La crisi aiuterà i laici a comprendere il loro ruolo
Intervista a Mons Giancarlo Maria Bregantini
Nel suo intervento ha detto che la crisi ci deve fare da maestra. Che cosa ci dice questo tempo difficile rispetto all’uso delle risorse naturali, un tema che è entrato nella riflessione della Chiesa solo di recente?
La Caritas in Veritate affronta la questione in modo ampio e profondo. Forse è vero che la Chiesa è arrivata un po’ in ritardo, ma questo le ha consentito di chiarire la prospettiva “escatologica” della cura della Terra. Ai miei ragazzi dico: -la Terra senza il Cielo è fango, è il Cielo che la fa diventare Giardino -.
Il Papa ha chiarito che senza l’ecologia del cuore, non si risolve il problema dell’ecologia della Terra. Non basta il volontarismo! Certo, adesso la riflessione della Chiesa dovrebbe tradursi in operatività, magari attraverso alcuni “segni”, ad esempio nella battaglia per l’acqua. Ci sarà un referendum in aprile, personalmente chiederò al cardinal Bagnasco che il tema dell’acqua venga affrontato in sede di Conferenza Episcopale, questo darebbe molta spinta ad una campagna che non è politica, tantomeno partitica.
In questo momento di crisi tutti sono concentrati nell’individuazione di strategie per lo sviluppo. Il tema invece dei “modelli di sviluppo” sembra essere passato in secondo piano, ma nella Caritas in Veritate il Papa ci dice che è necessario inserire il seme del dono nei meccanismi economici. Come si realizza questo?
Certamente incontriamo maggiore difficoltà ad individuare le concrete modalità, ma questo non è il compito dei sacerdoti, degli studiosi e, in generale, della dottrina della Chiesa. Noi lanciamo il “perché”, il “come” deve venire dal laicato, dagli insegnanti, dagli imprenditori…
Ma veniamo da una stagione nella quale la gerarchia della Chiesa, senza ora indagarne le ragioni, ha effettuato un’attività di supplenza del ruolo laicale…
Ma, ad esempio, la settimana sociale è stata gestita in gran parte dai laici. Sono dei laici coraggiosi che ne stanno portando avanti il messaggio. La mediazione delle associazioni laicali è indispensabile, mediazione intesa non come ricerca del compromesso, ma individuazione delle modalità operative. La crisi che viviamo darà ai laici la possibilità di un rilancio del loro ruolo! In questo momento abbiamo bisogno gli uni degli altri. Io, vescovo, non sono capace di dirti il “come”, posso aiutarti a capire il “perché”.
La Chiesa è coinvolta nei meccanismi economici perché, nello svolgimento dell’attività pastorale, si serve di beni, ha relazioni con la politica, con la finanza. Questa implicazione può influenzare l’orientamento della Chiesa sui temi sociali ed economici?
Il limite c’è se delle cose materiali la Chiesa fa vanto o sicurezza. Il Rosmini nel secolo scorso si chiedeva se la perdita di tanti privilegi della Chiesa dopo la rivoluzione francese fosse un guadagno o una perdita: lui pensava che fosse un guadagno!
Le mani possono rapire o accogliere, la mano che rapisce non molla, quella che accoglie è capace di donare. Domani andrò a fare una breve testimonianza all’incontro sul “sovvenire” (8×1000 ndr). La Chiesa si sta accorgendo che la questione non si può affrontare solo con gli strumenti della pubblicità, ma vi è invece la necessità della testimonianza concreta dei preti capaci di vivere appieno la carità!
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI