Cura Italia, l’analisi del decreto
Il dottore commercialista Giovanni Berti analizza per la Gazzetta di Foligno il decreto ‘Cura Italia’
Un nuovo contenuto per il nostro aggiornamento quotidiano con informazioni utili a fronteggiare l’emergenza Coronavirus. #Folignononsiarrende
#GazzettaperFoligno
Ci si aspettava un’azione forte del Governo, che magari scioccasse il sistema, con agevolazioni ad ampio raggio per le imprese e professionisti ed invece è stato prodotto un Decreto, “Cura Italia”, che chiede alle categorie produttive di fare un intenso sforzo per sorreggersi e sorreggere l’Italia stessa.
Le norme, lette in bozza – in attesa di conferma del testo definitivo- ad una prima sommaria lettura, si presentano insufficienti e scoordinate, alcune anche di difficile attuazione operativa.
In attesa degli opportuni approfondimenti si formulano alcune osservazioni.
Si accoglie positivamente l’introduzione della cassa integrazione in deroga per tutte le aziende, anche quelle con meno di 5 dipendenti, il rafforzamento del Fondo Integrazione Salariale e della cassa integrazione Ordinaria.
Attenzione però, nei prossimi due mesi è vietato licenziare.
Sconcertante la scelta per ragioni di gettito di posticipare la sola scadenza del 16.03.2020 al 20.03.2020 per le aziende con ricavi 2019 superiori a 2 milioni di euro e che non rientrano nella lista dei settori di attività dan- neggiati dal Covid-19 e dettagliati nel decreto. Tutte le altre aziende sono chiamate alla cassa il 31.05.2020 in un’unica soluzione o 5 rate.
Tutti i settori sono in crisi in particolare gli artigiani, i professionisti e tutte le attività commerciali. Una sospensione di pochi mesi non è di aiuto a nes- suno, nemmeno a livello psicologico.
Qualche attenzione in più per i lavoratori dipendenti, come i congedi per i genitori che hanno figli sotto i 12 anni validi dal 5 marzo e che prevedono una retribuzione del 50%. In alternativa ai congedi parentali, i genitori lavoratori dipendenti con figli sotto i 12 anni potranno richiedere i voucher baby-sitter di 600€, innalzato a 1.000 per medici ed infermieri. Prorogati anche i pagamenti dei contributi Inps per il lavoro domestico all’11.06.2020.
Prevista la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è in difficoltà, estesa anche agli autonomi purché autocertifichino di aver perso, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020, oltre il 33% del proprio fatturato rispetto all’ultimo trimestre 2019. Accanto all’emergenza sanitaria di questi giorni sta crescendo un’altra emergenza, quella economico finanziaria. Tutti la percepiscono, tutti ne parlano. Ma il decreto che è stato varato non è all’altezza della situazione.
Forse la domanda di domani sarà: una crisi economica fa più o meno vittime di una pandemia?
Giovanni Berti, Dottore Commercialista