Oratorio, presidio educativo a servizio delle comunità e del territorio
L’oratorio è, in senso moderno, un edificio dove parroci, educatori ed animatori educano bambini e ragazzi alla fede cristiana, alla scoperta dell’amicizia, al gioco, alla conoscenza del territorio e delle sue ricchezze ed oggi al recupero della socialità, dopo un lungo periodo di chiusure ed isolamenti. Inizialmente l’oratorio era un piccolo luogo di preghiera dove i fedeli si riunivano. Se pensiamo ai giovani, l’oratorio è un insieme di attività che interagiscono con il territorio, è un’azione pastorale della Chiesa ed è un tempo da “ordinare in termini educativi”. Gli oratori quindi sono “una realtà vitale e in continua evoluzione”: così il Rapporto 2020 di Eurispes (Istituto di ricerca degli italiani) definisce il mondo degli oratori italiani.
Ma in questo periodo tutto ciò si è forzatamente perso. In linea generale quasi tutti gli oratori, almeno nove su dieci, sono rimasti aperti, pur con giornate e orari contingentati e con attività spesso a “distanza”; ma a mancare in gran numero sono stati i protagonisti, gli attori principali degli oratori, ovvero bambini e ragazzi. Prima di tutto per il rispetto delle giuste regole, poi perché frenati dalla prudenza e dalla paura del Coronavirus, come del resto è successo anche con la partecipazione degli adulti alle messe “in presenza” nelle chiese. Ma anche durante questa pandemia da Coronavirus, nessuno ha chiuso per sempre. Una situazione, dunque, a “macchia di leopardo” o ad “arcipelago” ma che ha visto quasi tutti gli oratori proporre attività e iniziative, in vari modi e con vari sistemi. Circa 8mila gli oratori attivi in Italia concentrati in gran parte al nord. Buone presenze si riscontrano in Lombardia, in Veneto e in Emilia, nelle Marche, in Umbria, nel Lazio soprattutto a Roma, e in Puglia; sono invece spesso legati alla presenza dei salesiani gli oratori in Piemonte e in Sicilia; minori le presenze in Italia meridionale…
di IVANA ROSCINI VITALI
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