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Un inventario pastorale per monsignor Sorrentino

Sono sei i grandi segni lasciati dal Vescovo Gualtiero Sigismondi nel suo episcopato folignate. La nuova guida della diocesi dovrà affrontare due questioni che iniziano a “pesare”.

Il Vescovo Gualtiero Sigismondi ha lasciato alla Diocesi di Foligno un’importante eredità. Oltre al suo stile profondo, colto e intimo, egli ha consegnato alla città almeno sei grandi segni.

Il primo segno è relativo al funzionamento vivace e partecipato del Consiglio Pastorale Diocesano come testimoniato dal libro “Mons. Gualtiero Sigismondi. Il Vescovo della sinodalità (2008-2020)”. Il secondo segno concerne l’impegno nel sociale grazie al solido sostegno assicurato all’attività di assistenza ai bisognosi della Caritas diocesana. Il terzo riguarda la promozione dell’educazione cristiana e dell’animazione dei giovani attraverso la grande diffusione degli Oratori. Il quarto corrisponde all’investimento nella comunicazione comunitaria tradottosi in strumenti quali la Fondazione San Domenico, La Gazzetta di Foligno, Radio Gente Umbra e il puntuale sito web della stessa Diocesi. Il quinto segno consiste nella significativa presenza della Chiesa folignate nel mondo della cultura tramite l’ottima risistemazione della Biblioteca Jacobilli, che si affianca a quella altrettanto mirabile del Museo Diocesano. Il sesto, infine, rinvia al cantiere ormai avviato per restituire ai fedeli un Duomo restaurato dopo i danni del terremoto.

Forte di questa eredità (auspicabilmente da conservare e magari da potenziare), il Vescovo Domenico Sorrentino potrà così affrontare due questioni che cominciano a pesare sulla Chiesa locale…

Di ROBERTO SEGATORI

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