Visita all’Unità pastorale “Valle del Topino”
Iniziata con un pellegrinaggio alla casa natale di san Domenico abate a Colfornaro (Capodacqua), il giorno 25 ottobre scorso, la visita del nostro Vescovo Gualtiero all’unità pastorale Valle del Topino si è conclusa domenica 13 novembre con la liturgia dei vespri presso la chiesa di san Nicolò in Belfiore. Per le cinque parrocchie (Santa Maria Assunta in Belfiore, San Martino in Vescia, Sante Maria ed Anna in Capodacqua, Santa Maria Assunta in Pievefanonica e di San Giovanni Battista in San Giovanni Profiamma) sono state tre splendide settimane di grazia. Sì, il Signore – nella persona del nostro pastore – ci ha visitato e ha manifestato la sua tenera ed esigente misericordia camminando sulle nostre strade, ammirando la bellezza delle nostre valli e colline, entrando nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e di tempo libero, stringendo mani e incontrando, con volto sereno e sguardo amoroso, persone di ogni ceto ed età.
La visita non si è svolta a rotazione, una parrocchia dopo l’altra, come si potrebbe pensare, ma ha voluto intrecciare gli appuntamenti tra le parrocchie in modo da sottolineare l’unità che caratterizza, ormai da anni, il lavoro pastorale di questa porzione di Chiesa locale. La visita capillare che il Vescovo ha scelto di compiere è penetrata nel tessuto ecclesiale e civile del nostro territorio. Le visite agli anziani e ammalati nelle famiglie, con la guida dei ministri straordinari della Comunione, l’incontro con gli ospiti di Casa Serena di Capodacqua; le vivaci assemblee dei cammini di iniziazione cristiana, la splendida (per freschezza e speranza) serata coi giovanissimi e giovani di unità pastorale a Pievefanonica; la partecipazione e l’ascolto agli incontri con le belle realtà carismatiche del Cammino Neocatecumenale e dell’Azione Cattolica, sono stati tutti momenti di forte e profonda evangelizzazione. Sono stati incontrati i singoli consigli pastorali, ma poi non è mancato l’incontro unitario, segno concreto di comunione. Le liturgie ben partecipate e curate nelle singole parrocchie o di unità pastorale, nel giorno del Signore o nelle solennità, sono stati momenti fecondi di crescita nella fede.
Contemporaneamente Monsignor Sigismondi ha cercato il confronto con le realtà civili locali, a partire dalla visita alla caserma dei Carabinieri di Scanzano, alle sei scuole, alle comunità e cooperative La Tenda di San Martino e il Melograno della Locomotiva a Pievefanonica. Vivace e caloroso l’incontro coi quattro Centri Sociali o quello con le realtà sportive del nostro territorio a San Giovanni.
Nel salutarci il Vescovo ci ha lasciato con parole di incoraggiamento e apprezzamento: “Facendovi visita ho toccato con mano quanto sia vero che le unità pastorali costituiscono uno dei principali tentativi in atto per intrecciare in maniera feconda la cosiddetta “pastorale di insieme”. Esse si configurano non come agglomerati di parrocchie, ma come “infrastrutture pastorali” che hanno la funzione di rendere concreta l’ecclesiologia di comunione del Concilio Vaticano II”. Un’azione pastorale quella in atto, che sta facendo emergere i talenti di ciascuno per porli al servizio della comunione e dell’evangelizzazione – missione. La freschezza del Vangelo resta sempre luce e forza per la speranza dell’uomo di ogni tempo. La Chiesa non ha altro migliore dono da testimoniare e offrire all’umanità, se non quello di annunciare che solo nella comunione vi è salvezza e nella carità si ritrova il gusto di una vera umanità. Naturalmente non mancano difficoltà, o pericoli di gelate improvvise, che potrebbero ritardare o rimandare i raccolti promettenti di buoni frutti, ma “i risultati positivi di tale esperienza – ha continuato il Vescovo – mi hanno suggerito di incorporare nell’unità pastorale Valle del Topino il territorio della Beata Angela da Foligno”.
Un vero pastore, amante del suo gregge, così si è confermato il Vescovo Gualtiero. Come detto, tre settimane di vera grazia divina per tutte le persone che hanno avuto la gioia e la benedizione di poterlo incontrare e ascoltare.
CLAUDIO MONTOLLI
Notizie storiche
La parrocchia di Belfiore ha origini antichissime. Per lunghi secoli ebbe il titolo di S. Nicolò, facendo capo alla vetusta chiesa dedicata a questo santo, risalente al 1120 e posta ai bordi dell’attuale paese di Belfiore; questa chiesa ebbe un’origine benedettina, essendo stata costruita dai monaci di Sassovivo. Molto recentemente (1986) la parrocchia ha cambiato il titolo di S. Nicolò con quello di S. Maria: la chiesa dedicata a S. Maria Assunta si trova in effetti al centro del paese, ma è una costruzione abbastanza recente perché venne iniziata nel 1683. La comunità raggiungeva un secolo fa 1190 abitanti, contando in questo computo anche quelli delle frazioni gravitanti su Belfiore; poi nel 1985 raggiunse 1.300 abitanti, per scendere a 835 nel 2011. Nei primi due decenni del Novecento e in quelli successivi alla seconda guerra mondiale, la passione politica caratterizzò largamente questa comunità; maestro e guida del socialismo, non soltanto locale, fu il belfiorese Ferdinando Innamorati (1877-1944) al quale è dedicata la via principale di Belfiore. Nel secolo XX, per più di cinquant’anni (1912-1969) fu parroco di Belfiore Don Ottavio Ottaviani, che senza dubbio vi ha caratterizzato la pastorale più vicina a noi. Successori di Don Ottavio furono sei parroci, in poco più di trent’anni fino al 2003; il primo fu Don Sergio Andreoli (1969-1982); poi vennero ben cinque religiosi Somaschi. Ne soffrì la continuità pastorale. I padri Somaschi ebbero una loro sede a Belfiore a cominciare dal 1950 per circa mezzo secolo, prima come educatori della Piccola Casa dell’Orfano “S. Girolamo Emiliani”, poi dell’Istituto “Miani” (con scuola professionale, impianti sportivi, ecc.), infine come parroci; l’ultimo è stato p. Roberto Petruzziello, fino al 2003. Infine questa parrocchia dal 2004 è entrata a far parte dell’Unità pastorale “Valle del Topino” di cui è parroco moderatore Don Luigi Bonollo, il quale, dal 2011, serve particolarmente le parrocchie di Vescia e Belfiore. Va infine ricordato che nell’ambito di questa parrocchia si trovano anche tre chiesette: S. Egidio a Liè, S. Egidio a Ravignano, S. Vittore a S. Vittore.
La chiesa di S. Martino in Vescia fu menzionata la prima volta nel 1239 nella Sentenza del cardinale Raniero Capocci. Era una semplice cappella dipendente dalla pieve di S. Giovanni Profiamma; si chiamava S. Martino “de Guesia”, cioè situata vicino al fiume Menotre. Poi nel Seicento fu costruita l’attuale chiesa, successivamente più volte restaurata. Nel secolo XVIII la comunità di Vescia assurse a parrocchia ed ebbe un vasto territorio che giunse alle porte di Foligno; la prima sottrazione di territorio avvenne nel XX secolo con la creazione della parrocchia del S. Cuore. Questa parrocchia, agli inizi del secondo decennio del Novecento, contava 900 anime; nel 1940 raggiunse i 1500 abitanti; nel 1985 diminuì a 1150; nel 2011 è risalita a 1592. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni parroci significativi hanno servito questa comunità: ricordiamo Don Odorisio Capoccia (dal 1946 al 1957) e Don Paolo Aquilini (dal 1984 al 1994). Oggi fa parte dell’Unità pastorale “Valle del Topino” e dal 2011 è servita da Don Luigi Bonollo.
Maria SS. Assunta in Pieve Fanonica
La chiesa di Pieve Fanonica è tra le più antiche del territorio folignate. La troviamo, col nome di S. Maria de Follonica, nella lettera di Innocenzo II al vescovo di Foligno Benedetto, del 1138. Era una pieve che godeva di un cospicuo patrimonio e in tali condizioni rimase per lunghi secoli, fin quasi ai nostri giorni.
Questa parrocchia contava, agli inizi del secondo decennio del Novecento, 596 abitanti divisi in 130 famiglie; nel 1940 raggiunse i 620 abitanti; nel 1985 scese a 424 anime; nel 2010 è giunta a 444 persone.
Nel ventesimo secolo il parroco più significativo fu Don Sebastiano Menichini, nato nel 1859 e vissuto un secolo, rimasto a servire questa parrocchia per quasi cinquant’anni dal 1908 al 1953 (ma dal 1940 al 1953 lo aiutarono via via quattro vice parroci). Fu proprio Don Sebastiano che nella visita pastorale del vescovo Giorgio Gusmini (1911-1914) tracciò un quadro molto realistico di questa parrocchia agli inizi del XX secolo: “Il numero delle anime è di 596, non vi ha quasi nessuno che faccia professione d’incredulità. Vi è però qualche isolato tentativo di propaganda socialista importato dall’elemento forastiero addetto ai lavori della stazione ferroviaria. Trovandosi la popolazione quasi tutta dispersa per i campi e per i boschi è generalmente poco aperta e poco istruita, sebbene oggi colla facilitazione delle comunicazioni coi centri e coll’emigrazione siasi alquanto più sveltita. Vi è oltre un terzo di analfabeti. Due sono le feste straordinarie: il 15 agosto in onore della patrona della parrocchia S. Maria Assunta con grande concorso di popolo, la festa di S. Croce che viene associata alla sacra della seconda domenica di maggio. Anche in questa festa si hanno al mattino numerose confessioni e comunioni e alle ore pomeridiane sfila una devota processione…”.
Un altro parroco che caratterizzò la pastorale di questa parrocchia fu Don Umberto Formica, il quale vi lavorò per 16 anni, dal 1953 al 1969; la sua memoria è in benedizione per la generosità con cui espletò i suoi impegni; i parrocchiani ricordano volentieri la sua iniziativa di costituire un Circolo Acli, inoltre hanno memoria di lui come organizzatore eccellente delle manifestazioni della devozione popolare: usava infatti dire che un parroco viene giudicato dalla gente soprattutto da come organizza le feste patronali.
Dal 1986 la parrocchia di Pieve Fanonica ha incluso l’ex parrocchia di S. Sisto in Gallano e quella di S. Antonio in Cupacci.
Nel 1997 si costituì l’Unità pastorale di Pieve Fanonica, S. Giovanni Profiamma, Vescia; a queste tre parrocchie nel 2004 si aggiunsero, nella Unità pastorale chiamata “Valle del Topino”, le parrocchie di Belfiore e di Capodacqua (Capodacqua portava con sé le frazioni di Rio, Afrile, Collelungo, Pisenti; inoltre si aggiunse la frazione di Fondi, la quale di per sé apparterrebbe pastoralmente alla parrocchia di Annifo). Dal 1998 i responsabili di questa Unità pastorale si sono presi cura anche della frazione di S. Sebastiano e, dal 2011, della parrocchia della beata Angela.
DANTE CESARINI
La realtà attuale – Vescia
Con il parroco, padre Claudio Montolli, della Congregazione delle Sacre Simmate di N.S.G.C., collaborano i membri del Consiglio P. e del Consiglio AA. EE., i catechisti, gli animatori della Liturgia, i responsabili della Caritas, le santesi e i ministri straordinari della Comunione Fausto Lenzi, Afrida Elisei e Mirella Schiavoni.
Riportiamo di seguito qualche risposta al questionario della Prima Visita Pastorale di Mons. Gualtiero Sigismondi.
Sul coinvolgimento delle famiglie nella catechesi, si afferma: “Incontri di catechesi (sei) per genitori e per fasce di età dei figli (Comunione e Cresima); domeniche-insieme a Pievefanonica (una, due volte l’anno); in occasione dei ritiri dei ragazzi per la Comunione e per la Cresima; coinvolgimento di alcuni genitori nei cammini di catechismo dei figli”.
In riferimento alla vita liturgica, si dice: “L’impegno maggiore di animazione liturgica ce l’ha il coro, ma vi è una buona collaborazione e integrazione con i catechisti e i ministri straordinari dell’Eucaristia. È curata prevalentemente la Messa domenicale, con una buona scelta ed esecuzione di canti e bravi lettori nella proclamazione della Parola. Ogni domenica vi è l’intronizzazione della Parola, con il coinvolgimento di giovani e adulti; questo anche per le preghiere dei fedeli. Gli avvisi parrocchiali sono dati generalmente dai laici”.
Dei mezzi di comunicazione diocesani si osserva: “Sono luoghi importanti non solo di comunicazione ad intra, ma anche ad extra della comunità ecclesiale. Sono un modo di vera evangelizzazione. È bene averne la massima cura; è il modo di presentare il volto della Chiesa, e oggi, nella società del look, non possiamo permetterci errori”.
Riguardo alla promozione del volontariato si fa presente che “Le famiglie collaborano con il frizzante gruppo giovani, che coinvolge spesso anche gli adulti. I ragazzi sono trascinatori entusiasmanti soprattutto per il progetto teatrale. Il servizio viene esercitato specie come animazione dei più piccoli. Non si disdegnano temi sociali e politici, ma il palato è tutto da costruire in tal senso. Si collabora bene e ci si coinvolge anche in iniziative diocesane di vario genere”.
A proposito dell’Unità P., si dichiara: “L’esperienza di questi 13 anni […] ci dice, con ancora qualche resistenza, che il lavorare insieme è di stimolo e utile per l’animazione”.
La realtà attuale – Belfiore
Con il parroco, padre Giuliano Melotto, della Congregazione delle Sacre Simmate di N.S.G.C., collaborano i membri del Consiglio P., quelli del Consiglio AA. EE., tre catechisti, gli operatori della Caritas P. e i ministri straordinari della Comunione Rossella Sordini, Enzo Iorio, Francesca Giabbecucci, Adriana Benedetti.
Riportiamo di seguito qualche risposta al questionario della Prima Visita Pastorale di Mons. Gualtiero Sigismondi.
A proposito dell’annuncio del Vangelo, si scrive: “Oltre alle solite iniziative pastorali, è stata organizzata una settimana di nuova evangelizzazione da parte di un gruppo di Missionari Stimmatini, con discreto successo, soprattutto di coscientizzazione”; “Nell’Unità P. – si aggiunge – ogni terzo giovedì del mese, a Pievefanonica, c’è la Lectio divina, costante ma poco partecipata, mentre in Avvento e Quaresima si propone in parecchie famiglie di ogni parrocchia il Laboratorio della Parola (…con qualche incoraggiante successo!)”.
In riferimento alla liturgia, si afferma: “La riforma liturgica ha incoraggiato una partecipazione attiva dei fedeli e anche se faticosamente, un po’ alla volta, si vede qualche segno, anche esterno, come la processione e intronizzazione della Parola di Dio, la processione offertoriale”; in parrocchia “[…] la liturgia si svolge ordinatamente, con lettori, coro e altre persone coinvolte per diverse funzioni”.
Del Consiglio P. si dice: “[…] è stato eletto dalla popolazione e si raduna una volta al mese; tutto viene documentato con verbali. Solo alcuni membri sono stati scelti dal parroco”. Riguardo alla testimonianza della carità, si informa: “La Caritas parrocchiale esiste ed agisce in punta di piedi, ma efficacemente”; “L’Operazione Mato Grosso opera da 25 anni con iniziative caritatevoli, coinvolgendo la popolazione. Ci sono pure adozioni a distanza con i missionari Stimmatini e altri”.
Queste le scelte da fare a livello zonale: “Invogliare i giovani a riunirsi e gli adolescenti a frequentare l’oratorio; coinvolgimento maggiore delle famiglie, ecc.”.
Per concludere, segnaliamo due strumenti di comunicazione: il Foglio interparrocchiale di Unità Pastorale “Valle del Topino” e il mensile Salire.
La realtà attuale – Pieve Fanonica
La Parrocchia di Maria Santissima Assunta, in Pieve Fanonica, fa parte dell’Unità Pastorale della Valle del Topino e dell’omonima Zona Pastorale.
Con il parroco don Luigi Bonollo collaborano i diaconi Marco Antonio Antonelli e Antonio Mancinelli, i membri del Consiglio pastorale e i ministri straordinari della Comunione Tersilia Santinelli e Natalizzi Natalina.
Riportiamo di seguito alcune risposte al questionario della Prima Visita Pastorale di Mons. Gualtiero Sigismondi.
Nella parte dedicata all’evangelizzazione e alla catechesi, si scrive: “Nella nostra parrocchia si vive di una fede tradizionale e consolidata”, e viene segnalata l’iniziativa della “Lectio divina di Unità Pastorale”.
In riferimento alla celebrazione del sacramento della Cresima, don Luigi informa che “I padrini vengono scelti dalla famiglia, ma si dice che dovrebbero essere uno dei due del Battesimo”, e che i genitori di chi frequenta il catechismo, in vista della Prima Comunione, vengono coinvolti nel cammino di preparazione “con la catechesi del sabato; con incontri comuni anno per anno a Pieve Fanonica”; riguardo ai malati, fa notare: “I ministri dell’Eucaristia sanno di essere le antenne sensibili, non solo per quanti ricevono la Comunione la domenica, ma anche per le altre situazioni della parrocchia”, e aggiunge: “Il sacerdote viene chiamato in casa solo in rarissimi casi, quando ormai il malato è incosciente, perché la presenza del prete è ritenuta l’inizio della fine”.
Alla domanda: “Quali iniziative vengono sostenute dalla parrocchia per lo sviluppo socio-culturale della zona?”, risponde: “Praticamente nessuna, ma la presenza Stimmatina sta offrendo molte possibilità”.
In relazione alle scelte da fare a livello zonale, il parroco annota: “Le attuali bastano”, dopo aver affermato che “I paesini montani sono dimenticati. La gente sta bene così”, e che “Tutti sono preopccupati di salvaguardare l’identità delle parrocchie”.
Per concludere, segnaliamo che “In parrocchia ci sono cinque-sei abbonamenti alla Gazzetta” e che c’è lo strumento di comunicazione: Foglio interparrocchiale di Unità Pastorale “Valle del Topino”.
SERGIO ANDREOLI