A Spello torna la “La Bella Stagione”
Torna ad alzarsi il sipario al teatro “Subasio” di Spello. Dopo la chiusura forzata a causa del Covid, si riaccendono infatti le luci del piccolo ma prezioso centro culturale della Splendidissima Colonia Julia. Promossa da Fontemaggiore, la rassegna ha per titolo “La Bella Stagione” e vedrà alla guida la nuova direttrice artistica Beatrice Ripoli.
Beatrice Ripoli, dopo una lunga pausa si torna finalmente a teatro e per Fontemaggiore questo ritorno è stato, di fatto, anche l’inizio di un nuovo percorso, segnato da un cambio alla direzione artistica…
“Sì, sono subentrata a Stefano Cipiciani alla direzione artistica di Fontemaggiore. Per anni abbiamo lavorato fianco a fianco, lui occupandosi della programmazione, io della parte artistica, della regia, della formazione e della progettazione. Per cui, quando ha deciso di andare in pensione, non c’è stato un vero e proprio passaggio di testimone, quanto una naturale prosecuzione del lavoro già avviato in passato. Certo, si aggiunge altro lavoro alle mie mansioni, perché prima era lui che lavorava alle stagioni teatrali, lui che teneva i contatti con le compagnie, lui che partecipava ai vari festival. D’ora in poi, invece, sarò io ad occuparmene”
Sarà un corso in continuità o di rottura rispetto al passato?
“Il progetto è quello di lavorare in continuità con il passato inserendo delle novità, a cominciare dall’ampliamento della rete delle collaborazioni. Credo che fare rete sia oggi la carta vincente, soprattutto in un settore come quello della cultura. Un’anticipazione l’abbiamo già avuta negli scorsi mesi con la partecipazione a ‘Stravagante – Festival dei Paesaggi’ di respiro interregionale. Dopo la clausura forzata a causa del Covid, abbiamo sentito il bisogno di questa apertura. Anche all’interno della nostra organizzazione ci stiamo ristrutturando con nuovi soggetti e nuovi soci. Nella sfortuna della pandemia abbiamo avuto un’opportunità molto grande, quella di esserci presi del tempo per pensare e ridisegnare la nostra struttura. C’erano delle cose che da tempo erano nell’aria e alle quali finalmente stiamo dando delle ‘gambe’. Questa circostanza ha fatto sì che potessimo sviluppare una programmazione più strutturata. In più abbiamo la consapevolezza di ciò che siamo, cioè l’unico centro di produzione dell’Umbria, uno dei 24 presenti in Italia e con 60 anni di vita alle spalle. Fontemaggiore è stata una fucina di menti, pensieri e visioni del mondo teatrale regionale. Ed è una consapevolezza, questa, che dobbiamo rafforzare. Non c’è stata, quindi, una spaccatura rispetto al passato, quanto la volontà di dare maggiore ossigeno, di rivitalizzare e rinnovare. E poi Fontemaggiore è una realtà che ha sempre riservato grande attenzione ai giovani…
di MARIA TRIPEPI
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