Se i sindaci andassero a scuola da La Pira
Il prof. Giulio Conticelli ha parlato al San Carlo su La vocazione sociale del cristiano nella città: il messaggio di Giorgio La Pira. Il caloroso applauso del pubblico che ha invitato l’oratore a ritornare a Foligno per riflettere ancora su questa splendida figura, la dice lunga sul successo dell’importante iniziativa presa da Città Viva.
La Pira (1904-1977) è stato un uomo straordinario. Un sognatore con i piedi sulla terra. Protagonista alla Costituente, è stato poi, da Sindaco di Firenze, un instancabile promotore di dialogo con tutti potenti del mondo. Sempre impegnato sul fronte della pace. Il relatore ha ricordato che dal 1952 al ’56 Firenze è stata sede di ben cinque Convegni internazionali per la pace e la civiltà cristiana; nel ’55 sede del Convegno dei sindaci delle capitali del mondo e tra il ’58 e il ’64 dei quattro Colloqui mediterranei.
La Pira è stato soprattutto (dal 1951 al ’58, dal 1961 al ’65) il sindaco “santo” per la sua Firenze, il sindaco più amato dagli “ultimi” della sua città. Il relatore ne ha ricordato le scelte coraggiose e lungimiranti. Nel 1952 distribuisce gratuitamente il latte caldo nelle scuole. Al motto “non case, ma città!”, inizia la costruzione dell’Isolotto. Lotta per la difesa dei 2000 operai della Pignone e con Enrico Mattei, presidente dell’Eni, la potenzia aprendole i mercati internazionali. Requisisce, trasformandola in cooperativa, la Fonderie delle Cure messe in liquidazione dai proprietari. Difende con gli operai le Officine Galileo. Non teme di requisire gli alloggi sfitti da destinare agli sfrattati. La casa, la disoccupazione, l’assistenza ai poveri, la scuola, la ricostruzione della città bombardata: sono anni difficili, roventi, in piena crisi economica. Le innumerevoli iniziative assistenziali e promozionali destinate alla crescita del tenore di vita cittadino – ha ricordato Conticelli – ebbero tuttavia reazioni opposte: da un lato, aumentarono il prestigio morale del “sindaco santo” in larghe fasce sociali, dall’altro non mancarono le critiche dei comunisti fiorentini che lo ritennero un “falso samaritano” e dello stesso Sturzo che lo accusò di comunismo-statalista. Critiche di demagogismo e di utopismo, addirittura di forzatura dei confini della legalità, gli arrivarono da sinistra e da destra. La Pira non mollò mai, restando fedele a quei principi – il valore fondante della persona, da cui scaturiscono tutti i diritti sociali come il lavoro, la salute e l’istruzione – che aveva concorso a scrivere nella Carta costituzionale.
L’attualità dell’azione politica di La Pira, l’oratore l’ha condensata nell’immagine profetica di una moralità alta e competente, protesa verso un bene comune, ricercata partendo dal servizio e dalla tutela della “povera gente”. La Pira resta attuale nelle sue iniziative di politica estera e nella sua ostinata dedizione alla causa della pace. Per tutti gli anni ‘50 e ’60 è stato il “politico” italiano – ma era solo il Sindaco di Firenze! – più conosciuto e apprezzato dai grandi della politica mondiale. Ci ha lasciato una straordinaria testimonianza di cristiano impegnato nelle cose del mondo.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI