Visita Pastorale nella Parrocchia di S. Maria in Campis
È sabato. Il viceparroco entra un po’ perplesso nel Salone ISAIA della Parrocchia. Il Vescovo deve incontrare i genitori dei bambini del catechismo, ma nel salone sembra non esserci nessuno. Invece le sedie sono quasi tutte occupate, ma il silenzio regna irreale. I genitori hanno intorno ai quaranta anni e vivono la vita della Chiesa senza eccessiva partecipazione. Forse è la prima volta che assistono ad una visita pastorale. Il loro silenzio è probabilmente l’immagine più evidente di quanto la visita pastorale ha lasciato alle comunità di S. Maria in Campis e Carpello. Il silenzio è il segno dell’attesa. L’attesa che la vita abbia un significato più grande di quanto ciascuno possa costruire con le proprie mani; l’attesa di Gesù. Un’attesa che la quotidianità della vita tende a farci dimenticare e che la visita del Vescovo ha risvegliato, anche nei più distratti.
Il “risveglio dell’attesa” è iniziato il pomeriggio del 20 marzo, quando la comunità ha accolto il suo Pastore nel piazzale della parrocchia per poi celebrare insieme il Vespro. In serata mons. Sigismondi ha incontrato i membri del Consiglio pastorale e degli affari economici. Con loro ha sottolineato l’importanza dell’unità e della comunione tra tutte le componenti della comunità parrocchiale, senza la quale le varie attività corrono il rischio di essere vivaci, ma prive vita. Ha poi indicato alcuni compiti su cui concentrare gli sforzi comuni: la sfida dell’evangelizzazione, la pastorale familiare presupposto di ogni pastorale giovanile, il gruppo liturgico, la formazione dei catechisti e l’apertura verso i nuovi gruppi ecclesiali.
Nei giorni seguenti il filo conduttore delle giornate è stato l’attenzione per gli ammalati e gli anziani. Il parroco ha accompagnato mons. Sigismondi nelle abitazioni di alcuni ammalati della parrocchia e presso gli anziani del “Progetto ISAIA”, che da alcuni anni cerca di valorizzare la creatività e il desiderio di socialità dei “nonni” della nostra comunità.
Giovedì la visita pastorale si è spostata presso la comunità di Carpello, dove il Vescovo ha celebrato la Messa. Tutte le realtà presenti in parrocchia hanno avuto l’opportunità di incontrare e confrontarsi con il Pastore della diocesi: gli operatori della Caritas, che a Santa Maria in Campis si occupano del magazzino-vestiario diocesano; i componenti dell’Azione Cattolica, presenza storica della parrocchia a cui sono affidati i gruppi del catechismo e della pastorale giovanile; i cori che animano le celebrazioni liturgiche; i ministri straordinari dell’Eucarestia; i movimenti a cui la comunità offre ospitalità (neocatecumenali e CL).
Anche i piccoli della nostra comunità si sono lasciati investire dallo stupore che la presenza del Vescovo ha portato, infatti nell’incontro di catechismo, precedente la celebrazione eucaristica, lo hanno tempestato di domande soprattutto sulla sua vocazione sacerdotale.
La visita pastorale si è conclusa con la celebrazione domenicale in cui mons. Sigismondi ha consegnato alla parrocchia una lettera carica di affetto e sfide per il futuro.
© Gazzetta di Foligno – MAURO PESCETELLI
Notizie storiche
La chiesa di S. Maria in Campis fu la prima basilica costruita nella diocesi di Foligno, probabilmente intorno al secolo V. Nel 1138 fu ricordata col nome di S. Maria de Fulginea, successivamente, nel 1188, col nome di S. Maria in Campis. Ebbe anche il titolo di S. Maria Maggiore, essendo stata riconosciuta chiesa-madre.
Nel 1373 il vescovo di Foligno l’affidò ai monaci cistercensi del Corpo di Cristo; poi nel 1582 fu affidata ai monaci benedettini olivetani, che rimasero nel monastero annesso alla chiesa fino al 1810. Successivamente questa parrocchia tornò al clero diocesano per quasi un secolo, fino al 1903, quando tornarono per ottant’anni i monaci olivetani. Questa nuova presenza monastica, abbastanza breve (1903-1983), si dovette alle sollecitazioni di mons. Michele Faloci Pulignani. Tra i parroci olivetani, va particolarmente ricordato Don Domenico Schenardi (1951-1971) il quale compì nella chiesa molte opere di restauro e di abbellimento; per esempio liberò la cappella di S. Marta costruendo un nuovo campanile, riportò alla luce alcune belle pitture di Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, commissionò al pittore Lino Dinetto di Treviso nuovi affreschi in una parete del chiostro, con storie della vita del beato Bernardo Tolomei, fondatore dell’Ordine olivetano, ecc..Purtroppo le tre navate della chiesa sono rimaste ineguali a causa di un’imperfetta ricostruzione dopo il terremoto del 1832.
I lavori edilizi e di abbellimento non impedirono a Don Schenardi di tenere frequenti contatti pastorali con le famiglie della parrocchia e di mantenere viva una devozione tipica di questa comunità verso Santa Maria Bambina. Anche la chiesa di S. Apollinare in Carpello, situata dentro i confini della parrocchia, ebbe il suo restauro e il suo abbellimento.
Nel 1983 la parrocchia fu affidata ai francescani minori del vicino e storico convento di S. Bartolomeo, i quali vi rimasero fino al 2002, quando vennero sostituiti dai religiosi vocazionisti, fondati nel Napoletano dal beato Don Giustino Russolillo. Primo parroco vocazionista è stato p. Enrico Monfrecola; dal 2009 è parroco p. Mario Maiorano, ora coadiuvato dal vicario parrocchiale p. Decio Tucci.
Questa parrocchia, nei primi anni del secondo decennio del Novecento, contava appena 255 anime; nel 1940 salì a 430; nel 1985, trattandosi di una zona di espansione, raggiunse i 3.000 abitanti; nel 2010 ne conta un po’ meno, tra 2800 e 3000, a causa della erezione della parrocchia viciniore di S. Giuseppe Artigiano.
La fisionomia della comunità parrocchiale non è facilmente distinguibile dalle altre a causa del vicino cimitero cittadino; infatti molti fedeli di diversa provenienza vengono ad onorare le tombe dei loro cari e intervengono alle liturgie parrocchiali, rendendo meno evidente l’unità di questa comunità. Ma la particolare cura per il catechismo offerto alle giovani generazioni presenti in parrocchia fa bene sperare per il futuro.
DANTE CESARINI
La realtà attuale
Con il parroco p. Mario Rosario Maiorano, della Societá Divine Vocazioni, collaborano il vicario parrocchiale p. Decio Lorenzo Tucci, i membri del Consiglio Pastorale, quelli del Consiglio AA. EE., una quindicina di catechisti “[…] distribuiti tra bambini, adolescenti, giovani e in parte un gruppo di adulti”, gli operatori della Caritas P., il Coro dei giovani – con il direttore e l’organista-tastierista –, un secondo Coro – generalmente con l’organista -, i lettori e i ministri straordinari della Comunione: Peca Gilda Serano, Moretti Clara, Bellucci Laura Meloni, Villa Ileana Longo.
Riportiamo di seguito alcune risposte al questionario della Prima Visita Pastorale di Mons. Gualtiero Sigismondi.
Nella sezione dedicata all’annuncio del Vangelo, si scrive, fra l’altro: “L’A.C.I. offre un’ottima collaborazione nella catechesi dei bambini come in quella degli adolescenti e dei giovani; così pure a livello di adulti, ci si incontra settimanalmente nell’ascolto e nel commento della Parola di Dio della Domenica seguente”; sul tema della preevangelizzazione si fa presente: “Nella nostra parrocchia abbiamo molte famiglie musulmane ed alcune ortodosse. C’è un dialogo, soprattutto attraverso la Caritas, in vista di una possibile collaborazione. Molti sono comunque gli indifferenti […]. I musulmani sono quelli che maggiormente si avvicinano per i loro bisogni primari, a causa della crisi economica”.
In riferimento alla liturgia, si afferma: “La vita liturgica, in modo particolare la Celebrazione Eucaristica, è molto partecipata, soprattutto la Domenica, ‘Giorno del Signore’. Le due più frequentate sono accompagnate da canti e preghiere e con gestualità, che richiamano l’essere comunità”; “[…] ottima la celebrazione in cui sono presenti i bambini, che riescono a coinvolgere attivamente gli adulti […]”.
Nella parte del questionario, che si apre con l’interrogativo “Come siamo Chiesa?”, a proposito del Consiglio Pastorale, si legge: “[…] esiste da moltissimi anni. Viene costituito dalla scelta consigliata dai fedeli e da quella del Parroco. Si riunisce periodocamente, almeno quattro volte all’anno. Partecipa alle attività della parrocchia, nell’ambito della liturgia, della carità e della comunicazione. I verbali vengono stilati – ultimamente scritti al computer -, e conservati”; dell’Azione Cattolica, fra l’altro, padre Mario dice: “È un gruppo ben nutrito. Reputo che gli iscritti, tra bambini e adulti, siamo più di settanta”.
Riguardo alla testimonianza della carità, informa che in Parrocchia è in atto “Il progetto ‘Isaia’ per la socializzazione e la valorizzazione degli anziani soli della parrocchia e del territorio cittadino e diocesano”; precisa, infine: “Gli immigrati che ci frequentano sono veramente tanti, in modo particolare per la distribuzione di vestiario e biancheria varia. Sono accolti senza alcun pregiudizio e si tende alla loro integrazione”.
SERGIO ANDREOLI