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Implicazioni del periodo siccitoso sulla biologia della palude di Colfiorito

Come è noto, la siccità è una condizione meteorologica naturale e temporanea caratterizzata primariamente da una riduzione delle precipitazioni rispetto alla climatologia del territorio interessato dall’evento e si distingue dalla scarsità idrica, condizione in cui la domanda eccede la naturale disponibilità di risorse idriche rinnovabili.

La valutazione a scala nazionale dei livelli di severità di eventi di siccità, è svolta anche e soprattutto all’interno degli Osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici, che sono l’organo di confronto ufficiale a livello di distretto idrografico tra istituzioni locali, regionali e nazionali per la gestione della risorsa, specialmente durante eventi di siccità e scarsità di acqua.

La discussione sulla situazione in atto e sulle eventuali misure da intraprendere, tenuta sulla base dell’analisi dei dati e degli indicatori, ha evidenziato una generale situazione di severità idrica alta, in linea sia con i bollettini regionali basati su dati delle stazioni di misura che con quelli nazionali ed europei basati su dati di rianalisi. La criticità del momento ci costringerebbe a fare più che a parlare, mentre nella realtà si assiste ad una sorta di “disputa da bar” dove tutti quelli meno qualificati si sentono autorizzati a definire le linee d’intervento con tanto di dettagli sulla tipologia e sui tempi. Vi dico questo perché chi rischia di subirne le conseguenze è la nostra preziosissima Palude di Colfiorito nel suo aspetto principale e delicato.
(NELLA FOTO: Palude di Colfiorito, confronto tra maggio (a destra) e luglio (a sinistra) 2022. DI Nicola Cirocchi)

A questo punto permettetemi di tracciare un quadro della situazione: la creazione della Rete Natura 2000 è una pietra miliare per tutelare la diversità delle specie e degli habitat in Europa e in Italia e per mantenere la funzionalità ecologica degli ecosistemi. Ciononostante, questo sistema statico delle aree fisse potrebbe porre importanti limiti in seguito agli effetti del cambiamento climatico, in modo particolare negli ecosistemi acquatici. Inoltre, va tenuto conto dei prevedibili effetti del cambiamento climatico, in modo particolare negli ecosistemi acquatici, per fronteggiare i quali è necessario definire una strategia di adattamento volta a ridurre l’impatto su specie ed habitat legati all’ambiente acquatico, con particolare attenzione alle specie migratrici e alle specie legate agli ambienti montani. Pertanto, è necessario e fondamentale investire sulla ricerca, al fine di sviluppare strategie e misure di conservazione per aumentare la resistenza e la resilienza degli ecosistemi acquatici e per migliorare la connettività delle aree protette e delle aree importanti per la tutela della biodiversità, fra cui le zone umide, come quella della Palude di Colfiorito, risultano prioritarie, e per il mantenimento dei servizi ecosistemici

Di ALFIERO PEPPONI

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