Continente o comunità? Ad Assisi il futuro dell’Europa
“Oggi ci fanno vedere il bicchiere solo mezzo vuoto perché la politica è scomparsa dall’Europa. È l’Europa, però, con i suoi tremila anni di storia, la nostra identità”. Ha aperto così il suo intervento il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, nel dibattito sul tema “Europa continente o comunità” che giovedì 28 marzo si è svolto presso l’Istituto Serafico di Assisi per la Scuola Socio-Politica promossa con la collaborazione dell’Istituto Toniolo. Il futuro dell’Europa resta ancora incerto, l’economia e la politica devono guardare avanti, ma senza rinunciare alla propria identità storica e culturale di cui, invece, bisogna diventare sempre più consapevoli, nonostante le possibili contraddizioni. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, protagonista anche lei del dibattito, è intervenuta, infatti, dichiarando: “Non basta dirsi europeisti per contrastare gli euroscettici; rappresentiamo famiglie europee contrapposte, ma abbiamo un obiettivo comune, difendere le istituzioni politiche e ridare vigore alla forza sociale dell’Europa”. Tradizione, storia, valori, quindi, al centro del confronto, senza dimenticare la questione del debito pubblico, della “Via della Seta” e del futuro dell’Europa dopo le elezioni del prossimo 26 maggio. Ha affermato il presidente Tajani: “L’Europa resta oggi l’unico continente senza pena di morte perché conserva al centro la persona, i diritti umani e il valore dei lavoratori”. Ed è l’Europa a dover tutelare, proprio per la sua storia, i suoi Paesi nel modo migliore, senza tuttavia dover pensare a una supremazia europea mondiale: “Dove non arriva lo Stato – ha proseguito, infatti, Tajani – lì deve intervenire l’Europa. C’è bisogno di rafforzare le istituzioni e consolidarne la fiducia se si vogliono affrontare le nuove sfide della globalizzazione”. Il debito pubblico, infatti, è un problema economico non solo dell’Italia, ma di tutti gli italiani e bisogna favorire il rigore e la crescita del Paese. A proposito della “Via della Seta”, ha dichiarato il presidente del Parlamento Europeo: “Il mercato è la fonte del benessere che va ridistribuito a quante più persone possibili. L’Italia, però, non può farcela da sola, doveva coinvolgere l’Europa. Non si può vendere così il potere ai cinesi, dobbiamo imparare dall’esperienza francese che ha esportato il commercio degli Airbus in Oriente. Le sfide globali non sono affrontabili singolarmente, la competizione è sempre più aggressiva e c’è bisogno di una protezione europea”. E il parere è stato confermato da Catiuscia Marini: “È un errore aver escluso l’Europa dal commercio con la Cina: non bisogna chiudersi, ma darsi delle regole e degli accordi condivisibili per alzare gli standard comuni”. E anche sul futuro dell’Europa dopo il 26 maggio, quando si ridiscuterà la presidenza dell’Unione Europea dopo l’esperienza della locomotiva franco-tedesca, gli animi sono concordi: “È la prima volta che l’Europa è su posizioni diverse da quelle dei Paesi fondatori, ma non ci sono i numeri per fare cambiamenti importanti” – ha dichiarato Tajani. E continua: “Il risultato italiano è parte di un risultato più ampio. Ci saranno nuovi sovranisti, ma non cambierà nulla”.
ANNAMARIA BARTOLINI