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Novità all’ITIS: vivere la diversità come ricchezza

Patrizio è con noi, all’Istituto Tecnico Industriale, come volontario in appoggio al personale ATA, affidato alle cure della signora Santa. Il progetto di collaborazione tra l’Associazione Down (guidata dal presidente signor Valloni, dal signor Paoletti e dalla signora Giuli) e il Comune è stato sancito dal Protocollo d’Intesa con l’assessore Zampolini, il direttore del Distretto Sanitario n. 3 Menichelli e il presidente Valloni.

Già altrove, a Spoleto ad esempio, l’esperienza era riuscita e così, grazie alla sensibilità del Dirigente scolastico prof. Angelo Paci, che ha sostenuto la passione del prof. Battistelli, e l’interessamento del prof. Azzarelli, è iniziata questa avventura, parallela a quella in atto nella Scuola Media di S. Eraclio.

Patrizio svolge mansioni quotidiane in una scuola: aiuta nella consegna di circolari, fa fotocopie, ma soprattutto si relaziona con chiunque incontri, genitori compresi. Sorride volentieri e abbraccia, con l’unico scopo di dimostrare e ottenere affetto. Se gli si chiede come si trova con noi, risponde senza esitazione “Bene!” e sta pensando di festeggiare il suo trentesimo compleanno, il prossimo 11 settembre, a scuola. Gli piace sottolineare che si sta impegnando e che lavora seriamente. Del resto è abituato a svolgere compiti diversi: ha avuto una particina in un film di F. Archibugi e sfila ormai da tempo per la Quintana. “Dare voce a chi non ha voce” sembra l’atteggiamento assunto fin qui, ma c’è da chiedersi se non si possa andare oltre. Non è semplice operare insieme, soprattutto perché Patrizio si accorge dai nostri linguaggi non verbali se siamo disponibili a relazionarci con lui. La sua presenza ci mette alla prova, poiché richiede pazienza e attenzione, coinvolgendo qualcuno anche al di fuori dell’ambito lavorativo. La posta in gioco non è semplicemente il fallimento di un progetto, ma il rischio di emarginare una persona, l’indifferenza. L’attualità ci spinge a riflettere sull’integrazione, intesa come accoglienza e riconoscimento dello straniero, ma ogni relazione con l’altro ci mette in discussione, perché bisogna uscire dal proprio io per ascoltare e conoscere chi, naturalmente, è “altro da me”. Nel nostro caso non siamo di fronte allo straniero, non ci sono problemi di lingua né di religione: quindi il tutto risulta più semplice. E del resto potrebbe esserci un interessante rovescio della medaglia! Nell’età del relativismo, come la nostra, la coerenza ci impone l’accettazione incondizionata dell’altro, dal momento che i confini del concetto di “diverso” (rispetto a chi? a che cosa?) diventano labili. Se integrare vuol dire “completare aggiungendo ciò che manca o serve per migliorare”, allora, come afferma il professor Battistelli, “Patrizio è una risorsa” per noi insegnanti, per gli alunni, per chiunque lo incontri. Ci auguriamo che rimanga con noi. “L’obiettivo da perseguire”, sottolinea ancora il collega, “è naturalmente il bene di Patrizio”.

© Gazzetta di Foligno – BRUNELLA TROMBETTONI

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