Approvato il decreto «taglia tribunalini»
Ecco che cosa cambia per l’Umbria e per Foligno
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo che ridisegna la geografia giudiziaria italiana. A livello nazionale il provvedimento, che mira a realizzare obiettivi di contenimento della spesa pubblica e di rafforzamento dell’efficienza del sistema giudiziario, prevede la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale, la riduzione e l’accorpamento di 31 tribunali e di 31 procure, la soppressione di 667 uffici di giudici di pace. A livello locale, il decreto determina un drastico ridimensionamento degli uffici giudiziari presenti sul territorio regionale, disponendo la cancellazione del tribunale di Orvieto, la soppressione delle sedi distaccate di Città di Castello, Gubbio, Foligno, Assisi e Todi, nonché delle sedi del giudice di pace di Orvieto, Città della Pieve, Assisi, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Todi, Montefalco, Norcia, Amelia, Narni. In definitiva, dunque, in Umbria, l’amministrazione della giustizia verrà ad essere concentrata in tre città: Perugia, Terni e Spoleto, con l’aggiunta di Orvieto, che conserverà la sede del giudice di pace. Il decreto, le cui disposizioni acquisteranno efficacia decorsi 12/18 mesi (il dato è controverso) dall’entrata in vigore, prevede tuttavia che il Ministro della Giustizia possa disporre, per un periodo non superiore a cinque anni, che gli uffici giudiziari risultanti dall’accorpamento continuino ad avvalersi degli immobili impiegati dagli uffici in via di soppressione.
Quali saranno, concretamente, le ricadute della riforma sulla città di Foligno? La soppressione della sezione distaccata e dell’ufficio del giudice di pace comporteranno gravi disagi per i cittadini, i quali saranno costretti a recarsi a Spoleto, con conseguente dispendio di tempo e di denaro, non soltanto ogniqualvolta saranno chiamati a comparire dinanzi al giudice (ad esempio per assumere l’ufficio di testimone), ma anche in tutti i casi in cui dovranno svolgere attività giuridiche per l’espletamento delle quali non è necessario il patrocinio di un legale (ipotesi non rare, quali la proposizione dell’istanza di nomina dell’amministratore di sostegno). La perdita degli uffici giudiziari avrà un impatto negativo anche sul commercio cittadino, già duramente provato dalla crisi economica, se solo si considera che verranno meno i consumi e gli acquisti di coloro che attualmente si recano in centro a Foligno per ragioni connesse all’amministrazione della giustizia: non solo magistrati e avvocati, ma anche cancellieri, personale amministrativo, consulenti tecnici, semplici cittadini. Evidenti, infine, i notevoli disagi cui andranno incontro gli avvocati della città, che si vedranno costretti a reimpostare la propria attività professionale, con naturale lievitazione dei costi, che potrebbe avere ripercussioni sull’utenza. A fronte di risparmi di spesa incerti nell’ammontare (il provvedimento nulla dice sugli oneri da sostenere per il trasferimento delle migliaia di fascicoli e delle dotazioni strumentali, mentre certi appaiono i costi che gli uffici accorpanti dovranno sostenere per prendere in locazione nuovi immobili ed ampliare gli spazi a loro disposizione), si prospettano difficoltà di non poco conto per i cittadini. Forse il legislatore delegato avrebbe dovuto adoperare maggiori cautele in una materia tanto delicata, tenendo presente che i tribunali subprovinciali e le sezioni distaccate erano sorti in vista del conseguimento di un obiettivo ben preciso: avvicinare il cittadino alla giustizia, assicurando un esercizio pieno ed effettivo del diritto di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi.
© Gazzetta di Foligno – Francesca Congiunti