se mi ami parlami

“Se mi ami … parlami!”

Il dialogo: necessità e faticosa ricerca

All’ombra del colonnato di San Pietro, nella Sala Santo Spirito gremita di amici di ogni parte d’Italia, il 3 marzo si è tenuta la presentazione del libro “Se mi ami…parlami!” di M. Cristina Zenobi, edito dal Gruppo Albatros. Interessanti gli interventi guidati dall’abile autrice che, particolarmente partecipe ed emozionata, ha ricordato a grandi linee le tappe salienti della stesura dell’opera, i motivi ispiratori, i dubbi sull’utilità di un ulteriore scritto sull’“amore e sulla parola”, ma anche le convincenti sollecitazioni di alcuni amici… Finalmente il testo ha visto la luce e merita di essere letto. I motivi li ha ben messi in evidenza nella sua illuminante presentazione il critico letterario prof. Arnaldo Colasanti, che ha esordito con un famoso aneddoto: Renoir, malato, con le dita ormai deformate per l’artrite, stava dipingendo il suo capolavoro: “Le bagnanti”. Il giovane allievo, Matisse, gli disse: “Maestro, perché continuare a farsi così del male?”. Il pittore rispose: “Lascia stare, il dolore passa, la bellezza resta”. Anche Maria Cristina, raccontando i momenti dolorosi della sua esistenza, le difficoltà, le incomprensioni, le paure…, ha saputo guardare oltre, offrendoci la sua personale esperienza con solarità e semplicità. La sofferenza passa… Al di là della siepe non ci ha lasciato il baratro del nulla, ma la luce che illumina l’esistenza, la bellezza della vita dopo la caduta, il risorgere delle speranze dopo gli insuccessi. In ciascuno, però, ci sia “l’amore dentro”, quell’amore che ti permette di sognare un mondo più grande di quello dei nostri piccoli pensieri, che ti dona l’incontro con l’altro, che ti fa superare le paure. L’autrice ha scoperto che il vero grande dono agli altri è ciò che ami: “Solo ciò che ami è l’eredità che tu puoi lasciare ai tuoi figli, al tuo uomo, agli altri”. È l’amore che anima la vita e l’amore si manifesta anche attraverso la parola.
A tal proposito il prof. Colasanti cita un pensiero di Henry Potter: “Ricordati, il più grande potere che hanno gli esseri umani è la parola, perché la parola ci fa sognare, la parola ci fa credere, la parola ci rende anime che crescono”. La parola serve a comunicare il desiderio, l’entusiasmo, la gioia, il dolore, i sogni appassiti, il ti amo e il non ti amo.
Da ambedue le parti si impone, però, la disponibilità all’ascolto.
Il “…parlami!”, inoltre, implica un rischio. Con la parola, sottolinea l’autrice, ti relazioni con gli altri, cercando di dimenticare “collera, rabbia…”, per “trovare la dolcezza nella risposta ad una provocazione” e per scoprire l’amore quando soffia il vento della gelosia. È vero, allora, quanto afferma Anna Graziani, moglie del noto cantautore Ivan Graziani: “Fa male quello che scrivi, M. Cristina…fa male a chi è distratto, fa male a chi dà per scontato che l’amore c’è, fa male a chi pretende di essere capito con uno sguardo, fa male a me…”.
Puntuale la precisazione del Dott. Filippo Gasparro (il quale si occupa di comunicazione in Siae…), che, mettendo in evidenza l’aspetto tipico della comunicazione, la trasmissione del messaggio, avrebbe sottotitolato l’opera “Se mi ami…ascoltami!”, soprattutto quando la comunicazione investe la logica dei sentimenti, la vita intima delle persone, le scelte…
Durante la presentazione valido supporto è stato dato dalla prof.ssa Raffaella Albanese, docente universitaria di Sociologia delle Emozioni alla Link Campus University of Malta.
È lei che ha curato la Prefazione del libro “Se mi ami…Parlami”; più volte ha ribadito la necessità “di fare qualcosa per non lasciar cadere nel vuoto significati o emozioni che oggi, troppo spesso, vengono sottovalutati” ed ha sottolineato come M. Cristina si caratterizzi “per la padronanza dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, che non nasconde anche quando diventano oggetto di dolore”. Gli interventi sono stati arricchiti dalla lettura di passi dell’opera per dimostrare ancora di più la validità e l’attualità del messaggio.
Si potrebbe dire: “Se mi ami…parlami!” è l’amico che ti prende per mano con delicatezza e riservatezza per offrirti quello in cui crede, che ti invita a superare i falsi pudori, che ti spinge a rivedere te stesso “alla luce di una ritrovata e rinnovata consapevolezza”.

© Gazzetta di Foligno – ANGELO FIORELLI

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