Donne arrabbiate? Donne indignate? Donne della speranza!
Per non fare dell’8 marzo una festa indolore
Donne arrabbiate? Se per rabbia intendiamo il sentimento di ira spesso impotente, allora, quasi certamente, le donne sono arrabbiate.
Arrabbiate di fronte all’immagine della donna che ancora numerose trasmissioni e una certa cultura sessista insistono a “promuovere”; arrabbiate di fronte ai dati dell’ISTAT, che dichiarano in crescita la disoccupazione e in particolare la disoccupazione femminile; arrabbiate di fronte alle ripetute notizie di cronaca nera che dichiarano le donne oggetto di violenza e di efferati delitti. Donne indignate? Sì, le donne sono indignate, le donne si ribellano risolutamente a quanto offende la loro dignità, ma anche la dignità altrui.
Indignate per essere penalizzate nell’occupazione, perché sei donna che potrebbe anche decidere di essere madre e rischiare di essere licenziata; indignate per essere marginalizzate nei luoghi del governo della cosa pubblica; indignate perché se vuoi raggiungere le stanze del potere, devi essere “più brava di un uomo”.
Donne della speranza!
Sì, le donne possono donare a questo nostro mondo, piuttosto sfiduciato, la speranza.
Donne della speranza. Per il solo fatto che danno la vita, le donne aprono a uno sguardo sul futuro, permettono che l’oggi non si chiuda su se stesso.
Donne della speranza, perché si alzano in piedi e scendono in piazza, “se non adesso, quando?” per dire che non ci stanno ad essere ridotte a oggetto del piacere di un potente di turno.
Donne della speranza, perché possono testimoniare che “lo stesso corpo umano racchiude una bellezza infinita e profonda da riscoprire, rispettare, apprezzare e valorizzare”, la bellezza che Dio gli ha donato.
Donne della speranza, nella Chiesa, perché il sì di Maria “ha posto la donna nel cuore dell’evento salvifico”, perché possono donare lo spirito materno di accompagnamento educativo e lo spirito di donazione nel matrimonio e nella famiglia.
Donne della speranza, per la Chiesa, perché il genio femminile ha donato “nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni” manifestazioni di santità, di presenza culturale e di promozione sociale.
© Gazzetta di Foligno – ORTENSIA MARCONI