ok - Raccontare l'Amore

Raccontare l’amore insegnando ai bambini

Sabina Antonelli, insegnante folignate, racconta (e dipinge) storie per i bambini. Una vocazione che l’ha resa autrice apprezzata in tutta Italia. Fa parte dell’associazione FulgineaMente (oggi presieduta da Ivana Donati) che da più di venti anni promuove il progetto di educazione alla lettura “Il vizio di leggere, come prenderlo a scuola”. Nell’intervista ci parla del suo ultimo libro ‘Le domande di Martino’ scelto dal Comune di Cerea, nel Veronese, che lo ha donato a 140 bambini delle seconde classi della scuola Primaria.

Come nasce questo libro?

Ho messo insieme due persone realmente esistite. Il primo si chiamava Biagio e faceva il contadino. Veniva in campagna ad aiutare mia madre quando avevo 14 anni ed era una persona meravigliosa. Aveva una cultura incredibile e aveva un rapporto con la natura intenso e profondo. Mi faceva vedere le piume e le tracce degli animali e spiegava: “Questa è del lupo, questa del cardellino…”.

Una figura di riferimento per la sua infanzia.

Si, è stato molto importante. Sentiva il vento che passava tra le foglie e diceva: “Domani pioverà”. Lo capiva dal rumore delle foglie. Conosceva le nuvole, sapeva tutto del bosco. Gli ho voluto tanto, tanto bene.

E l’altro personaggio, Martino?

Martino riunisce in sé le domande dei miei bambini. In particolare ho pensato ad uno di loro, cui ho insegnato tempo fa. Mi aveva molto colpito per il suo amore per le olive. Il nonno lo portava sempre a raccoglierle o a curare le piante d’olivo; ne era entusiasta.

Insieme danno vita ad una storia di amore fra generazioni.

Una storia che ha per protagonisti un bambino e il nonno. Martino chiede a Biagio: “Tu sei vecchio?”. “Sì, lo sono”. “Perché?”. “Perché ho tanti anni”. “E dove si prendono?”. Così cominciano a discutere: gli anni si prendono al supermercato? No! Alle Poste? No. A un concorso? Nemmeno. Nonno Biagio spiega che si prendono dall’albero della vita. “Si raccolgono come le olive, gli anni?” dice Martino. “Forse sì – risponde il nonno – perché come concimi e curi l’albero di olivo, così devi concimare il tuo albero della vita. Con le buone amicizie, le buone pratiche, la solidarietà, l’amore per gli altri…”.

Un libro molto profondo in cui si parla della morte e della memoria, oltre che della terra e della natura.

Sì. Perché Martino a un certo punto chiede: “Quando gli anni cadono a terra come le olive cosa succede? Cosa diventano le olive cadute? A chi perde tutti gli anni cosa accade?”. Muore, perché questa è la vita. Però gli anni caduti a terra diventano i ricordi di chi resta, e tiene nel proprio cuore la persona che è andata via. Martino chiede: “Nonno tu hai tanti ricordi?” e il nonno risponde: “Sì, ne ho tanti” e si mette a ricordare la sua mamma che si chiamava Maria, come sua figlia. Racconta di quando faceva il pane e di quando le raccoglieva dei fiori; si commuove, nonno Biagio, e allora Martino decide di abbracciarlo e l’abbraccio di Martino commuove a sua volta il cielo. Che è il primo protagonista della storia: con lui comincia il libro. Quando il cielo vede la commozione di Biagio e il grande amore di Martino per il nonno mette la sua mano in una tasca segreta della sua giacca di vento e… fa nevicare! Così Martino e Biagio si mettono a giocare e superano la commozione.

Oggi il rapporto nonni-bambini esiste ancora in questa forma?

Secondo me va guidato. È una cosa che va educata, come la felicità. Anche il rapporto con la natura va coltivato, motivo per cui ogni giorno con i bambini della materna ringraziamo mamma Terra. Con loro facciamo sempre esercizi di felicità: ci sdraiamo sul cortile della scuola e gli dico: “Fatevi entrare negli occhi l’azzurro del cielo e poi fatelo arrivare nel cuore”. Io stessa da bimba me ne stavo a guardare il cielo stesa ore e ore all’aeroporto. E tutti i miei libri parlano di cielo.

Ha trattato tanti temi in tanti libri diversi. Cosa la spinge a farlo?

Scrivo quando c’è una storia da raccontare. Perché non sono una scrittrice, faccio la maestra, è il mio lavoro. Ma non è un lavoro, è una passione. Ancora – dopo 30 anni – non vedo l’ora di andare a scuola e stare coi bambini.

Un libro che parla anche dell’unicità di certi legami.

E del tramandarsi le storie che riguardano la vita dei nonni, perché siamo fatti della vita di tutti quelli che abbiamo alle nostre spalle, che siano nonni o sconosciuti. Non nasciamo nudi, nel cuore abbiamo la vita di chi è vissuto prima di noi.

FEDERICA MENGHINELLA

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