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“Meno strade, più rapporti umani”

Sul dibattito legato alla Variante sud interviene Massimiliano Fuksas che propone il suo punto di vista. L’arteria andrà a impattare anche sulla chiesa di san Paolo Apostolo da lui disegnata ad inizio duemila. L’architetto di fama internazionale è sicuro: “asfaltiamo il meno possibile”

Un’opera impattante, che andrebbe fatta seguendo il progetto originario, oltre al fatto che la sua realizzazione andrebbe soprattutto partecipata. È il punto di vista del Comitato che da anni si batte contro la Variante intermedia sud e che negli scorsi mesi è riuscito ad accedere al progetto attualmente in fase di elaborazione da parte di Anas. Lo stesso progetto che da palazzo Orfini Podestà era stato invece negato e che il Comune punta a realizzare usufruendo dei fondi tornati a disposizione. Al termine di un’estate di “calma piatta” sulla vicenda dell’infrastruttura che collegherà la zona industriale di Sant’Eraclio con quella del nuovo ospedale, arriva un punto di vista eccellente. È quello di Massimiliano Fuksas, uno dei più importanti e prestigiosi architetti contemporanei a livello mondiale, che nel 2001 ha messo la sua firma sulla realizzazione della chiesa di San Paolo Apostolo di via del Roccolo. Quello che comunemente viene chiamato “Cubo di Fuksas” sarà infatti interessato da una parte del tracciato della Variante sud. A ridosso della chiesa dovrebbe sorgere una rotatoria di circa 60 metri, che andrebbe a modificare in maniera significativa l’aspetto dell’area del “San Giovanni Battista”. Insomma, la strada rischia di avere un impatto negativo anche nei confronti di un edificio simbolo della rinascita post terremoto ‘97. Edificio sorto in una zona dove, negli anni successivi all’emergenza sismica, c’era un campo container. Quello di Fuksas con l’Umbria e, in particolare con Foligno, è un legame rimasto forte. E non solo perché all’ombra del Torrino è sorta la prima chiesa da lui disegnata, ma anche per l’amore che nutre per la nostra terra e l’amicizia che lo lega al cardinale folignate Giuseppe Betori, arcivescovo di Fireze. Tutti motivi che lo hanno spinto a intervenire – in un’intervista rilasciata in esclusiva alla Gazzetta di Foligno – sulla questione della Variante sud. Nemmeno il tempo di iniziare la chiacchierata, che l’architetto Fuksas mette subito le cose in chiaro. “L’Umbria è bellissima – esordisce Massimiliano Fuksas -, peccato che alcune parti siano state rovinate. Penso alla vallata sotto Assisi, dove ci sono molte industrie. Ma la vostra regione resta meravigliosa e ha, in borghi come Bevagna e Montefalco – prosegue -, posti bellissimi dove si mangia anche molto bene. Sono molto affezionato a quella zona, dove è nato un mio caro amico che ora vive a Firenze e ‘fa’ il cardinale. ‘Don Peppino’, come mi ha detto che devo chiamarlo, ha scritto una lettera sulla chiesa di San Paolo Apostolo che rappresenta, probabilmente, la migliore analisi critica di quel progetto. Ho trovato pareri positivi anche in Duccio Trombadori che l’ha visitata poco tempo fa, così come da parte di Francesco De Gregori che, successivamente alla costruzione della chiesa, ho scoperto avesse seguito il cantiere passo dopo passo”. 

Architetto, ma lo sa che quella zona dovrebbe essere attraversata da una nuova strada, chiamata Variante sud, che sta facendo molto discutere?
“Si tratta di una tangenziale?”

Una specie…
“Allora il mio consiglio è questo: prima diventate una città di una ventina di milioni di abitanti tipo Shenzhen in Cina, poi fate pure la tangenziale. Se in provincia iniziassimo a fare le tangenziali per tagliare il traffico dei piccoli centri ne usciremmo pazzi, rischieremmo di massacrare tutto. A Siena (dove l’architetto si trova nel giorno dell’intervista, ndr) hanno fatto una tangenziale, poi un’altra. Poi una rotatoria. Ma il traffico c’è sempre, anche se il centro non ne dovrebbe avere. Quando non sappiamo come spendere soldi, noi italiani facciamo le strade. Non pensiamo mai a nuove scuole, centri di cultura, restauri di monumenti antichi. Solo a strade che continuano a impermeabilizzare il territorio. Abbiamo il problema che scende molta acqua e, asfaltando e cementificando, il terreno ne assorbe sempre meno”

Il suo discorso si lega molto a una sensibilità ambientale, oggi molto in voga…
“Chi fa le strade, vuole fare le strade. Penso anche alle case. In passato c’erano quelli che dicevano sempre che si dovevano costruire case popolari per dare un’abitazione a tutti e per far lavorare qualche cooperativa: que- sta cosa ha portato disastri spaventosi. Sono stati realizzati ‘ghetti’ dei quali ora non sappiamo più cosa farci, visto che si sono persi i rapporti sociali. Sono stati costruiti interi quartieri senza avere una qualità sociale. La bellezza di Foligno è che tutti si conoscono. Se si incontra ‘don Peppino’ in strada, gli si può chiedere come sta. Quindi, più si fanno strade e più si tolgono i legami: dico questo perché ho una lunga esperienza come architetto in tutto il mondo”

Il progetto della Variante sud prevede anche una rotatoria nelle vicinanze della chiesa che lei ha progettato… “No, no. Non mi mettete la rotatoria, non fatela. Quel tessuto lì è rappresentato da edifici che hanno una certa dignità. Lasciate perdere la rotatoria, lasciate la chiesa dove sta, in pace. Se volete fare una strada e avete i soldi per farla, fatela da un’altra parte. Anche se non serve più fare strade, servono rapporti umani e sociali. Le strade sono collegamenti molto modesti”

Di FABIO LUCCIOLI

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