Fede, tradizione e identità: la Passione di Colfiorito e Fiamenga
A due anni dall’ultima volta, nel territorio torneranno il racconto e la rappresentazione della Crocifissione di Gesù, attraverso momenti che coinvolgono totalmente entrambe le comunità, costrette a rimanere ferme a causa della pandemia
Uno stop lungo due anni. È quello imposto dalla pandemia a tante, tantissime attività che facevano e fanno tutt’ora parte dell’identità del territorio. Tra queste ci sono senza ombra di dubbio le rappresentazioni della Passione di Gesù, che nel Folignate trovano massima espressione nelle due frazioni di Colfiorito e Fiamenga. Due comunità che, più di altre, hanno sofferto fortemente il blocco delle attività legate alla rappresentazione delle ultime ore terrene di Cristo. Pur con modalità e storie completamente diverse, il Venerdì Santo di Colfiorito e Fiamenga nel corso del tempo è diventato un appuntamento che interseca fede, tradizione e identità di comunità fortemente legate alla Passione. Ora che le disposizioni anti Covid hanno permesso un allentamento delle restrizioni, si potrà tornare alla (quasi) normalità. Un segno di speranza e rinascita che venerdì vedrà il culmine di un lavoro che riesce ad unire in nome di Gesù credenti e non credenti.
QUI COLFIORITO
È nella seconda metà dell’Ottocento che a Colfiorito affonda la tradizione della processione del “Cristo Morto”. Un appuntamento che, stando ad alcune ricerche storiche, si svolgeva già nel 1500 se non il secolo prima. Un’occasione che permette non solo ai colfioritani di fare comunità, visto che il Venerdì Santo vede l’impegno e la partecipazione degli abitanti di praticamente tutte le frazioni dell’Altopiano. Ma il Covid-19 negli ultimi due anni non ha fermato la fede. Senza la processione, i sacerdoti hanno voluto comunque essere vicini ai fedeli, girando per le vie del paese e fermandosi sull’uscio delle porte delle famiglie di Colfiorito. Nessuno poteva muoversi di casa per la pandemia, ma c’è chi affacciandosi dalla finestra aveva intonato lo Stabat Mater. Momenti di forte emozione, anche in virtù del delicato momento storico che tutti stavano vivendo.
Quest’anno però si cercherà di tornare alla normalità. Il “Cristo Morto” sarà accompagnato da croci, penitenti e dai cantori, solo per citare alcuni figuranti e protagonisti della processione. “Le prove dei cantori sono iniziate da diverso tempo – commenta Dante Santoni, volontario di Colfiorito e membro del Coro del Miserere -. C’è poi chi sta lavorando per i costumi e la sistemazione delle croci colorate, capaci di illuminare il buio della notte. Speriamo che quest’anno la cerimonia e la processione siano sentite come in passato”.
È proprio la luce delle croci e delle fiaccole posizionate nelle vie a fare da contraltare al buio dei vicoli e delle strade di Colfiorito. Lì dove la processione passa, partendo dalla chiesa di Maria SS. Assunta che si trova nel centro del paese. Alle 21 uscirà il primo penitente. A rompere il silenzio della contemplazione e della Passione sarà solamente il rumore delle catene dei penitenti. Un clima suggestivo che da sempre ha attirato tantissime persone a Colfiorito, anche al di là dei confini regionali. Anche i bambini sono coinvolti nell’appuntamento, perché a Colfiorito fede e senso di comunità vanno di pari passo sin dai primi anni di età…
Di FABIO LUCCIOLI
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