La solennità di San Feliciano
Era una Cattedrale gremita, quella che ha festeggiato quest’anno il patrono San Feliciano. Se i folignati si sono assiepati in Cattedrale più numerosi del solito è perché grande è la loro venerazione per il loro patrono Feliciano, fondatore della Chiesa diocesana e difensore della Città, ma anche perché il clima mite e la presenza dell’ormai prossimo Cardinale, l’Arcivescovo di Firenze mons. Giuseppe Betori, hanno reso questa giornata ancor più bella. La solenne concelebrazione delle ore 11, presieduta da mons. Betori, ha visto la partecipazione del Vescovo di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi, dell’Arcivescovo di Siena, mons. Antonio Buoncristiani, di molti Vescovi dell’Umbria e di gran parte del presbiterio diocesano, insieme con le autorità della città e del territorio. Il festoso indirizzo di saluto del nostro Vescovo ha subito interpretato i sentimenti dei folignati, commossi e lieti nel vedere un concittadino e amico ormai prossimo a ricevere la berretta color porpora e l’anello dalle mani di Benedetto XVI, che il prossimo 18 febbraio lo ammetterà nel Collegio cardinalizio associandolo strettamente a sé nell’esercizio del ministero di Pietro. Mons. Betori, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione, ha presentato San Feliciano come l’evangelizzatore della nostra terra, legando alla sua figura due eventi che la Chiesa universale celebrerà a breve: il Sinodo dei Vescovi sulla “nuova evangelizzazione” (cui egli stesso prenderà parte) e l’indizione dell’Anno della Fede. Come ai tempi di Feliciano, anche oggi il Vangelo può dire una parola per “riproporre alla coscienza dell’uomo contemporaneo una luce di cui ha perduto la memoria, un orizzonte i cui connotati sono stati cancellati” e per presentare – ha affermato l’Arcivescovo di Firenze – “l’aurora di un mondo nuovo, una verità capace di redimere l’uomo e restituirlo alla sua dignità, una forza con cui operare per un futuro più giusto e più buono per tutti”. La vicenda storica di Feliciano ci riporta ad un periodo di crisi per certi versi simile a quello che stiamo vivendo e, ora come allora, il Vangelo può dare un importante contributo. “La verità del Vangelo – ha detto ancora mons. Betori – è che Dio è il nostro «Signore», e lui vuole occupare il centro della nostra vita e delle nostre città, riedificandone le «rovine». Solo scoprendo il volto di Dio, riceve luce la mia esistenza e risplende al mio sguardo anche la mia verità di uomo. Dal volto di Dio-amore, quello che si rivela in Cristo Gesù, si riversa su di me la verità del mio essere uomo chiamato alla comunione di amore con lui e con i fratelli. Dal suo mistero di amore trae ragione e animazione una società che voglia edificarsi come convivenza fraterna, giusta, libera e nella pace”.
La giornata di festa è stata anticipata, come sempre, dai primi Vespri, presieduti da mons. Sigismondi, in occasione dei quali il Vescovo ha invitato i fedeli a guardare all’immagine di Feliciano quale testimone della fede pronto ad affrontare il martirio, il cui sguardo e il cui braccio benedicente si sono sempre posati nei secoli su questa città. In serata, invece, ha avuto luogo la consueta veglia dei Giovani, guidata da don Francesco Pierpaoli, responsabile della Pastorale Giovanile Regionale delle Marche, che ha offerto una testimonianza sulla gioia di chi vive il Vangelo e testimonia le fede in Cristo.
Le celebrazioni si sono concluse con i secondi Vespri, presieduti dal Vescovo di Foligno al termine della processione per le vie della città.
© Gazzetta di Foligno – FABIO MASSIMO MATTONI
Foto di Tommaso Innocenzi