Il risveglio della primavera nei Carmina Burana di Orff
“O fortuna, velut luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis”. Con il famosissimo coro di apertura, inneggiante al mutevole volto della sorte, è iniziata la splendida serata che ha visto domenica 1 aprile l’esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff all’Auditorium San Domenico di Foligno. Premiato dalla grande presenza di pubblico, il terzo appuntamento del progetto “Suoni, colori, parole” degli Amici della Musica di Foligno ha visto esibirsi ben 75 voci provenienti dai cori “Città di Camerano”, “Città di Tolentino”, Corale “Angelico Rosati” diretti dal M° Angelo Biancamano, 5 percussionisti della “Cincopercussion Ensemble”, 3 solisti (Tiziana Guaglianone soprano, Vincenzo Di Donato tenore, Maurizio Leoni baritono) e 2 pianisti (Sebastiano Brusco e, per l’occasione, Marco Scolastra, direttore artistico dell’Associazione), per un organico totale di ben 85 artisti, diretti dal maestro Aldo Cicconofri. Capolavoro del primo Novecento, i notissimi Carmina Burana hanno conosciuto un successo straordinario fin dalla prima esecuzione a Francoforte nel 1937. All’origine di tanta fortuna il Burana Codex, rinvenuto in un’abbazia benedettina a una trentina di chilometri da Monaco – Burana, in un misto di latino e tedesco medievale, nasconde la radice dell’attuale Bayern, Baviera -; conteneva più di 1000 canzoni di carattere religioso e profano. Tra questi Orff scelse e musicò 24 poemetti, veri e propri inni al risveglio della primavera, alla gioia dell’amore fisico, e all’euforia dell’ebbrezza e della convivialità. Visto l’enorme successo, Orff stesso ne realizzò la versione qui eseguita per due pianoforti e percussioni, che nella dimensione intima dell’esecuzione ne esaltano la componente ritmica nell’alternanza di brani melodici e sonorità apocalittiche e tribali. L’opera, parte del trittico teatrale di Orff Trionfi, ha una struttura ciclica con l’invocazione alla Dea Fortuna in apertura e chiusura come a raffigurare la sorte in una ruota che gira; il componimento poi si divide in tre parti, che celebrano rispettivamente la bellezza della primavera, la spensieratezza goliardica e la passione dei giochi amorosi. Con le loro coinvolgenti sonorità, i Carmina Burana hanno visto negli anni molte citazioni cinematografiche e rappresentano ancora oggi uno dei migliori esempi di fusione tra i versi poetici del medioevo e la musica del ‘900. www.amicimusicafoligno.it
Laura Aleandri