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Case per centomila abitanti: il Piano Regolatore folignate e lo sfruttamento del territorio

Leggiamo che a Bastia Umbra il Consiglio Comunale del 19 maggio u.s., tra altre cose, ha deliberato l’approvazione della variazione al bilancio per consentire la copertura economica per l’incarico a professionisti dell’elaborazione della Variante Generale al PRG.

L’assessore all’Assetto del Territorio del Comune di Bastia Umbra ha ravvisato, quindi, la necessità di riavviare le procedure per impostare tale Variante, ritenendo che il lavoro svolto dal gruppo presieduto dal prof. Gianluigi Nigro non abbia prodotto risultati soddisfacenti.

Ricordiamo che l’illustre Prof. Nigro ha presieduto anche il gruppo di lavoro demandato a elaborare il PRG ’97 del Comune di Foligno. Qualche perplessità, non certo sulle capacità professionali del Prof. Nigro, quanto sui risultati ottenuti dal Nuovo PRG di Foligno ad anni dalla sua approvazione, in piena emergenza sisma, porterebbe a fare alcune considerazioni.

Forse non tutti sanno che questo PRG prevedeva, al di fuori di ogni ragionevole previsione, previsione ad oggi smentita, che Foligno diventasse, in breve tempo, una città di centomila abitanti! La morfologia del territorio e la barriera dei raccordi autostradali, determinata negli anni ’70 e ’80, a nord della città e troppo a ridosso della stessa, hanno costretto lo sviluppo di nuovi edificati solo verso sud, verso le campagne, interessando territori fertili e piccole frazioni, oggi disimpegnate da strade veloci e rotatorie che stonano con i dintorni coltivati. La Strada Variante Sud avrebbe dovuto essere il nuovo limite invalicabile dell’edificato della città, ma non è dato sapere ad oggi quale tracciato seguirà questa importante arteria. L’approvazione di quest’assetto territoriale, unitamente a una completa assenza di programmazione temporale nella realizzazione dei nuovi interventi edificatori, ha portato a una corsa senza sosta da parte delle imprese, a realizzare in fretta discutibili interventi, che non hanno il sapore della qualità architettonica né identificano l’ultima, costruibile, periferia urbana. Solo abitazioni, poi, in un quadro economico in cui la richiesta di nuove attività lavorative non risulta suffragata né da nuove imprenditorialità né dal consolidamento delle imprese già presenti. Al contrario, la previsione del Nuovo PRG ’97, viene meno, in tutti i suoi aspetti, con l’avvento di una crisi, tuttora in atto, iniziata proprio dal rapporto tra il valore economico e quello commerciale delle nuove abitazioni.

La stessa attuazione delle previsioni del Nuovo PRG non ha contribuito a dissipare i dubbi dei proprietari dei terreni interessati alle nuove edificazioni, ribadendo, se pur con altre parole, il concetto, semplicistico, della lottizzazione.
Su tali considerazioni – riguardanti la crescita demografica, le prospettive d’immigrazione in funzione delle esigenze lavorative, lo sviluppo e la qualità delle periferie, il recupero di ogni struttura e degli edifici esistenti, e soprattutto l’individuazione di nuove forme d’incentivazione per le attività lavorative anche di tipo innovativo – avrebbe dovuto muovere ogni decisione inerente la programmazione, lo sviluppo e lo sfruttamento del territorio. Di contro, l’individuazione solo delle regole per la trasformazione del territorio, per il controllo e la strumentalizzazione dello stesso, non potrà mai individuare il concetto di città basato sulle reali esigenze e sulle continue trasformazioni delle stesse.

© Gazzetta di Foligno – CLAUDIO TRECCI

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