Visita Pastorale Parrocchia del Sacro Cuore-Buon Pastore
Notizie storiche
Parrocchia Sacro Cuore
Nella Pasqua del 1920, il vescovo di Foligno Stefano Corbini annunciò la costruzione di una nuova Chiesa nel quartiere di viale Ancona appena sorto; nel 1927 la Chiesa venne inaugurata e servita dal parroco di S. Salvatore. Nel 1947 fu decretata la vicaria curata del S. Cuore, che fu affidata ai Sacerdoti del S. Cuore e finalmente il I febbraio 1949 nacque la parrocchia.
In anni più recenti, l’architetto folignate Franco Antonelli preparò il disegno per la costruzione di una nuova Chiesa, assai più ampia della precedente, posta al centro del nuovissimo quartiere Flaminio; si pose la prima pietra il 6 giugno 1992; la consacrazione avvenne il 4 dicembre 1999.
Il territorio della parrocchia si è via via ampliato, fino comprendere, nei primi anni novanta, gran parte della ex-parrocchia del Buon Pastore.
Nel 1985 gli abitanti di questa parrocchia erano 3800; nel 2012, trattandosi di una zona di espansione¸ sono saliti a 6300.
Questa parrocchia, affidata ai sacerdoti del S.Cuore presenti nella vicina Villa “La Quiete” dal 1941, ha avuto parroci molto laboriosi; tra di loro ricordiamo i parroci p. Tarcisio Toncini (1955-1973); p. Giustino D’Addario (1975-1988); p. Antonio Pizzonia (1988-1997). Attualmente il parroco è p. Vittorio Gagliano (1977- ) e vicario parrocchiale è p. Franco Galanti.
Nella comunità parrocchiale lavorano a servizio dei malati e degli anziani alcuni ministri straordinari della Comunione, i quali, pur essendo presenti in altre parrocchie, qui caratterizzano, in buona misura, il nucleo positivo dei fedeli. Anche vari Gruppi neocatecumenali caratterizzano questa parrocchia, ponendola, sotto questo aspetto, alla pari di comunità come quelle di S. Feliciano, S. Maria Infraportas e S. Lucia di Capitan Loreto.
L’ambiente culturale e civile di questa parrocchia è tipico di una periferia troppo celermente cresciuta; gli abitanti sono di diversa provenienza; da qui la mancanza di tradizioni uniche, un accentuato individualismo, alcuni casi di una sorprendente anomia etica.
Nei confini della parrocchia è compresa la chiesa del Buon Pastore, opera anch’essa dell’architetto Franco Antonelli; ora affidata alle Comunità neocatecumenali.
Sono da ricordare altre due chiese filiali: quella di S. Paolo al Miglio S. Paolo, di architettura settecentesca (1754), posta appunto a un miglio di distanza dalle mura della città, sull’antica via lauretana; inoltre l’oratorio di S. Arcangelo annesso alla casa di ricovero per donne anziane, aperto nel 1920 come opera di carità per volere testamentario di Annamaria Bartolomei Castori (1839-1919).
Infine si noti che la parrocchia di Colle S. Lorenzo (paese in collina, a q. 447), nata nel 1573, conservatasi fin quasi ai nostri giorni, nel 1986 fu inserita in quella del Buon Pastore. Quando poi la parrocchia del Buon Pastore, il primo ottobre 1989, pur mantenendo l’autonomia dal punto di vista civile, perse la propria indipendenza pastorale in favore soprattutto della parrocchia del S. Cuore, anche la comunità di Colle S. Lorenzo passò alle dipendenze della parrocchia del S. Cuore. La popolazione di Colle S. Lorenzo si è aggirata, lungo il secolo XX, sulle 400 persone. La fisionomia religiosa di questa comunità è stata recentemente caratterizzata anche dal ricordo di un seminarista morto giovanissimo e in odore santità: Franco Marziali (1928-1946).
Parrocchia Buon Pastore
Questa parrocchia, eretta il 30 novembre 1964, con riconoscimento civile del 9 ottobre 1965, ebbe breve vita, perse infatti la sua autonomia pastorale nel 1989. Non ha avuto il tempo di riconoscersi come parrocchia autonoma; ora la chiesa del Buon Pastore serve alle celebrazioni liturgiche dei gruppi neocatecumenali.
Questa chiesa, che negli intenti del vescovo Siro Silvestri, doveva sostituire quella piccola e settecentesca di S. Paolo al Miglio San Paolo, fu disegnata dall’architetto Franco Antonelli (1929-1994) ed è stata così descritta da Stefano Lenci: “La Chiesa del Buon Pastore nasce, nella sua organizzazione interna, su di un percorso liturgico che, svolgentesi in forma elicoide, in una struttura basata su una geometria che deriva dal triangolo equilatero, genera grandi pilastri a conchiglia, rapporti tra archi di cerchio che si intersecano, tra livelli sfalsati, tra pareti perimetrali cilindriche, concave e convesse, con particolare studio circa l’incidenza della luce… È anche molto importante notare che la Chiesa del Buon Pastore rappresenta una delle prime applicazioni nel campo dell’architettura, che venivano svolte in Italia della nuova Liturgia scaturita dal Concilio Vaticano II. Liturgia della quale Franco era stato attento studioso”.
La relazione tecnica attinente al progetto di questa chiesa, firmato dall’architetto Antonelli, dallo scultore Umbro Battaglini e dal vescovo Siro Silvestri porta la data dell’ottobre 1970.
I lavori si protrassero per otto anni, dal 1976 al 1984 (19 marzo).
Questa parrocchia contava, nel 1985, 860 abitanti.
Nel 1986 la parrocchia del Buon Pastore assorbì anche le parrocchie soppresse di S. Paolo (al Miglio S. Paolo) e quella di S. Lorenzo in Colle San Lorenzo.
Ma il primo ottobre 1989 finì l’indipendenza pastorale di questa composita comunità, la quale entrò a far parte, quasi interamente, della parrocchia del Sacro Cuore e, limitatamente, delle parrocchie di Vescia e di Pale.
Questa comunità fu affidata, in un primo tempo, ai Sacerdoti del Sacro Cuore (dehoniani), nella persona del p. Giuseppe Gabriele Ravasio, il quale però morì in un incidente stradale il 10 dicembre 1972; poi fu affidata ai padri cappuccini del convento “S. Francesco” situato sulla collina adiacente, convento ricco di eminenti memorie spirituali; ma anche questo affidamento ebbe breve vita e non ebbe tempo di rassodarsi; p. Placido Campanella (1916-2006) fu il primo e l’ultimo cappuccino parroco di questa parrocchia.
DANTE CESARINI
La realtà attuale
Con il Parroco, padre Vittorio Gagliano, della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Padri Dehoniani), collaborano il Vicario parrocchiale padre Franco Galanti, della stessa Congregazione – prima di lui c’era il dehoniano padre Tonino Camaioni -, i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, quelli del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, i catechisti – “dodici per l’Iniziazione cristiana, uno per il Matrimonio e le giovani coppie, cinque per i ragazzi del dopo-Cresima” -, gli operatori della Caritas Parrocchiale, gli animatori musicali – organista e chitarrista – e i Ministri straordinari della Comunione: Andrea Carducci, Franco Pinca, Antonio Maracchia, Angelo Mariucci e Massimo Specchio.
Riportiamo di seguito alcune delle risposte al questionario della Prima Visita Pastorale di Sua Eccellenza Monsignor Gualtiero Sigismondi.
Nella Parte terza, all’inizio, si dichiara: “Non abbiamo ancora una visibilità e conoscenza di persone con fede diversa, in quanto queste sono radicate nella zona solo da poco tempo”; alla domanda: “Quali iniziative pastorali sono state avviate nell’ultimo triennio come risposta specifica alla necessità della nuova evangelizzazione?”, si risponde: “L’evangelizzazione con i genitori dei bambini, che si preparano alla Prima Comunione e alla Cresima, che, però, partecipano in pochi all’Eucaristia domenicale. Un’altra iniziativa pastorale sono i Centri di ascolto organizzati durante l’Avvento e la Quaresima; anche questi, però, hanno scarso riscontro”.
Sulla catechesi dei fanciulli si scrive che gli incontri si svolgono ogni quindici giorni per i vari gruppi “Betlemme (6-7 anni), Nazaret (7-8 anni), Cafarnao (8-9 anni), Gerusalemme (9-10 anni), Emmaus (10-11 anni), Antiochia (11-13 anni). […] La catechesi inizia in Cappella con una preghiera comune”; seguono incontri distinti per i genitori e per i figli.
Riguardo agli adolescenti si fa presente: “Dopo la Cresima con molta difficoltà solo alcuni ragazzi si inseriscono come animatori nell’Oratorio, nel Coro o come Lettori”; fra di loro c’è chi è entrato nello Scautismo, o nel Cammino Neocatecumenale.
Per i giovani gli incontri si svolgono “Una volta alla settimana e sono tenuti da due coppie di sposi Neocatecumeni sulla Parola di Dio”.
Questa è la risposta alla domanda relativa al Sinodo Diocesano dei Giovani: “Ha partecipato un piccolo gruppo di ragazzi, ma, subito dopo, è stata riportata l’esperienza all’interno della parrocchia, approfondendo così l’argomento sulla famiglia, ma con scarsa partecipazione”.
Una nota sull’Oratorio: “da circa dieci anni coinvolge mediamente quindici animatori, tra adulti e ragazzi, mentre i partecipanti sono in media sessanta, dai cinque ai dodici anni”, e un’altra sullo strumento di comunicazione con i fedeli della parrocchia: “Più volte è stata provata la pubblicazione di un giornalino, ma ciò ha avuto una scarsa risposta di interesse”.
Nella Parte quarta del questionario vengono fornite, fra l’altro, queste informazioni: i genitori vengono preparati alla celebrazione del Battesimo dei loro figli con tre incontri, insieme ai padrini; vengono coinvolti nel cammino di preparazione alla Messa della Prima Comunione “sia durante gli incontri di catechesi, sia durante le celebrazioni insieme ai ragazzi, come in quella del Sacramento della Penitenza”; la Cresima si celebrava, “fino a due anni fa, all’inizio del primo anno dell’Istituto Superiore, ora, all’inizio della Terza Media, per dare una continuità di vita comunitaria”; la celebrazione comunitaria dell’Unzione degli Infermi si tiene in occasione della Festa del Sacro Cuore; la Veglia Pasquale “è molto sentita e anche ben preparata dai Neocatecumeni”; il numero di coloro che collaborano nelle celebrazioni liturgiche è sufficiente; l’Adorazione prolungata davanti al Santissimo Sacramento si tiene “ogni venerdì, e più intensiva il Primo Venerdì di ogni mese”; infine: “nei periodi forti dell’Avvento e della Quaresima la Chiesa rimane aperta, sia la mattina che il pomeriggio, con un orario ben preciso”.
Dalla Parte quinta del questionario si apprende che i membri del Consiglio pastorale parrocchiale – esso “anima, cerca, propone, organizza le varie attività pastorali della parrocchia” -, sono scelti dal Parroco, e che in parrocchia c’è il gruppo del Cammino Neocatecumenale, e un altro gruppo formato da coloro che si incontrano per riflettere insieme sul Vangelo secondo Marco.
Queste sono le proposte, per rendere più significativi e fruttuosi i rapporti del Vescovo con i Presbiteri: “Un migliore e reciproco ascolto, una maggiore presenza ai ritiri e una migliore attenzione allo spirito di comunione”; sui rapporti tra Diaconi e Presbiteri si riconosce che “Oggi sicuramente c’è una migliore comprensione, rispetto a ieri”.
I mezzi di comunicazione della Diocesi – Gazzetta di Foligno, Radio Gente Umbra e Sito Internet – vengono giudicati soddisfacenti; riguardo agli Uffici pastorali diocesani, si annota che sono “efficienti, ma servirebbe un maggiore coordinamento”; “Essenziale” viene definita la funzione animatrice del Consiglio presbiterale, e “Buona” quella del Consiglio pastorale, soprattutto per la continua attenzione del Vescovo sul modo, in cui “diffondere sempre più il Vangelo”.
Nell’ultima Parte del questionario, a proposito della Caritas parrocchiale, si dice che svolge il suo servizio “con offerte di cibo e di denaro”.
Circa il rapporto con gli immigrati, si sottolinea: “Nella Parrocchia esiste una discreta accoglienza, la quale, però, si risolve solo nella distribuzione di cibo e denaro”; per educare i fedeli all’accoglienza, “c’è una forte sensibilizzazione durante l’omelia”.
In merito, infine, alle iniziative messe in atto per affrontare in parrocchia il problema del disagio giovanile, si scrive che si sono messi in atto “solo alcuni incontri con le famiglie, senza nessuna collaborazione esterna”.
SERGIO ANDREOLI