Mascherine ‘made in Foligno’ fra competenza e innovazione
In piena emergenza sanitaria, con una grave carenza di attrezzature protettive, anche a Foligno c’è chi, con l’ingegno e l’innovazione si mette al servizio della lotta alla pandemia. Questo è quello che hanno fatto due ingegneri: Alessandro Lini, trentottenne folignate, laureato in ingegneria meccanica all’Università di Perugia e Antonio Picardi, quarantenne napoletano, laureato in ingegneria idraulica all’Università di Napoli.
Brevemente la loro storia: dopo aver costituito la CRE S.r.l. (Contractor Renewable Energies) con sede in Foligno, una società di ingegneria multidisciplinare con notevole esperienza e know-how nel settore dell’energia rinnovabile, che ha progettato e realizzato grandi centrali elettriche fotovoltaiche per conto di aziende internazionali del calibro della “British petroleum”, hanno successivamente creato anche una innovativa start up “E2”, operante nel settore dell’efficienza energetica e delle smart-grid col preciso intento di sviluppare soluzioni innovative.
All’inizio del 2020, si sono ritrovati improvvisamente in piena crisi pandemica ed economica, con aziende costrette a chiudere e lavoratori in cassa integrazione. Hanno deciso di reagire allo sconforto ed insieme ai loro collaboratori hanno cercato di offrire una valida soluzione, una risposta alla mancanza dei dispositivi di protezione, sia per il personale medico che per la popolazione. Lavorando in smart working e seguendo le linee guida del Politecnico di Milano, Lini e Picardi hanno definito una soluzione tecnica per realizzare una mascherina prodotta completamente a mano ma tecnologicamente all’avanguardia e funzionale per la protezione delle persone.
È stato quindi coniato un nuovo brand “Life Italia” per la produzione e commercializzazione di dispositivi di protezione individuale nel settore medicale farmaceutico come mascherine, visiere, camici e quanto necessario per rendere sicuro il lavoro dei sanitari che stanno lottando giornalmente contro il Covid-19.
In collaborazione con il Dipartimento di Bioingegneria di Catania sono stati immediatamente avviati test di biocompatibilità dei materiali scelti e, finalmente, il 6 aprile grazie alla collaborazione di alcune aziende di confezionamento umbro, in particolare “B10 confezioni” di Ponte San Giovanni è iniziata la produzione delle mascherine chirurgiche: 30.000 pezzi alla settimana.
La visione dei soci non si limita alla sola produzione di mascherine infatti a breve tenteranno di realizzare una nuova mascherina ad altissimo grado di filtrazione comunemente denominata Ffp2. “Ma la cosa più importante – affermano i professionisti – è che grazie a questa produzione diverse aziende hanno potuto riprendere la loro attività lavorativa e quindi 30 persone non sono più in cassa integrazione”. Nel frattempo la società di ingegneria continua a collaborare con le università e con professionisti specializzati per ottenere tutte le certificazioni necessarie alla realizzazione di dispositivi medicali; è stato già programmato l’acquisto di macchinari prodotti in Cina, e si sta progettando un taglio laser idoneo per la produzione di protezioni facciali schermo frontale oltre a camici monouso a basso costo.
Gli ingegneri Alessandro Lini e Antonio Picardi a breve doneranno una parte della loro produzione in beneficenza (di concerto con la Caritas o Protezione civile locale); nel frattempo fanno omaggio di una mascherina agli abbonati della Gazzetta. Grazie; grazie soprattutto per aver messo competenza e ingegno al servizio della collettività e per aver aderito con generosità ed entusiasmo alla proposta della Gazzetta di Foligno.
STEFANIA FILIPPONI