Tutti in bici? Sì, ma solo per un giorno
Giornata nazionale della bicicletta festeggiata anche a Foligno all’insegna dei proclami sulla mobilità alternativa. Ma i fatti?
Ogni iniziativa che promuova la cultura della mobilità alternativa deve essere salutata con riconoscenza. Così per la giornata nazionale della bicicletta che è stata festeggiata anche a Foligno, come in altri 1144 comuni italiani, lo scorso 8 maggio, con una pedalata per le famiglie, giochi in piazza Matteotti, una mostra di cicli d’epoca a Palazzo Trinci e lezioni sulla “fisica” della bicicletta. Il Vice-Sindaco Massimiliano Romagnoli, intervenendo dal palco al termine della passeggiata, forse preso dall’entusiasmo e non ricordando l’edizione dell’anno scorso nonché le innumerevoli tradizionali “passeggiate ecologiche”, ha dichiarato che questa è “la prima di una lunga serie di iniziative dirette a promuovere un maggior uso della bicicletta in città”. Non ha ripetuto invece quanto aveva detto nei giorni scorsi e cioè che Foligno punta a raggiungere Ferrara nella quota di circolazione delle due ruote (30%), partendo dall’attuale misero 3%!
Sono dichiarazioni che meritano sostegno e incoraggiamento, anche se necessiterebbero di qualche linea di concretizzazione. Infatti nel programma di opere pubbliche che la giunta si appresta a varare tra riqualificazioni viarie, sottopassi, rotatorie ed un bel parcheggio in Piazza Matteotti, non si fa alcuna menzione ad interventi per incentivare la circolazione in bicicletta.
Che cosa impedisce ai cittadini della nostra città di usare maggiormente le due ruote? Solo pigrizia e mancanza di senso eco-civico? È solo culturale la distanza che dobbiamo colmare con l’esemplare Ferrara? Non ci sembra.
L’infrastruttura della circolazione ciclabile in città è sottodimensionata e frammentaria. Le poche piste sono malridotte e scollegate tra loro, non ci sono collegamenti tra le aree residenziali e quelle scolastiche, lavorative e commerciali. L’anello di circolazione primario (se si esclude la sterrata di via XVI Giugno!) è completamente privo di piste, così come gli accessi in città. Nemmeno l’ospedale ha un accesso per le biciclette. Uno dei pochi parcheggi per le due ruote (Piazza Matteotti) era invaso dalle macchine anche domenica mattina durante la giornata della bicicletta! Le piste ciclabili di Foligno, anziché formare una rete di circolazione, finiscono con cartelli blu sbarrati il cui significato secondo il Codice della Strada (ho controllato) è precisamente questo: “adesso arrangiati”! Per vincere l’atavica pigrizia del cittadino medio, occorre un piano nel quale, oltre a feste con palloncini e bandierine, siano indicati interventi concreti per collegare le abitazioni alle fabbriche, alle scuole, alla città. Infatti solo se la circolazione ciclabile diviene conveniente ed agevole, in qualche modo privilegiata, si può avviare anche un serio percorso culturale che ci avvicini agli ambiziosi obiettivi. E i benefici non sarebbero soltanto ambientali! La bicicletta è spesso l’unico strumento di autonomia di bambini ed anziani, estendere i percorsi protetti è innanzi tutto un’azione sociale! Per non parlare delle possibilità turistiche. Organizzare itinerari nella valle umbra, che “a stella” si propaghino da Foligno verso Bevagna, Montefalco, Spello, Trevi, Spoleto, potrebbe essere il volano di un turismo sano e a basso impatto ambientale.
Dei preti si diceva che bisogna ascoltare quello che dicono e non guardare quello che fanno, con i politici bisognerebbe fare esattamente il contrario: non ascoltare quello che dicono, ma guardare quello che fanno. E quindi, mentre esprimiamo sincera condivisione per gli obiettivi dichiarati, aspettiamo l’amministrazione alla prova dei fatti. Per adesso, ci perdoni Romagnoli, il suo 30% assomiglia tanto al milione di posti di lavoro di berlusconiana memoria.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI