Settimana Politica 2011 – 37
Quella chimera della raccolta differenziata
Gli sforzi della VUS ci sono e sono notevoli, ma differenziare i rifiuti a livelli sostenibili per ridurre costi e inquinamento è tuttora arduo. Nel 2013 l’obiettivo per Foligno è il 65% di raccolta differenziata, ma tra il dire e il fare spesso c’è un abisso. Infatti nel 2011 la meta per la raccolta a domicilio è di 8.750 utenze, mentre già nel 2010 dovevano essere 12.000. La discarica di Sant’Orsola è esaurita. Inquieti i cittadini-contribuenti folignati che sopportano un aumento della tariffa igiene urbana di oltre il 5%. Si prospetta una soluzione umbra (Orvieto), anch’essa, però, temporanea. Ma senza soluzioni definitive, la tariffa rischia di lievitare ancora.
Per Ronconi ci vuole una banca umbra
È quanto sostiene Maurizio Ronconi, consigliere provinciale dell’Unione di Centro. Nella prospettiva che le più grandi Casse di Risparmio umbre (Terni, Spoleto, Foligno, Città di Castello) diventino un’unica realtà bancaria, le relative Fondazioni proprietarie di quote importanti di partecipazione azionaria dovrebbero ricevere cospicui capitali. Allora, afferma Ronconi, “perché le Fondazioni continuino a rappresentare un fondamentale volano per l’economia delle nostre comunità, è indispensabile che siano indipendenti e dispongano di proprio capitale da impiegare”. Continua l’esponente UDC: “Parrebbe utile, di fronte a tutto questo che la politica regionale rompa l’ingiustificata consegna al silenzio e dica la sua, invitando, per esempio, le Fondazioni ad iniziare ad attrezzarsi per concorrere con il loro patrimonio a rafforzare o a fondare un nuovo istituto di credito totalmente locale”. Ora sono da valutare alcuni aspetti, primo fra tutti come avverrà l’acquisto delle quote delle Casse umbre e come saranno pagate le stesse Fondazioni, se in contropartita di azioni della controllante Intesa San Paolo o di denaro liquido. Altra variante è la riorganizzazione industriale di Intesa, che prevede risparmi, attraverso accorpamenti di filiali (in diverse città ci sono più sportelli delle Casse coinvolte) o cessioni (nelle Marche la Cassa di Risparmio di Foligno è presente). La proposta-provocazione di Ronconi – anche se interessante – difficilmente potrà concretizzarsi: una banca locale, infatti, oltre alla solidità patrimoniale e a una guida credibile e capace (a riguardo i pesanti rilievi della Banca d’Italia alla Banca Popolare di Spoleto sono di monito), deve garantire molteplici servizi, che si possono assicurare solo con collegamenti a strutture creditizie più grandi. Comunque Ronconi, nell’avanzare dubbi e perplessità sul futuro di istituzioni creditizie storiche, pone all’attenzione della politica la questione del credito in Umbria. Per combattere la disoccupazione, per far fronte alla crisi economica (in Umbria 2400 imprese del terziario nel 2010 hanno chiuso), per aiutare le famiglie, la banca è protagonista primaria. Oltre a Ronconi, anche il sindaco Mismetti mostra preoccupazione per la trasformazione della Cassa folignate, chiedendo maggiore trasparenza e coinvolgimento delle istituzioni per assicurare sempre attenzione al territorio, alle sue ricchezze, alle sue competenze, alle sue tradizioni imprenditoriali. Forse, come aveva auspicato a suo tempo la Gazzetta di Foligno, il dibattito andava aperto prima, con più coraggio e determinazione.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI