La ricetta per crescere: innovazione e sinergia
La storia imprenditoriale e i progetti per il futuro di Renato Cesca
Crisi è un termine che ascoltiamo in ogni discorso e sempre più persone cominciano ad avvertirne gli effetti. Forse però non tutti sanno che la sua origine è legata al verbo greco “krinein” che vuol dire “giudicare”. È un momento che ci giudica, a volte impietosamente, e ci costringe a fare delle scelte, a scegliere ciò che per noi vale e ciò di cui invece si può fare a meno. È però anche un momento da “giudicare”, per non rimanere disarmati e fragili di fronte agli eventi. Ci facciamo aiutare da Renato Cesca, uno dei protagonisti dell’economia e dell’associazionismo folignate. Guida l’azienda che ha fondato la NCM SpA, e ricopre numerose cariche tra le quali quella di presidente della CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Provinciale di Perugia e del Polo Aerospaziale Umbro.
Ci accoglie nella sede della NCM dove, all’ingresso, un video mostra i principali prodotti dell’azienda e alcuni grafici che mostrano la crescita del fatturato negli ultimi 10 anni. Partiamo da qui.
Ci presenta la realtà della NCM oggi?
È nata nel 1988, quando, dopo 16 anni come impiegato, ho deciso di mettermi in proprio. Oggi è una S.p.A. con 2 soci. Lavoriamo nei settori dell’energia e dell’aeronautica e abbiamo clienti in tutto il mondo. Il fatturato del 2011 ha raggiunto i 22 milioni di euro, con una crescita media del 20% annuo dalla fondazione. Abbiamo raggiunto 120 dipendenti, 80 sono direttamente impegnati nella produzione e 40 negli uffici.
Quale formazione richiedete ai vostri dipendenti?
La maggioranza sono periti meccanici, poi ci sono 7 ingegneri.
È facile trovare personale qualificato?
Fino al 2008 i periti meccanici erano praticamente introvabili. A Foligno, nonostante una tradizione di industrie metalmeccaniche di alto livello, sempre meno ragazzi si rivolgevano a questo tipo di studi. Oggi sembra ci sia un’inversione di tendenza, ma è difficile far percepire ai ragazzi e alle famiglie l’importanza e la bellezza degli studi tecnici. Su questo stiamo lavorando insieme alle scuole. Partecipiamo ai progetti di orientamento e ai percorsi di alternanza scuola-lavoro previsti dalla riforma delle superiori.
Lavorate in settori ad altissima tecnologia, come formate i vostri dipendenti?
Abbiamo sempre attivi dei corsi interni per formare i nuovi assunti e aggiornare il personale. Ma su questo versante ho un progetto ambizioso.
Ce lo può illustrare?
Foligno dovrebbe realizzare un Centro di specializzazione permanente nel settore della meccanica. In questi anni, grazie ai fondi europei, sono molti gli enti che organizzano corsi, ma non tutti hanno le competenze adatte. In questo tipo di formazione sono le aziende a dover avere il ruolo principale. Ci sarebbe anche una possibile sede, la BIC (Business Innovation Centre), che oggi è praticamente inutilizzata. Potrebbe servire sia per le scuole, che oggi non hanno la possibilità di acquistare dei macchinari al passo con la tecnologia, sia per riconvertire le persone che hanno perso il posto di lavoro.
A che punto è il progetto?
Abbiamo cominciato a parlarne insieme agli imprenditori locali, ai presidi e all’amministrazione comunale. Sono fiducioso…
Ho visto i grafici che illustrano la crescita del vostro fatturato. Dal 2008 al 2011 siete cresciuti del 57%. E la crisi?
Altissima qualità e specializzazione sono stati i fattori che ci hanno permesso di affrontare con serenità questo periodo difficile. Abbiamo sempre reinvestito gli utili nell’azienda per stare al passo con le innovazioni tecnologiche più avanzate. Questo ci ha permesso di offrire ai nostri clienti un prodotto finito, con standard qualitativi che sono in pochi a poter raggiungere.
Le grandi aziende, oggi, sono in cerca di partner che non solo facciamo ottime lavorazioni, ma offrano anche dei prodotti finiti. Noi l’abbiamo capito prima di altri e questo ci ha permesso di crescere.
Come vi confrontate con la concorrenza internazionale?
In alcune produzioni ad alta tecnologia i nostri principali concorrenti sono grandi aziende statunitensi. Noi, che siamo piccoli, riusciamo ad essere più flessibili e ad offrire prezzi più convenienti.
Dunque, piccolo è bello?
L’azienda piccola è un vantaggio solo se è strutturata e acquisisce una certa mentalità: qualità dei prodotti, puntualità delle consegne e certificazioni sono indispensabili per farsi strada nel mercato. Ma occorre anche fare squadra. Noi abbiamo cominciato con delle esperienze che stanno portando i primi frutti: l’HTM e il Polo Aerospaziale dell’Umbria.
Di cui lei è da poco diventato presidente…
È un incarico che mi gratifica, tanto più che, con la vice-presidenza di Umberto Tonti, l’industria folignate vede riconosciuto il suo ruolo trainante in questo settore.
Quali sono gli obiettivi della sua presidenza?
Il polo è stato costituito 3 anni fa e raggruppa 26 aziende umbre del settore aerospaziale. Finora ha partecipato alle più importanti fiere internazionali e ci ha permesso di ottenere alcune commesse. La sfida che ci aspetta è fare sistema e puntare ad acquisire commesse importanti direttamente all’estero. Mi pare che questo sia il momento giusto, perché ormai è matura la consapevolezza che le “gelosie” dei singoli imprenditori per quanto sono riusciti a costruire sono fuori tempo. Facendo sistema possiamo offrire ai mercati internazionali un know-how e una capacità produttiva di altissimo livello.
Lei è anche presidente della CNA Provinciale. Come vede da questo osservatorio la situazione economica della nostra città?
Un episodio mi sembra significativo. Sono stato dal notaio qualche giorno fa e mi ha raccontato che lo stesso giorno aveva 8 appuntamenti per chiudere altrettante aziende.
Eppure i dati della Camera di Commercio ci parlano di una crescita del numero delle aziende…
Ma se leggiamo tra le righe, vediamo che le iscrizioni sono soprattutto di partite IVA. Quando un’azienda chiude, alcuni dipendenti si mettono in proprio: il numero di aziende cresce ma non è affatto un segno di ripresa.
Torniamo a parlare delle aziende folignati.
Se alcuni settori sono in forte crisi, l’edilizia fra tutti, l’economia del territorio viene però sostenuta dal comparto della meccanica aeronautica, che ha avuto un 2011 positivo e sembra mostrare segni di ripresa. Anche noi, con la NCM, puntiamo a sviluppare di più questo settore, per il quale abbiamo acquisito una nuova commessa che ci permetterà di crescere anche nel personale. Per far sviluppare il nostro territorio, però, occorre pensare ad una nuova area industriale dove installare le nuove attività. Magari coinvolgendo anche i comuni limitrofi.
Ventiquattro anni fa lei abbandonava il “posto fisso” nell’azienda dove aveva fatto carriera per dar vita alla sua attività. Oggi un giovane potrebbe fare la stessa scelta?
Le condizioni sono sicuramente diverse, ma non creda che allora fossero facili. I tassi di interesse erano al 18-20%, e all’inizio per diversi mesi ho dovuto rinunciare al mio stipendio (per fortuna anche mia moglie lavorava). Avevo però già costruito la mia professionalità e conoscevo bene il mio lavoro. Non nego che in alcuni momenti mi sono chiesto chi me lo avesse fatto fare, ma oggi sono fiero di quella scelta e credo che, se uno sa fare bene il proprio mestiere, diventare imprenditore è un’avventura di crescita per sé e per gli altri.
© Gazzetta di Foligno – MAURO PESCETELLI