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Pietro Pizzoni: diari di guerra e prigionia

Un grande successo di pubblico mercoledì 25 aprile ha accompagnato la presentazione del volume “Pietro Pizzoni – Diari di guerra e di prigionia – settembre 1943, luglio 1945”, a cura di Attilio Turrioni. Non si poteva scegliere giornata migliore del 25 aprile, festa della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista, per presentare i diari dell’ing. Pietro Pizzoni (1921-1980), prigioniero dei Tedeschi e internato nei lager di Küstrin, Przemyśl, Wietzendorf. La presentazione del volume, edito da Edizioni Orfini Numeister, è avvenuta presso l’Auditorium San Domenico alla presenza di un foltissimo e partecipe pubblico. La manifestazione si è aperta con il saluto della presidente dell’associazione Orfini Numeister, Rita Fanelli Marini, e del sindaco Nando Mismetti che ha sottolineato l’importanza di far rivivere i “grandi valori” in questo difficile momento di crisi. Ha fatto seguito la testimonianza di Manlio Marini, che ha ripercorso le tappe principali della stagione scolastica e politica di Pietro Pizzoni, esaltandone le virtù morali e le capacità professionali. Un’interessante introduzione sul volume è stata resa dal suo autore, il professor Attilio Turrioni, che ha lavorato con cura e perizia sui manoscritti, due piccoli taccuini scritti e gelosamente custoditi da Pietro Pizzoni, nati nel periodo della sua prigionia, tra il settembre 1943 e il luglio 1945. Il prof. Turrioni ha spiegato le motivazioni della pubblicazione dei diari. Il primo motivo, di carattere personale, è collegato alla memoria di Olga Lucchi, e del suo ultimo libro “Li presero ovunque – Storie di deportati umbri”; il prof. Turrioni infatti afferma che i diari sono “la continuazione, un arricchimento del lavoro iniziato da Olga”. La seconda motivazione riguarda il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, “la pubblicazione nasce – dice Turrioni – per dare un contributo a questo evento fondamentale per la nostra storia”. Un’accurata presentazione del volume è stata offerta in seguito dalla professoressa Luciana Brunelli, che ha ricordato l’importanza della scrittura per Pietro Pizzoni; “un mezzo tramite il quale – sostiene la prof.ssa Brunelli – ritrovare la propria identità, consegnando anche qualcosa al futuro”. In conclusione, i saluti di Maria Alcestina Pizzoni, figlia di Pietro, che ha espresso personalmente il ringraziamento da parte di tutta la famiglia, ricordando che questo documento contiene una grande lezione sul valore della vita e della dignità umana, preziosa per le generazioni successive. Al termine degli interventi, ha avuto luogo il concerto della Filarmonica di Belfiore, diretta dal maestro Marco Pontini, che ha eseguito vari brani suggestivi collegati al tema della Liberazione.

© Gazzetta di Foligno – FRANCESCA FELICETTI

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