La persona è più importante del curriculum
Uno dei seminari in preparazione del convegno “Giovani e Lavoro” si svolgerà venerdì 9 marzo presso lo stabilimento folignate della Lechler SpA, più nota, nel nostro territorio, con il nome commerciale di una delle sue linee di vernici “Chreon”. Abbiamo chiesto al direttore dello stabilimento, Guido Strati, di raccontarci il suo punto di vista sul tema del convegno.
Mi capita spesso di incontrare dei giovani, soprattutto quando facciamo colloqui di lavoro o ospitiamo gli studenti in visita. A questi ultimi dico sempre: “Fate quello che vi piace”. Perseguire negli studi una propria passione fa diventare costruttivi e forma come persone. Avere la soddisfazione in quello che si fa favorisce il sorgere di una positività nell’affrontare tutta la realtà. E questa positività è un atteggiamento che poi si impara a scoprire in tutti gli ambiti della vita.
Però, soprattutto oggi, non è semplice trovare il lavoro ideale.
È vero. Ricercare un lavoro che corrisponda alle proprie aspirazioni e ai propri studi è una posizione sana, ma non sempre questo è possibile. Perciò è importante aver costruito, nel proprio percorso di formazione, non solo una professionalità ma anche una salda identità personale. La riuscita nel lavoro non dipende solo dal fatto che è quello che desideravamo. Parlo per esperienza personale. Io sono laureato in agraria; ho affrontato i miei studi con grande passione e farei di nuovo quella scelta, poi le circostanze mi hanno portato a lavorare in un settore completamente diverso. Sono soddisfatto perché l’orizzonte della vita è molto più ampio del lavoro che svolgi e qualsiasi lavoro ti aiuta a costruire la vita, a realizzare i tuoi progetti.
Che cosa nota dei giovani che vengono ai vostri colloqui di lavoro?
Tanti giovani si presentano ai colloqui timorosi e spenti. Danno l’impressione di aver paura. Invece le aziende sono alla ricerca di persone intraprendenti. A me pare che manchi spesso la fiducia nelle proprie capacità e la convinzione di poter portare, nel breve o nel lungo periodo, un proprio contributo originale al benessere della nostra società.
Come si può imparare questa fiducia?
Le cose non accadano a prescindere dall’impegno personale. Quando si è nell’età della formazione non è importante solo la costruzione di capacità tecniche, che diventano velocemente obsolete, ma è fondamentale costruire la propria personalità: saper guardare con positività alle sfide della realtà, sapersi assumere delle responsabilità, sapersi relazionare. Quando facciamo colloqui di lavoro con dei giovani non guardiamo tanto alle competenze tecniche, quelle le impareranno strada facendo. La prima valutazione è sulla persona in quanto tale.
Queste cose però non si insegnano in nessuna scuola.
Sono frutto di una cultura che si costruisce negli ambienti dove si viene educati a dei valori e si cresce, in primo luogo la famiglia. E vi assicuro che non sto usando frasi di circostanza. Sono questi valori che rendono più efficiente anche il proprio rapporto col mondo del lavoro. Anche perché il posto di lavoro, all’inizio, può essere vissuto come un miraggio, poi però, quando diventa routine quello che permette di viverlo con dignità e costruttività sono proprio i valori della persona.
Che cosa consiglia ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro in questo periodo di crisi?
I nostri vecchi dicevano che per lavorare bisogna avere voglia, questa cosa rimane vera. Non ci si può far spaventare dalla fatica, anche della ricerca del posto di lavoro. Proprio perché oggi le opportunità sono più rare di un tempo non ci può sedere ad aspettare che il lavoro ci piombi addosso. Occorre darsi da fare, magari proponendosi per fare degli stage. L’importante, all’inizio, è cominciare da qualche parte, senza la preoccupazione del lavoro ideale. In questo senso anche la crisi che stiamo vivendo può diventare per i giovani una opportunità per mettersi in gioco in prima persona ed essere creativi.
© Gazzetta di Foligno – MAURO PESCETELLI