APPENNINO FOLIGNATE: TESORO DA SCOPRIRE E VALORIZZARE
Il futuro di Foligno passa anche e soprattutto attraverso il futuro della sua montagna, in questi ultimi anni al centro di processi cruciali. Dapprima la ricostruzione post sismica del 1997, poi l’apertura della strada statale 77 della Val di Chienti nel 2016 hanno profondamente modificato il tessuto sociale, infrastrutturale ed economico dell’appennino folignate. Dopo la distruzione e lo spopolamento, la ricostruzione e una nuova importante arteria stradale verso l’Adriatico. Un momento di grande potenzialità e grandi opportunità da cogliere mettendo a sistema paesi, comunità e risorse.
Una sfida che sembra difficile ma non impossibile e che riunisce associazioni, enti e cittadini.
L’APPENNINO FOLIGNATE: UNO SCRIGNO DI TESORI
Fra le cause di un rinnovato orgoglio montanaro va annoverato il ‘fenomeno Rasiglia’: il paese delle acque ha conquistato una progressiva ribalta mediatica nazionale e internazionale attirando ogni fine settimana visitatori da tutta Italia, pur in mancanza di servizi adeguati. In effetti molte comunità locali hanno intrapreso opere autonome di valorizzazione, attraverso la rivitalizzazione di antiche tradizioni e feste paesane, sul web e con iniziative come la mappatura di percorsi escursionistici. A Casale, grazie all’aiuto del CAI, l’associazione locale ‘Amici di Casale’ traccerà tre nuovi percorsi: due sul Monte Serrone e uno che collegherà il paese alla sorgente di Sassovivo. C’è poi il caso di Capodacqua, che ha recentemente inaugurato il proprio portale (vivicapodacqua.org) per valorizzare la storia e le iniziative locali. A Sassovivo oltre all’Abbazia benedettina protetta dall’Unesco anche le Sorgenti sono state oggetto di una lodevole iniziativa di recupero, tornando a essere un luogo-simbolo del territorio. Senza dimenticare Colfiorito, area di pregio naturalistico con il suo Parco e la palude che, come i vicini Col Falcone, Piani di Annifo e Arvello, Piano di Ricciano, Selva di Cupigliolo e Sasso di Pale, costituiscono un sito di importanza comunitaria (SIC). Se dovessimo elencare le ricchezze e le storie di Cancelli, Belfiore, Casenove, Collelungo, Leggiana, Morro, Pale, Pieve Fanonica, Pisenti, San Bartolomeo, Scopoli, Sostino, Tesina, Verchiano, Volperino davvero non finiremmo mai. Di certo però non basta andare ciascuno per la propria strada, nella speranza di attirare turisti e visitatori: da qui la necessità di valorizzare questa ‘costellazione’ di borghi attraverso l’avvio di un percorso fra associazioni locali ed Enti pubblici.
SUPERARE I PARTICOLARISMI
Dallo scorso settembre diversi rappresentanti dell’associazionismo locale si sono riuniti in più riprese a Scopoli per creare un “coordinamento della montagna”. Il particolarismo, la diffidenza, il timore da parte di realtà più piccole d’essere fagocitate dalle maggiori e il rischio della ‘supremazia’ esercitata da queste ultime nei processi decisionali costituiscono – a detta di molti – i concreti ostacoli alla riuscita del progetto di un sistema integrato di promozione e di una “identità comune”. Questo processo avrà certamente bisogno di un forte coordinamento istituzionale fino a diventare marchio, circuito, meta turistica organizzata.
LA MONTAGNA IN RETE
A ‘mettere in rete’ – ma solo virtualmente! – i paesi dell’appennino folignate ci aveva già pensato la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno grazie al brillante progetto ‘Guida 77’: un portale web promosso d’intesa con l’Amministrazione Comunale. L’obiettivo? “Fornire ai turisti un mezzo informativo agile che proponga attrattori naturalistici, culturali, storico-artistici ma anche strutture alberghiere, eccellenze agro-alimentari e servizi”. Il sito ospita in forma digitale le mappe con i percorsi di collegamento fra luoghi e frazioni della montagna, molte delle quali tratte dalla Carta dei Sentieri edita dal parco di Colfiorito. Un’iniziativa meritoria e ancor più importante quando l’intero paesaggio montano sarà effettivamente pronto a comunicarsi come unica meta turistica.
SVILUPPO RURALE: SUL PIATTO QUASI TRE MILIONI DI EURO
Per costruire un ‘sistema’ serve una buona offerta di servizi ed infrastrutture: su questo sta lavorando da tempo il Comune di Foligno, con diversi bandi dedicati alla sua montagna.
Il primo (Misura 762 PSR regione Umbria) riguarda il progetto “Parco urbano diffuso tra città e montagna” con un finanziamento di un milione e novecento mila euro. Tra gli interventi quello sul parco Flaminio area INA CASA e sulla attigua zona sportiva. A Sassovivo è prevista la riqualificazione dell’area parcheggio e sosta con tavoli, sedute, panche e pannelli informativi. Sarà inoltre sistemata la piccola area verde di Uppello a ridosso del parcheggio con panchine e tavoli. Per il Parco fluviale Hoffmann in arrivo barriere acustiche fonoassorbenti, nuove piantumazioni e un percorso attrezzato per il fitness, oltre alla realizzazione di un bosco urbano. Anche gli orti Jacobilli saranno coinvolti con la creazione di un “giardino fenologico” con piante spontanee e autoctone a bassa manutenzione. In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali si studieranno gli effetti del clima per un progetto di educazione ambientale e tutela della biodiversità; previsto anche il recupero delle mura di cinta degli Orti. La serie di interventi prevede (trattandosi di fascia periurbana) anche la riqualificazione del parcheggio dello stadio Enzo Blasone con barriere di verde, arredo urbano, ricarica per bici elettriche e 8 spot wifi.
Il secondo progetto riguarda lo “Sviluppo della zona Altolina e aree confinanti”. Ammonta a 490.000 euro la promessa di finanziamento che sarà confermata alla presentazione del progetto esecutivo. Prevista a Pale la valorizzazione di un edificio di proprietà comunale, il recupero della sentieristica locale, la realizzazione di due belvedere attrezzati per la sosta: uno in prossimità di Villa Elisei (tra paese e cascate) e l’altro su un grande terreno nei pressi dell’aula verde, con giardino e giochi per bambini. Ipotizzata anche la realizzazione di un parcheggio e bagni pubblici. Insieme al Comune di Foligno hanno collaborato a questo progetto diversi enti e associazioni: le Comunanze agrarie di Belfiore, Scopoli e Pale; CAI; FIE; LIPU; Legambiente; l’Associazione Amici dell’Abbazia di Sassovivo ma anche il Laboratorio di Scienze Sperimentali, che ha proposto la costruzione di un piccolo giardino sensoriale e un percorso per rendere accessibili in sicurezza anche ai disabili le cascate di Pale.
Altri tre i progetti provenienti da bandi G.A.L Valle Umbra e Sibillini: i primi due si sono chiusi lo scorso luglio e si trovano in fase istruttoria. Nel primo riguardante la “Sistemazione di itinerari turistici e il rinnovamento delle infrastrutture” rientrano: il progetto della Comunanza agraria di Pale per la realizzazione di una strada ferrata per 121 mila euro; il “Piano Colfiorito Capodacqua” per la qualificazione turistica e sentieristica della zona per 128.000 €. Inoltre a Rasiglia l’area dal paese fino al Santuario della Madonna delle Grazie sarà interessata dalla creazione di parcheggi e da una riqualificazione generale per migliorare la fruibilità del paese, preso d’assalto da migliaia di turisti ogni fine settimana. La misura mette a disposizione 100.000 €. Altro bando G.A.L quello finalizzato alla “Creazione di servizi culturali e sociali” per cui il Comune ha proposto la riqualificazione del secentesco palazzo storico di Capodacqua (ex scuola) per 66.000 €; l’Officina della memoria ha invece presentato un altro progetto per 100.000 € destinato alle ex Casermette di Colfiorito. C’è poi un ulteriore terzo bando dedicato al territorio e alle aree rurali che scadrà ad aprile e che metterà a disposizione altri 800.000€, incrementabili nel caso in cui vengano proposti progetti meritevoli di approvazione.
DA ‘COSTELLAZIONE’ A CONSORZIO TURISTICO
Ad agosto 2016 l’assessore Giovanni Patriarchi intervenne su queste pagine con un articolo intitolato “La montagna è viva, viva la montagna” parlando della nuova SS77 e del territorio collinare e montano come di “un’opportunità per avviare azioni di sviluppo sostenibile e valorizzazione”. Patriarchi evidenziava come fossero due gli aspetti fondamentali: “l’integrazione tra settori ed ambiti territoriali e la condivisione con gli attori del territorio”. Il processo è iniziato: tocca ora a istituzioni e attori locali darvi seguito. Magari con uno sguardo alle felici esperienze di altre regioni italiane. Per essere capaci di offrire, in futuro, un’esperienza di valore in grado di superare l’attuale “mordi e fuggi” del turismo domenicale.
FEDERICA MENGHINELLA