Foligno in festa per la scienza
La seconda edizione di Festa di Scienza e di Filosofia merita tutta l’attenzione e la partecipazione della città. Molto ricco il programma e tutti autorevoli i quaranta ospiti chiamati a vivacizzare un dibattito di cui c’è urgente bisogno. Quest’anno è soprattutto il titolo Scienza, Ricerca, Sviluppo a sollecitare maggiore interesse. Piace l’idea che il pensiero scientifico diventi sempre più metodo e strumento di formazione per tentare di risolvere in positivo le difficoltà e i problemi del momento. La certezza dei vecchi positivisti – conoscere per prevedere, prevedere per agire – ha mostrato delle crepe o qualche ingenuità di troppo, ma oggi, per superare il senso di sgomento e di impotenza verso un futuro sempre più aggrovigliato, non si vedono alternative ad un serio progetto culturale che, ampliando la partecipazione e l’attenzione per il metodo scientifico, favorisca il convergere costruttivo delle molte energie in campo. C’è da far riemergere una coscienza razionale e morale in grado di favorire l’analisi degli squilibri e le contraddizioni della nostra società e, insieme, una fiducia nella scienza e nella tecnica per individuare e risolvere i problemi. Certo, non tutte le applicazioni della scienza sono di per sé destinate a migliorare la condizione dell’uomo. Le stesse utilizzazioni pacifiche dell’energia nucleare si sono mostrate suscettibili di provocare terribili disastri di lunga durata. Le tecnologie più recenti, dall’ingegneria genetica alle biotecnologie, non fugano tutti i timori circa i pericoli, reali o possibili, di una loro incontrollabile applicazione alle specie viventi e all’uomo medesimo, per non parlare delle possibili conseguenze future non controllabili e per ora difficilmente prevedibili. Anche il diffondersi delle tecnologie industriali può produrre effetti di contaminazione ambientale, alterazione dell’ecosistema, sfruttamento massiccio di risorse materiali ed energetiche non rinnovabili, che in un futuro potrebbero compromettere seriamente le condizioni della vita. Insomma, l’uso di mezzi razionali per fini irrazionali, che il ‘900 ha sperimentato nei suoi eventi più tragici, non appare del tutto scongiurato. Non si tratta di diffondere una sensazione di minaccia, addirittura di paura irrazionale del progresso scientifico. Al contrario, si è convinti che un approccio specifico ai problemi del nostro tempo è possibile solo con il recupero di una forte coscienza scientifica in grado di dirci ciò che è realizzabile e ciò che non lo è e di una forte coscienza etica che aiuti ad individuare i programmi da realizzare e quelli da scartare. Da sempre nella scienza confluiscono sia il desiderio di conoscere e comprendere la realtà, sia la volontà dell’uomo di dominare e utilizzare a proprio vantaggio le risorse della natura. E proprio per questo suo complesso rapporto con la tecnica, la scienza deve superare la tentazione di trasformarsi in alleata del potere. La scienza e la tecnica sono buone e devono essere libere, cioè responsabili. Responsabili di fronte alle contraddizioni e alle sofferenze dell’oggi. E a servizio del futuro dell’umanità tutta.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI