Il virus e le nostre responsabilità
Dove finiscono le regole e dove inizia il nostro senso di responsabilità? Una distinzione non dovrebbe nemmeno esserci. Il senso civico, il nostro dovere di cittadini, dovrebbero venire prima di qualsiasi imposizione. Un discorso che vale a maggior ragione in un periodo come quello che stiamo vivendo. Probabilmente nessuno si sarebbe immaginato di passare la seconda Pasqua di fila in “zona rossa”. Invece, a un anno dalla pandemia, sembra essere cambiato poco o nulla. Ogni volta che esce un nuovo Dpcm, una nuova ordinanza regionale o comunale, le alzate di scudi sono una prassi. Prima di criticare questi provvedimenti, abbiamo mai pensato a fare la nostra parte? In molti casi la risposta sembra essere negativa. Nella città che la scorsa primavera ospitava i camion dell’esercito per trasportare le bare delle vittime da Covid-19, poche settimane fa migliaia di tifosi si sono ritrovati fuori dallo stadio per incitare una squadra di calcio. Una scena vista anche in altre parti d’Italia.
Ma per assistere a situazioni di questo tipo – più o meno eclatanti – basta guardarci attorno. Anche nella nostra città le forze dell’ordine sono dovute intervenire perché alcune persone stavano assistendo ad una partita in tv all’interno di un circolo. Non è certo così che si sconfigge una pandemia...
di FABIO LUCCIOLI
TI INTERESSA QUESTO ARTICOLO?
Per leggerlo integralmente
ABBONATI ALL’EDIZIONE DIGITALE O CARTACEA
CLICCANDO QUI
OPPURE CERCA LA GAZZETTA DI FOLIGNO IN EDICOLA