Foligno anni Cinquanta, la tradizione dei bar
A Foligno i bar degli anni Cinquanta avevano un fascino tutto particolare. Le bottiglie dei liquori disposte sulle mensole e lo specchio che ne moltiplicava il numero, le storiche clavette di vetro della Sanpellegrino con i soft drink per eccellenza, il barman con il papillon e la giacca bianca, il rumore delle palle del biliardo, quello delle carte calate con sicurezza sul tavolo a tre zampe e, spesso la tenda con i fili di plastica, la segatura in terra quando pioveva e l’inevitabile cortina di fumo, un filtro verso un mondo particolare e accattivante. Questa era l’atmosfera del bar dove si trascorreva volentieri una parte della giornata, dove si trovavano gli amici e dove si commentavano, con un’arte tutta particolare, le vicende del mondo. Dietro il bancone c’erano i prototipi del moderno barman. Quelli che ascoltavano, confortavano e conoscevano tutto ciò che accadeva. A Foligno c’era Mario Monsignori che nel suo locale in Piazza è stato il primo a roteare le bottiglie prima di servire i cocktail, proprio come fanno oggi i moderni barman freestyle…
di MAURO SILVESTRI
TI INTERESSA QUESTO ARTICOLO?
Per leggerlo integralmente
ABBONATI ALL’EDIZIONE DIGITALE O CARTACEA
CLICCANDO QUI
OPPURE CERCA LA GAZZETTA DI FOLIGNO IN EDICOLA