Dov’era la Madre del Signore a Pasqua?
Sebbene nei Vangeli non si trovi alcun racconto dell’apparizione del Risorto a sua Madre, la devozione popolare ha sempre celebrato questo evento, chiamandolo “Rinchinata”. Come è possibile che Cristo sia apparso a tutti eccetto che a Maria, “Agnella senza macchia”, Madre dell’Agnello immolato? Dove era il mattino di Pasqua? Perché non ha accompagnato le “pie donne” alla tomba di Gesù per rianimare la loro speranza? Come mai, essendo stata affidata a Giovanni, non si è recata con lui al sepolcro? Dove era Maria la sera di Pasqua, quando il Signore entrò a porte chiuse nel luogo dove i discepoli si erano barricati “per timore dei Giudei” (Gv 20,19)? Dove era otto giorni dopo quando, sempre a porte chiuse, il Signore mostrò a Tommaso “i segni della Passione con i quali vive immortale”? Dove si era raccolta Maria in quello straordinario giorno dopo il sabato? Se è impossibile rispondere, si può tentare di immaginare quali siano stati i suoi pensieri. Forse, in quell’alba radiosa e splendida, avrà amplificato il Magnificat, custodendo e meditando nel suo cuore il primo annuncio della gioia pasquale. Forse, avrà pregato per gli apostoli, sopraffatti dalla rassegnazione, perché non si lasciassero vincere dal desiderio di volgersi indietro, di tornare a pescare, nel mare di Tiberiade, là dove Gesù li aveva tratti all’amo (cf. Gv 21,3).
La Vergine non compare nei racconti della Risurrezione di Cristo, ma la sua presenza viene registrata nella narrazione della morte di Gesù, dove è ritratta all’ombra della Croce (cf. Gv 19,25), e nella “grande sala al piano superiore”, in mezzo ai discepoli riuniti in preghiera, in attesa del dono dello Spirito santo (cf. At 1,14). Quella di Maria è, dunque, un’assenza giustificata. Ella non si è tirata indietro nell’ora della Croce, che ha registrato, invece, l’assenza ingiustificata dei discepoli. La sua assenza il mattino di Pasqua dipende essenzialmente dal fatto che Lei, “protagonista umile e discreta dei primi passi della Comunità apostolica”, ha inaugurato, in profondo silenzio, la sua missione materna di intercessione e di grazia. Il Cuore immacolato di Maria, passando attraverso l’esperienza di morte e risurrezione del Figlio suo, è diventato una sorgente di speranza, una “fontana di luce”. Tutte le prerogative della Madre di Dio derivano dalla sua partecipazione alla Pasqua di Gesù, che ha imposto alla morte un limite invalicabile.
Maria, “unica lampada accesa al sepolcro di Gesù”, ha svegliato l’aurora del Sole di Pasqua. “Mirabilmente unita al mistero della redenzione”, ha preceduto non solo l’alba di quello straordinario giorno “fatto dal Signore”, ma anche la meravigliosa sorte della Chiesa, risplendendo come “segno di consolazione e di sicura speranza”. Ce lo assicura il “segno grandioso” dell’Apocalisse, “una donna vestita di sole” (cf. 12,1-6), in cui la tradizione ha visto un’immagine della Chiesa, della quale la Madre di Dio “ha segnato gli inizi”. Non sappiamo dove fosse Maria il giorno di Pasqua, ma la fede ci assicura che il Figlio suo l’ha rapita in cielo.
MONS. GUALTIERO SIGISMONDI