Sport e Coronavirus, i consigli del dottor Giovanni Boni
Il dottor Giovanni Boni, specialista in Medicina dello Sport e medico di grandi atleti professionisti, spiega alla Gazzetta di Foligno come mantenere una vita attiva e buone difese immunitarie praticando sport in casa. Off limits l’attività all’aria aperta; ecco perché.
Oramai i dibattiti social sull’argomento non si contano più: il bisogno di lanciarsi in attività sportive di questi tempi sembra dilagante. Ma come occorre comportarsi? Quali consigli dare a sportivi veterani o persone che per la prima volta sentono il bisogno di avere una vita più attiva? Come interpretare l’ultimo DPCM che parla di attività fisica non più in parchi e aree verdi della città ma “individualmente” e “in prossimità della propria abitazione”? Sull’opportunità e i modi di fare sport durante le restrizioni anti Coronavirus abbiamo intervistato il dottor Giovanni Boni, medico folignate specialista in Medicina dello Sport
Sport e Coronavirus: si o no? Qual è la sua opinione?
Il punto di vista della Federazione medico sportiva italiana è arrivato dal nostro direttore Maurizio Casasco, che in un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato chiaramente come l’attività sportiva all’aperto sia oggi un rischio. Il ministro per lo Sport Spadafora questo concetto lo ha rafforzato: un eccesso di sport in questo momento può essere un pericolo, sia per noi che per le persone che ci stanno intorno.
Se il nostro presidente del Consiglio Conte è stato più morbido, affermando che si può fare attività fisica nel raggio di qualche metro da casa, noi sappiamo che bisognerebbe stare in casa in questo momento.
Dunque: fare sport ma farlo dentro casa, anche se non abbiamo un giardino o un terrazzo. Con rulli e bicicletta, tapis roulant o una corda, per poter fare attività sportiva dove non incontriamo gli altri. Perché fare stretching sulla panchina o incrociare persone al parco con le quali colloquiare in questo momento non è consigliato. Rimaniamo il più possibile in casa. Questo è un appello fatto con tutto il cuore. Stiamo in casa e facciamo attività sportiva in modo alternativo.
A Foligno che situazione si può osservare?
Mi chiamano in tanti. Mi telefonano molte società sportive e mi dicono di dare indicazioni precise su quello che bisogna fare. I folignati – con una piccola percentuale di persone che non hanno rispettato le indicazioni – nella stragrande maggioranza sono molto molto educati, con un grandissimo senso civico. C’è ancora chi va a correre fuori o ad allenarsi con la bicicletta. Ma sono persone in minor numero. La maggioranza ha recepito il messaggio, dimostrando grande senso civico. A chi mi chiama do queste indicazioni: fare attività sportiva seguendo le indicazioni di siti specializzati. Certo: la maggior parte delle persone è colta in questo senso, soprattutto a Foligno, dove da alcuni anni è stato intrapreso un percorso di educazione all’attività fisica con le varie società sportive di atletica, ciclismo, pallavolo, pallacanestro. Quindi i ragazzi sanno come comportarsi in casa. E’ dura ma questo è il messaggio
Adesso persone che magari prima non praticavano attività fisica oggi ne sentono il bisogno. Le capita di osservare questo fenomeno?
Sì, è vero, ed è un’ottima occasione per iniziare anche con esercizi semplici di muscolazione, fatti in casa a corpo libero: magari per un anziano possono essere l’inizio, e una volta terminata l’emergenza potranno essere portati avanti in maniera più significativa. Abbiamo un’immunità innata, però sappiamo che è più efficace in alcune persone piuttosto che in altre. Le difese immunitarie, soprattutto i linfociti T e B, si organizzano in poco tempo e ci aiutano a combattere le malattie. Ma è bene stimolarle.
Dunque che consigli da a chi volesse praticare sport in casa?
L’eccesso di sport riduce la difesa immunitaria. Quindi fare un’ora e mezzo o due di allenamento ad alta intensità può esporre la persona ad infezione nei giorni successivi. Nell’attività domestica questo rischio non c’è: non abbiate paura di muovervi 7 giorni su 7 per almeno mezz’ora. Consiglio di fare 30 minuti di attività fisica, moderata e prolungata.
Per esempio salire e scendere un gradino; i bambini possono fare la corda, si può fare mezz’ora di cyclette o tapis roulant, altrimenti è possibile passeggiare avanti e indietro, o intorno al tavolo, mentre si guarda la televisione; mezz’ora al mattino e poi ancora al pomeriggio. Anche questo esercizio quotidiano aumenta il numero delle cellule immunitarie.
Oltre a questo è importante associare 3, 4 porzioni di frutta e verdura al giorno, assumere integratori di vitamina D e C, assolutamente non fumare in questo momento. E poi telefonare agli amici e provare a ridere! Forse è cinico quello che dico, ma le difese immunitarie e l’umore vanno di pari passo. Chiamate un amico e trasmettetegli positività, fategli sapere che una volta finito tutto questo potrete andare al mare, sulla spiaggia; tirare su l’umore delle persone significa aumentare il loro livello di difese immunitarie anche per mezz’ora, un’ora, quindi questo messaggio è importantissimo.
Ultima cosa: dormire. Anche un’ora in più. Regolando gli orari di sonno e di veglia. In questi giorni nonostante i bambini non debbano andare a scuola non è bene farli andare a letto tardissimo per poi farli svegliare in tarda mattinata.Il mio consiglio è di andare a dormire entro le 22.30 – 23.00 e di svegliarsi alle 8.30 – 9.00: dormire in più significa accumulare (e potenziare) le difese immunitarie contro ogni malattia (e contro questa malattia in particolare).
Voi medici sportivi state dando un supporto importante alla rete sanitaria nazionale. In cosa consiste il vostro lavoro?
Abbiamo ambulatori che possono sopperire alle richieste che in questo momento andrebbero a gravare al Pronto Soccorso. Faccio l’esempio degli ipertesi, di pazienti con traumi muscolo-scheletrici, che non possono muoversi; penso alle crisi di palpitazioni, alle aritmie cardiache più o meno serie; ai pazienti in terapia che devono essere seguiti. Possiamo visitarli, colloquiare con i medici dell’ospedale online riducendo il rischio di infezioni.
Federica Menghinella