La Regione tradisce, le famiglie scendono in piazza
Brega: impegno a riesaminare la legge. Marini: le vedove sono famiglia
Un detto fin troppo popolare nel nostro paese sentenzia: fatta la legge, trovato l’inganno. Questa la sorte cui pare stia andando incontro la legge regionale n. 13 del 26 febbraio 2010 “Disciplina dei servizi e degli interventi a favore della famiglia”. Circa un anno fa era stata acclamata come un’eccellenza di cui potersi giustamente vantare come regione e come cittadini. Con essa si erano stanziati ben 3 miliardi e 100 milioni a sostegno delle famiglie che, in tempi di crisi, avevano chiesto a gran voce un’attenzione concreta da parte delle istituzioni, fatta non solo di belle parole.
Tutto questo in seguito ad un’iniziativa popolare con cui si erano raccolte 12.000 firme ed erano state inviate alla regione altrettante cartoline di sollecito, giusto per far capire che quella del Forum delle Associazioni Familiari non era la battaglia di qualche donchisciotte né il presentarsi sulla scena politica di una nuova lobby. In quella proposta di legge c’era un’indicazione che veniva dal basso, da gente spesso ignara delle finezze della politica di palazzo, che si aspettava semplicemente una risposta intelligente ad un problema urgente e per questo sottolineato con forza. La legge era già bella e fatta, bastava prenderla e con essa si sarebbe preso anche il merito.
Così è stato un anno fa.
Ma negli ultimi giorni la stampa regionale e nazionale (per non parlare della rete) ci ha fatto sapere che, nel momento di passare ai fatti, la Regione Umbria ha presentato un regolamento attuativo che sconvolge l’identità del provvedimento in questione. Molti i punti contestati, ma tra questi spiccano: l’invenzione delle “famiglie unipersonali di donne” (incostituzionale), la definizione di famiglia numerosa “con quattro componenti e oltre”, (le norme nazionali ne prevedono sei), e infine il vincolo della fascia di reddito, che oltre a essere calcolata con l’indicatore ISEE (obsoleto e iniquo, ma tenacemente difeso dalla Giunta) prevede non solo un limite in alto di 23.000 euro ma anche, udite udite, uno in basso di 7.500. Cioè ci saranno molte famiglie che non potranno essere aiutate perché troppo povere! Il Forum ha sollevato le sue obiezioni, che sono state respinte al mittente, così lunedì 21 i rappresentanti di oltre trenta associazioni, insieme a molte famiglie, si sono ritrovati a mangiare pizza e crostata (e a suonare trombette!) sotto la sede del Consiglio Regionale, il cui presidente, Eros Brega, ha deciso di ascoltare una delegazione con la quale si è impegnato “per un più attento esame delle richieste sulla legge umbra di tutela della famiglia”. La presidente Marini invece non si è fermata a fare merenda, ma passando ha sentenziato lapidaria: “Le vedove sono famiglia”. Tra i tanti punti oscuri, su almeno uno chiediamo lumi: e perché i vedovi no?
© Gazzetta di Foligno – FRANCESCO BOVI