Il Grifone vola a Foligno. E Perugia rosica
Chissà se l’Augusta Perusia in questi giorni ‘rosica’ perché all’aeroporto di Foligno c’è un gran movimento di velivoli? Sicuramente, visto che l’operazione internazionale Grifone si svolge sotto le ali del Falco! Già, perché Perugia, il capoluogo di regione, non ha mai potuto vedere di buon occhio l’aeroporto di Foligno, città che vanta tradizioni aeronautiche sin dalla metà dell’Ottocento con le macchine volanti di don Abdon Menecali, tuderte, definito il prete volante che, prima ancora dei fratelli Wright, fu uno dei pionieri della moderna aeronautica. Ma la storia del nostro aeroporto la si può leggere in un meraviglioso libro del collega Lanfranco Cesari. Torniamo ai giorni nostri e a questa settimana che vede animato il nostro aeroscalo con uomini e donne delle forze armate italiane, spagnole, austriache, francesi, osservatori internazionali, e con tutti i corpi di soccorso della Penisola. Un’operazione che pone Foligno nella sua collocazione strategica reale: il centro del mondo. “Un aeroporto bellissimo, una città accogliente”. Questi sono i commenti degli attori principali di questo evento che hanno già detto che ritorneranno con le famiglie a visitare le nostre bellezze. “Ieri sera – ha confessato un ufficiale pilota – siamo stati a cena in una taverna della Quintana… quella della… Stanga…”. Contrastanga, correggiamo. “Sì questa, questa, siamo stati benissimo”. Torniamo però all’aeroporto che potrebbe essere un veicolo di sviluppo economico e turistico per la nostra città e per tutta la regione. La storia dell’aeroporto, se ci ha consegnato momenti di gloria, con l’Aeronautica Umbra Macchi che costruiva qui il famoso Gobbo Maledetto, l’Sm 79 Sparviero, ci ha anche fatto vivere momenti drammatici come il primo dirottamento aereo della storia dell’aeronautica mondiale. Fu nel 1952, racconta Cesari, quando un aereo di linea Zagabria-Pola della Jugoslavia con 27 passeggeri e 4 membri di equipaggio venne fatto atterrare a Foligno da tre operai che volevano scappare dal regime di Tito. E ancora nel 2003 Foligno divenne teatro tattico per le truppe italiane impegnate all’estero. Ci furono diversi atterraggi e decolli degli Hercules C130J utilizzati in Afghanistan. Poi nel 2008 ci si illuse per la base del servizio nazionale antincendio della protezione civile. Si inaugurò il tutto ma poi non ci fu seguito. Questo perché poteva far ombra a Perugia che di recente si è presa anche la scuola di volo che era stata promessa a Foligno. Tutto già visto. Come avvenne negli anni settanta quando il ministero dei trasporti designò Foligno come aeroporto civile umbro. Non sia mai detto. La Regione rivoltò tutto e designò Sant’Egidio affossandoci fino ad ora centinaia di milioni di euro. Dei nostri. Però la vendetta c’è stata, questa volta il Grifone vola a Foligno. Certo è un gioco che dura una settimana per testare l’efficienza delle forze armate e altre associazioni di volontariato in caso di grande calamità. Ma sapeste come è bello vedere sul nostro cielo squadriglie di elicotteri e folignati con il naso all’insù. Anche a guardare i Grifi della Cattedrale che hanno il capo chino. Ma questa è un’altra storia.
ROBERTO DI MEO