Linguaggio semplice, metafore illuminanti, ascoltare mons. Betori riempie lo spirito di contenuti e di concretezza: andare dietro a Cristo, ha proseguito il Cardinale, significa non anteporGli il proprio tornaconto e la volontà di emergere ad ogni costo, bensì accettare docilmente il Dio che ha scelto di usare non la forza, ma l’amore. L’Arcivescovo di Firenze si è sentito in casa: non solo lo ha detto, si è percepito dalla familiarità della predicazione e dal tempo dedicato a salutare i tanti convenuti, che a vario titolo hanno voluto dimostrargli la propria vicinanza e che si sono uniti agli auguri di salute e serenità formulati dal Vescovo Sigismondi.
Pure la Gazzetta ha avuto il suo piccolo spazio in sacrestia: a Messa conclusa, mons. Betori ci ha confidato che, se non può leggerlo completamente, non si fa mai mancare una “sbirciatina” al nostro settimanale. Anche l’orgoglio di averlo come lettore è superato solo dall’affetto.
© Gazzetta di Foligno – ENRICO PRESILLA