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“Non ho voluto fare di voi dei cattolici, ma delle persone libere e responsabili”

Il cardinale Giuseppe Betori incontra al San Carlo gli ex del gruppo giovani tra gli anni ottanta e novanta

“Se io dovessi dire quale sia stato l’orizzonte in cui mi sono mosso al San Carlo con voi, è stato quello di tener presente il concetto di persona. Non ho voluto fare di voi dei cattolici, ma delle persone sì, tenendo presente che per me il concetto di persona è legato al concetto di Dio. L’obiettivo è stato sempre quello di creare una dimensione personale in ciascuno che permettesse di essere in mezzo a questo mondo senza essere travolti trascinati, assorbiti, massificati. Salvaguardare la personalità è stato un punto di riferimento importante. Teniamo presente sempre quest’aspetto della dimensione personale che non significa individuale. La cultura in cui viviamo è quella dell’individuo, infatti, si parla oggi di diritti individuali, non personali. La persona invece implica la relazione da cui un diritto che non è solo tuo ma anche dell’altro”. Queste le parole che dal 1979 più generazioni di giovani sancarlisti hanno interiorizzato attraverso le esperienze e i percorsi formativi di gruppo vissuti al San Carlo insieme all’allora assistente don Giuseppe Betori. Quei giovani, oggi adulti, sono convenuti domenica 18 giugno da più parti d’Italia e dall’estero, per un incontro affettuoso e riconoscente con il loro “don Peppino”, assistente dell’Istituto San Carlo negli anni Ottanta e parte dei Novanta. Riunione più “profetica” che nostalgica visti gli argo- menti e i toni del dibattito che hanno preceduto la Messa, celebrata nella chiesa della Misericordia e il pranzo comunitario nella Sala “Don Consalvo Battenti”. I sancarlisti, infatti, non si sono lasciati sfuggire l’occasione per porre domande e riflessioni su temi cogenti l’attualità ecclesiale e civile come la cura della spiritualità nella pratica di vite ormai irreversibilmente modificate da nuovi modelli sociali e familiari o il tema della posizione della Chiesa circa l’immigrazione e le dinamiche dell’inclusioneTra le riflessioni emerse quella di quali proposte aggregative a fronte dello sgretolamento del concetto di comunità. “I gruppi giovanili come li abbiamo vissuti noi non esistono più. La comunicazione con i social ha moltiplicato i contatti – ha detto il cardinale Betori -. Il contatto però non crea una comunità ma una community. C’è stato un cambio fortissimo di appartenenza tra i giovani dalla comunità alla community. Appartenere alla community ti avvolge, ti rassicura, stai con la maggioranza, con il gruppo forte, che influenza…. (Continua…)

Di ANNA MARIA NINASSI

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