Con il Papa ad Assisi
Tre sono stati gli incontri interreligiosi convocati in Assisi da Giovanni Paolo II. Il 27 ottobre 1986 sessanta capi religiosi di tutto il mondo si incontrarono per una giornata di preghiera, digiuno e silenzio per la pace. Nel 1993 si pregò per l’Europa alle prese con la drammatica crisi dei Balcani. Nel 2002, dopo il crollo delle Torri gemelle, Papa Wojtyla implorò che non venisse strumentalizzato in maniera offensiva il nome di Dio e le religioni fossero sempre fattori di pace e di solidarietà. Il 27 ottobre, a venticinque anni dal primo incontro, Assisi ospita di nuovo una giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo. L’ha voluta Papa Benedetto XVI dandole il tema “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Il Pontefice ha riaffermato così l’attualità e il significato profetico di quell’evento, di quel laboratorio spirituale della pace che nel 1986 ha segnato la storia, al punto tale che anche i libri di scuola hanno fatto della “icona di Assisi” una delle immagini più significative del secondo novecento. Andando pellegrino ad Assisi, Papa Benedetto chiede soprattutto di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti delle diverse tradizioni religiose del mondo a vivere la propria fede come servizio alla pace tra i popoli. Colpisce nella scelta del titolo l’intreccio tra verità e pace che lo stesso Pontefice ribadisce con forza: “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere la pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”. Di più, non c’è pace senza verità: verità sull’uomo, sui diritti dei popoli, sui doveri della giustizia e della riconciliazione. Le religioni non possono prescindere dal confronto con la verità. E la verità eccede sempre i nostri pensieri e le nostre dottrine. Per la Chiesa l’impegno per la pace è fondamentale, chiamata com’è a continuare l’opera redentrice di Cristo sulla terra e ad essere segno e strumento della pace nel mondo e per il mondo. Dalla fede liberante nell’amore che Dio nutre per ogni persona derivano una nuova visione della vita e un nuovo modo di avvicinarsi all’altro e ai popoli. Ma la verità sempre ci sorpassa, restando il nostro agire distante dal suo appello all’amore, al servizio, alla condivisione. Il diventare pellegrini della verità e della pace significa allora mettersi in ascolto di un mistero che ci supera e incamminarsi verso un impegno globale che si fa sempre più urgente. La Chiesa, promuovendo l’unità dei cristiani, la collaborazione con i fedeli di altre religioni e con i non credenti aperti al dialogo, è convinta che le differenze non devono costituire motivo di conflitto, perché la ricerca comune della pace è sempre fattore di unità e di amicizia tra i popoli. Sogno? Utopia? “La differenza tra un sogno e una profezia – ci ricorda il Vescovo di Assisi Domenico Sorrentino – è nel fatto che il primo esprime lo slancio del cuore umano, la seconda vi aggiunge la voce di Dio. Un sogno può svanire, la profezia è il luogo della speranza operosa”. Accogliamo così il passaggio di Papa Benedetto a Foligno e partecipiamo alle energie di pace che l’incontro di Assisi si appresta a liberare.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI