Alla ricerca dell’anfiteatro perduto
Alcune associazioni hanno dato vita al comitato “Fulginia”, che ha come scopo la valorizzazione del patrimonio archeologico cittadino. Primo passo, avviare una campagna di scavi nella zona di Santa Maria in Campis, dove si ipotizza fosse presente il nucleo della Foligno romana. Coinvolto anche un professore di fama internazionale, il francese Vincent Jolivet
Prudenza. È la parola d’ordine che deve necessariamente accompagnare quello che potrebbe essere un momento di svolta per riscrivere la storia di Foligno. Tutto parte dalla volontà di alcuni concittadini pron- ti a mettersi in gioco per avviare, il prossimo anno, una campagna di scavi nell’area di Santa Maria in Campis. L’obiettivo principale degli archeologi è chiaro: definire una volta per tutte quale fosse il centro della Foligno romana. Per decenni, se non per centinaia di anni, si è dibattuto su quello che doveva essere il nucleo principale di Fulginia. Un tema che da sempre ha diviso gli esperti e che vede due scuole di pensiero. La prima è quella che vuole il centro della Foligno che fu nell’area dove attualmente è eretta la cattedrale di San Feliciano. La seconda punta invece su Santa Maria in Cam-pis quale cardine dell’impianto principale di Fulginia. A confutare questa tesi c’è qualcosa di più di un indizio. Di cosa si tratta? Di quelli che sembrano essere i resti dell’anfiteatro romano di Fulginia. Una costruzione edificata in un’area attualmente di proprietà privata e dove, nascosto da una fitta vegetazione, si trova un impianto in muratura che ha resistito anche ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Già, perché molte delle numerose bombe sganciate su Foligno durante il conflitto sono cadute proprio nella zona alle pendici della Flaminia, a cavallo con via Rubicone. Ma la possibilità che lì sotto, sepolto dalla terra, potrebbe esserci un anfiteatro, non è una novità. A raccontarlo è Maria Romana Picuti all’interno del 45esimo Bollettino Storico della città di Foligno edito dall’Accademia Fulginia, finito di stampare la scorsa primavera (Foligno dalla preistoria al medioevo. Nuove ricerche, a cura di M. Albanesi, L. Barelli, M.R. Picuti). Nella sua ricerca, l’archeologa ripercorre minuziosamente la storia degli studi e lo stato delle conoscenze sull’anfiteatro, con le prime avvisaglie che risalgono addirittura al XVI secolo… (Continua)
Di FABIO LUCCIOLI
TI INTERESSA QUESTO ARTICOLO?
Per leggerlo integralmente
ABBONATI ALL’EDIZIONE DIGITALE O CARTACEA
CLICCANDO QUI
OPPURE CERCA LA GAZZETTA DI FOLIGNO IN EDICOLA