vuoto2

La Chiesa provoca sul futuro dell’Umbria

Giuliano Amato ed Ernesto Galli della Loggia presentano il volume “Poliarchia e bene comune…”, una occasione per riflettere sul laicato e sui rapporti tra Chiesa e politica nella nostra regione.

Ascoltiamo la provocazione di mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Conferenza Episcopale Umbra. Il messaggio è chiaro: “Non è venuto il momento di pensare una nuova fase della storia regionale, una fase nella quale la crescita delle opportunità e il futuro della regione vengano presi concretamente in mano da tutte le sue istituzioni sociali, senza primati, in un quadro di collaborazione e di autonomia, allargando gli orizzonti – dei mercati, delle relazioni culturali, del dialogo religioso – e riconoscendo tutti insieme che una stagione si è chiusa e che occorre guardare oltre?”.

Con queste parole il presule ha aperto a Perugia la presentazione del libro Poliarchia e bene comune. Chiesa, economia e politica per la crescita dell’Umbria, che riporta le relazioni del Convegno regionale del 2009 della Commissione per la pastorale sociale della Ceu. Ma non è ingerenza, questa irruzione della Chiesa nella politica regionale? E non sono ingenerose certe analisi del libro? L’on. Giuliano Amato ha fugato il primo dubbio, chiarendo il concetto di laicità dello Stato e l’importanza che la religione entri nello spazio pubblico, anche per concorrere a rinnovare l’etica sociale. Il prof. Ernesto Galli della Loggia ha parlato di “un libro molto coraggioso”, apprezzando che “solo la Chiesa ha potuto fare un’analisi e delle proposte che rompono la coltre di conformismo”. Non ha lesinato critiche neppure ai cattolici umbri per essersi “ritirati in quel devozionismo protetto in cambio della disponibilità all’adattamento”, di cui parla Luca Diotallevi. Per lo più attoniti i politici regionali presenti, ma in fondo alla Sala dei Notari qualcuno osservava che da un po’ di tempo, in Umbria, per fare una riflessione seria e coraggiosa sulla politica regionale “bisogna andare a sentire le parole dei vescovi”. E così è. Scorgiamo anche noi una diffusa lentezza nel ceto politico dirigente a confrontarsi con i cambiamenti, a fare scelte coraggiose. Nelle stesse forze di governo della regione, non sono mancati da quindici anni a questa parte intuizioni, propositi e promesse scritte sulla modernizzazione umbra, sul superamento del dirigismo, su nuove politiche per il lavoro e lo sviluppo che non ripropongano vecchie logiche statalistico-assistenziali. Sono mancate però le capacità di passare dalle parole ai fatti.

Persiste una cultura politica e di governo troppo legata al passato, spinta più dall’inerzia che dal futuro; mentre servirebbe un potere politico più orientato alla definizione delle regole per la competizione e le pari opportunità e meno impegnato nella gestione diretta (e clientelare). Il rimedio – propone mons. vescovo Paglia – sta in una lettura pluralista e poliarchica della società regionale, nella quale, in vista della crescita economica, ciascuna istituzione sociale – imprese, università, famiglie, comunità religiose, organizzazioni di governo, partiti e sindacati – concorra al bene comune: ciascuna secondo la propria funzione e nella consapevolezza di una responsabilità comune. La Chiesa dal canto suo – conclude il vescovo – è amica della Città, è interna ad essa e ne sente la responsabilità.

© Gazzetta di folgino – ANTONIO NIZZI

0 shares
Previous Post

Una laurea non basta

Next Post

Settimana Politica 2011 – 10

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content