Amministrative 2024, Pizzoni: “Foligno laboratorio di innovazione”
L’esponente di PattoxFoligno si dice aperto verso chiunque voglia aderire a un percorso di crescita comune e condanna la contrapposizione in consiglio sperimentata in tempi di crisi mondiale. L’ex candidato sindaco per il centrosinistra invoca più “fantasia” e determinazione nell’azione politica per il futuro della città
Prosegue il dibattito politico in città in vista delle elezioni amministrative del 2024. Stavolta a parlare è l’ex candidato sindaco del centrosinistra ed esponente in consiglio comunale di PattoXFoligno, Luciano Pizzoni. Intervistato per la Gazzetta, ha parlato di criticità e progetti per il futuro.
Luciano Pizzoni, da candidato del centrosinistra alle ultime amministrative che valutazione dà del quadro politico cittadino oggi, dopo tre anni di consiglio comunale?
“Non avevo mai fatto politica attiva; sono arrivato come civico. Mi ero occupato in altre forme dello sviluppo del territorio. Il punto che secondo me dovrebbe caratterizzare qualsiasi comunità è quello della collaborazione oltre le differenze o le diverse posizioni ideologiche; questo per il bene comune e la costruzione della comunità stessa. In quasi quattro anni – compresa la campagna elettorale – questo elemento è stato messo in ombra e trovo sia un peccato. Due anni e mezzo fra pandemia e guerra avrebbero dovuto indurre alla ricerca della collaborazione, avrebbero dovuto servire ad essere propositivi, evitando un’opposizione trita, basata sull’ideologia, ma ragionando insieme sui singoli provvedimenti. Il tutto, da parte nostra, all’opposizione, senza esasperare il contrasto: ad alcuni potrei essere apparso morbido, però ci tengo a dire che questa linea è stata adottata per il forte senso di comunità che ho provato in un periodo caratterizzato da stravolgimenti mondiali. Mi ha sorpreso questa difficoltà a essere coesi; ha prevalso il concetto di ‘adesso ci siamo noi e fortunatamente mettiamo in atto noi cose mai fatte prima’. Risultato: abbiamo ottenuto una città più spaccata e meno aggregata e in questo periodo di difficoltà non è bello”
A quali episodi di mancata collaborazione si riferisce?
“Ci sono stati diversi momenti di mancanza di apertura. In piena pandemia ricordo un consiglio comunale a palazzo Trinci nel quale abbiamo esposto le nostre idee per l’approvazione del bilancio e per le proposte sul Pnrr. Proposte molto concrete, anche frutto di incontri online con i cittadini, momenti molto partecipati. Ecco, queste idee sono state… non voglio dire snobbate ma sostanzialmente poco ascoltate, non raccolte. Il momento era critico, stavamo a distanza di sicurezza e con le mascherine, igienizzavamo il microfono tra un intervento e l’altro. Un tempo drammatico nel quale, a fronte di proposte concrete, l’atteggiamento della maggioranza è stato quello di dire: ‘Noi governiamo e voi siete l’opposizione’. Un’occasione persa: avevamo portato idee innovative come la creazione di una Casa di comunità, di una Casa delle associazioni, del co-housing per anziani, ma la risposta purtroppo è stata di contrapposizione. Questo è forse il frutto di una destra al governo dopo 72 anni, che ha avuto la volontà di affermare il proprio ruolo, di affermare ciò che riusciva a fare. È giusto oggi valutare ciò che è stato fatto. Sono state operate scelte ideologiche sull’intitolazione di piazze e vie; è stata bocciata l’intitolazione di una via a Gino Strada e non aveva senso farlo: è stato un uomo che ha operato per la pace e sarebbe stato un segnale importante”
Guardiamo alla prossima campagna elettorale: sarà ancora senza partiti e improntata al civismo o torneranno le organizzazioni partitiche?
“Oggi la comunità è più divisa, c’è una Foligno tifosa della destra e una Foligno disillusa e volenterosa di un’opposizione più forte. Quanto ai partiti penso che si tornerà indietro; l’aggregazione partitica è sana, è democrazia; l’organizzazione è importante. Certo, prendere dalla società civile dove c’è chi si impegna in prima persona è importante, ma non significa che questo sia in antitesi con i partiti, anzi, se spalancheranno le loro porte, chi è interessato davvero penso sia pronto ad entrare. Credo che non avrà futuro la politica ‘cattiva’ sui social. Vincerà – prima o poi – la serietà. Vincerà la voglia di dialogo vero, anche all’interno delle strutture partitiche e si tornerà ad un movimento popolare… (CONTINUA…)
di FEDERICA MENGHINELLA
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