Settimana politica 2012 – 1
Le critiche del Pdl al governo cittadino
I consiglieri minoritari del Popolo della Libertà giudicano negativamente i primi due anni e mezzo della giunta Mismetti-Romagnoli. Affermano che la maggioranza è in difficoltà e riesce a compattarsi solo al momento di salvare la poltrona. Noi del Pdl “invece, siamo uniti e compatti… più volte abbiamo colto in castagna la maggioranza”. Piovono critiche dal Pdl agli aumenti dell’Irpef comunale, della tassa sulle caldaie, della tassa sulla bonificazione, delle bollette dell’acqua e del gas, delle rette degli asili, dei loculi cimiteriali. L’opposizione chiede l’istituzione di una commissione di controllo delle società partecipate e dell’azione amministrativa in generale e, in particolare, che sia presa una decisione definitiva su cosa fare della società comunale Fils. Con questi giudizi piuttosto negativi, le prove tecniche di collaborazione auspicate dallo stesso leader della maggiore forza di opposizione Daniele Mantucci subiscono una frenata decisa. Il sindaco Mismetti, in ogni caso, vorrebbe cementare una collaborazione con Pdl, Impegno Civile e Udc, pensando soprattutto al periodo di crisi e di incertezza sui fondi pubblici a disposizione. Il leader Udc Ronconi ritorna sulla proposta di convocare una grande assemblea, gli stati generali di Foligno, per raccogliere idee e formulare proposte per migliorare l’amministrazione comunale.
Che fine ha fatto il federalismo?
È di fatto accantonata la riforma dei sistemi di finanziamento degli enti locali. Nonostante l’approvazione dei decreti correlati alla legge-delega sul federalismo, mancano ancora diversi interventi amministrativi e legislativi perché si possa avviare la rivoluzione federale. I trasferimenti dallo Stato ai Comuni sono stati ridotti e compensati con la facoltà di istituire nuovi tributi – sulla casa, sui rifiuti e servizi, l’addizionale regionale sul reddito delle persone, accise per finanziare i trasporti locali -. Con la prevista abolizione delle province, poi, si ridistribuiranno risorse e funzioni agli stessi Comuni. Inoltre è stato accresciuto il ruolo delle Regioni come garanti del patto di stabilità dei bilanci comunali. Con tagli ai conti più che investimenti, la riforma federale, che responsabilizza le amministrazioni locali sul costo dei servizi erogati, deve confrontarsi con cambiamenti sostanziali nell’assetto periferico dello Stato. I Comuni, per esempio, in epoca di liberalizzazioni, devono riprogrammare i servizi pubblici essenziali. Quelli più piccoli avranno più difficoltà degli altri, per cui l’autonomia impositiva del federalismo non sarà sufficiente a mantenere accettabili i livelli di erogazione dei servizi.
Anche il Comune paga l’imposta sugli immobili
Il Comune pagherà l’Imu sugli immobili di proprietà dati in locazione o comodato a soggetti terzi, su quelli non utilizzati, come pure sulle aree fabbricabili o i terreni agricoli. Non sono esenti da Imu nemmeno le abitazioni destinate a edilizia residenziale pubblica. Paradosso è che, se il Comune non paga, la violazione relativa deve essere sanzionata dallo stesso ente, che potrebbe quindi soprassedere (in questo caso, comunque, si configurerebbe l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio). Sono esclusi dall’Imu gli immobili usati per fini istituzionali. Il Comune di Foligno è anch’esso proprietario di alcuni negozi, immobili di edilizia residenziale pubblica, terreni. Considerato che queste proprietà rendono non molto alle finanze comunali, che sono oggetto di tassazione e che il Comune deve far conto con affittuari morosi, la soluzione migliore potrebbe essere quella di vendere, ricavando soldi freschi.
Busta pesante: figli e figliastri
Sono due anni e mezzo che i contribuenti folignati stanno restituendo allo Stato il 40% dei contributi da lavoro dipendente e da pensione, che furono sospesi a seguito del terremoto del 1997. Quelli infedeli, cioè che non pagheranno la “busta pesante”, potrebbero farla franca. Infatti, con molta probabilità, l’Agenzia delle Entrate non effettuerà controlli. I versamenti confluiscono in un archivio, che difficilmente sarà aperto per controllare chi non ha versato i contributi condonati.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI