Chi salverà la musica?
I numeri della scuola di musica A. Biagini di Foligno, storico istituto fondato nel 1848, sono deprimenti. I corsi del 2011 sono iniziati con due mesi di ritardo, gli iscritti si sono dimezzati, la quota mensile è aumentata del 30%, un gruppo di insegnanti è in causa per il riconoscimento di diritti contrattuali mentre un’altra analoga causa il Comune l’ha già persa alcuni anni fa. Si sperava che in questi mesi fossero prese determinazioni decisive. Invece no. Ogni anno la stessa storia. Gli insegnanti non sanno se avranno un contratto per l’anno successivo, gli studenti non sanno se ci sarà un anno successivo. Non si contano più le interrogazioni del consigliere Stefania Filipponi sull’argomento e nemmeno le risposte evasive dell’Amministrazione. I soldi spesi nella cultura (quella conquistata con fatica tra i banchi di una scuola) non danno alcun lustro. Nessun coro di commercianti plaudente per una manciata di turisti in più nel fine settimana. Nessun manifesto, nessuna conferenza stampa, nessun articolo sui giornali, nessun cinguettio su Twitter o “mi piace” su Facebook, nessun evento scintillante: solo un saggio di riluttanti esibizioni al quale assistono orgogliosi parenti. Troppo poco per avere la priorità in anni di vacche magre. Scellerata ottusità! Di che cosa nutrirà i suoi figli questa città? Pasta e Quintana? Non dobbiamo forse conservare come quanto di più caro abbiamo tutto ciò che è capace di educare lo spirito? O conta solo riempire la pancia e dare sfogo all’istinto della competizione belligerante? L’estate folignate è iniziata con la rassegna Canti e Discanti, rinnovata nella proposta e nel nome: da quest’anno si chiama Umbria World Fest, perché non ospita più solo eventi musicali, ma anche cinema e teatro. Come non essere felici di una proposta capace di rinnovarsi, di portare nuovi linguaggi, di suscitare ancora interesse, magari anche di richiamare gente? Ma se l’uccisione della scuola di musica fosse il prezzo -non dichiarato- che la città deve pagare per questo lustro estivo, l’apprezzamento si muterebbe in rabbia.
Le ultime notizie danno la scuola (come e quando non è dato saperlo) in “affidamento” ad una cooperativa sociale di tipo B, una di quelle che hanno come finalità “l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate”, secondo la definizione della Legge 8/11/1991 n° 381.
In fondo ha un senso. Anche se quando il legislatore si proponeva di trovare una collocazione lavorativa alle persone svantaggiate probabilmente non si riferiva agli insegnanti di musica…
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI