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Il turismo che ci manca

Foligno fatica a collocarsi nei circuiti turistici della regione. Non riesce a trarre tutti i vantaggi che le derivano dalla sua favorevole posizione geografica rispetto ai comuni limitrofi, oggi più attrezzati nell’accoglienza dei turisti, sia di massa che di qualità. Certe “vie” oramai famose – da Spello a Trevi, da Bevagna a Montefalco – suscitano un’attenzione più contagiosa su stranieri, amanti del turismo verde e della mobilità ciclabile, appassionati del patrimonio religioso e artistico della nostra terra, ricercatori di un contatto più genuino con la natura e i suoi prodotti sapientemente pubblicizzati. Foligno fatica ad entrare in sinergia con questi territori di confine. Da noi non mancano eventi enogastronomici ed iniziative di massa che assorbono risorse, energie e finanziamenti, ma sfumano poi nell’effimero o sono di breve durata. E così i molti turisti che le frequentano non sono sollecitati a fermarsi per visitare anche le bellezze naturali e artistiche, per conoscere il patrimonio religioso e culturale della nostra storia. Le feste settembrine occupano alla grande qualche giorno, ma il turismo che conta, e che ripaga, ha bisogno di tempi di soggiorno più lunghi e di offerte più modulate e durature. Foligno deve essere capace di attrarre autonomamente e non solo di accogliere en passant flussi turistici diretti altrove. Per promuovere la nostra città nei circuiti turistici nazionali, si dovrà investire su più fronti. Ad esempio, il centro storico, l’ambiente, la cultura. Dunque, una città – con le sue raccolte d’arte e le sue chiese, i suoi palazzi e suoi rioni – più fruibile e visitabile, con percorsi programmati di interesse storico. Un ambiente che dalla valle de Menotre a Colfiorito attende di essere maggiormente valorizzato, soprattutto ora che la nuova viabilità veloce della 77 potrebbe trasformare l’antica via lauretana in un percorso sperimentale per itinerari verdi e cicloturistici, passaggio di pellegrini, escursioni organizzate. Infine, la cultura, collegando vantaggiose offerte turistiche alle molteplici manifestazioni culturali che a Foligno non mancano, se bene organizzate e fatte conoscere. Senza togliere agli eventi più tradizionali, una città che voglia qualificarsi per i grandi contenuti sotto il profilo artistico e culturale dovrà attuare politiche adeguate allo scopo. Selezionare e investire non solo sul già visto e sperimentato, ma anche su progetti innovativi e capaci di competitività. Verificare quanto la spesa valga l’impresa, ovvero il grado di accoglienza e di soddisfazione dei cittadini, la ricaduta turistica, il rapporto tra risorse pubbliche e qualità dei risultati. Scegliere con più coraggio le iniziative meritevoli di sostegno, sapendo dire qualche “no” ad attività dispendiose che interessano sempre di meno, e valorizzando anche le molteplici offerte culturali che non passano per i soliti canali raccomandati . Ci sono, ad esempio, iniziative messe in campo dai giovani che attraggono e meritano di più dall’Amministrazione comunale. Infine, più attenzione alle strategie di informazione e di promozione turistica. “Foligno città della Quintana” è ancora poco.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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