Sansone e la sua scommessa: più basket a Foligno
Puntare sui giovani e far crescere la cultura del basket in città, riunendo diverse realtà e aumentando il numero dei ragazzi che frequentano le palestre. Nella speranza che aumentino anche i tifosi della prima squadra: questi i principali obiettivi dichiarati dal mister del Basket Foligno Andrea Sansone.
Salve Mister, si presenti ai i nostri lettori che non la conoscono e ci racconti qualcosa della sua carriera.
Sono Andrea Sansone, nato a Foligno… anche se con il basket ho girato un po’. Ho iniziato a Foligno e Spello quando ero molto giovane, poi ho allenato nel progetto Basket Academy di Ponte San Giovanni per oltre dieci anni e in altre realtà come Deruta e Cannara. Nel 2012, l’anno dopo il fallimento del Basket Foligno, sono stato chiamato dai dirigenti dell’allora UBS per rimettere in piedi la situazione. Questo è il settimo anno che sono qui. Prima ero responsabile tecnico dei gruppi giovanili, oggi mi occupo della Prima Squadra.
Com’è nata la passione per il basket che poi l’ha portata a diventare allenatore?
È una passione nata quando ero ragazzo. Ho giocato a livelli modesti, anche a Foligno, fino a quando ho fatto l’Università. Sono diventato allenatore perché mi piace questo sport e volevo approfondirlo, visto che da giocatore le mie qualità erano ben limitate… Mi è sempre piaciuto trasmettere la passione ai ragazzi più grandi e da qua è stato un crescendo fino a diventare una professione. Prima era solo la sera quando staccavo dal lavoro, poi ho lasciato il lavoro per seguire questa passione… speriamo sia la scelta giusta.
Passiamo al campo… pardon, al parquet di gioco: che impatto ha avuto la sua squadra sul campionato di Serie C Gold?
È un campionato tosto, la qualità delle squadre è molto alta e ci aspettavamo che sarebbe stato difficile. Abbiamo iniziato bene: col Chieti in casa alla prima abbiamo fatto una grande prestazione, forse inaspettatamente. Già nella partita sospesa con la Sambenedettese però siamo stati in difficoltà a lungo, salvo poi recuperare nei minuti precedenti il blackout. Con il Valdiceppo invece abbiamo capito che per vincere, rispetto agli anni passati, bisogna essere sempre al top.
La stagione scorsa è stata entusiasmante e avete sfiorato la Serie B: c’è un po’ di rammarico per questo traguardo mancato?
Il rammarico c’è, però non eravamo nemmeno favoriti e abbiamo vinto la Serie C Silver contro un avversario storico, riempendo il Palazzetto e facendo parlare tutta la città di noi… Siamo arrivati agli spareggi di Ferentino, ma eravamo un gradino dietro alle altre squadre. Sul momento eravamo tutti dispiaciuti, ma va bene così: 6 anni fa siamo partiti dal niente e arrivare in Serie B sarebbe stato un passo bellissimo ma anche molto impegnativo. Ci deve essere una struttura solida, sennò è una cosa effimera.
Quali sono i nomi dei giocatori della sua squadra che i nostri lettori devono appuntarsi?
Di sicuro i giocatori folignati storici ai quali tutti sono più affezionati: il capitano Mariotti, Giacomo Tosti, Leonardo Marchionni e Giacomo Marani. Da loro ci aspettiamo cuore e qualità. Poi ci sono Rath e Anastasi che sono arrivati l’anno scorso: da loro passa una buona fetta di risultato…soprattutto da Rath, il nostro playmaker, che se sta bene fa girare la squadra come si deve. Questa estate, per la prima volta nella nostra storia, abbiamo preso degli stranieri visto che da regolamento non possono giocare in Serie B e quindi molti vengono in Serie C Gold. Camacho, Nikoci e Sakinis sono giovani in gamba e hanno ripagato le aspettative. Meglio loro che un top del mercato viziato che a questo livello metterebbe in difficoltà la squadra. Ci sono anche dei giovani che si stanno facendo strada come Filippo Tosti, Luca Guerrini, Gabriele Silvestri e Federico Pambuffetti.
L’anno scorso avete letteralmente riempito il Palapaternesi. Ricordo che anche gli ultras del Foligno Calcio vennero a sostenervi. Come mai il basket attira così tanto pubblico?
Perché è la cosa più bella del mondo! Ma questa risposta non vale per tutti… Quando una squadra si gioca una finale attira sempre gente. L’anno scorso poi abbiamo vinto all’ultima gara con Perugia dopo aver perso l’anno prima sempre con loro. La rivalità esiste e quindi i tifosi di calcio e degli altri sport vengono a gustarsela. Anche appassionati di basket di altre città sono venuti perché la finale con Perugia è stato il momento più alto a livello regionale. Abbiamo riacceso una tradizione che a Foligno c’era dagli anni della Serie B e C1.
Come funziona il vostro settore giovanile e cosa consiglia ai giovani cestisti che sognano una carriera nella pallacanestro?
Quest’anno abbiamo investito tantissimo nel settore giovanile riunendo le realtà del minibasket Falcons di Antonio Savoia e la Basket Saphira di Milena Zugarini e Pino Lagioia per le squadre Under 16 e 18. Abbiamo anche chiamato Paolo Pierotti di Gubbio, ex Foligno, che allena il settore giovanile. Consigli? Li dò ogni giorno ai ragazzi… l’unico è trovare la passione: non devono mollare, ma lottare contro i propri limiti e le sconfitte.
Che obiettivo si pone la UBS Foligno?
Avere una Prima Squadra competitiva che attiri gente al Palazzetto e i ragazzi a questo sport. Non so bene a cosa possiamo puntare: scopriremo strada facendo se possiamo arrivare ai playoff o pensare a salvarci. La società, invece, vuole unire le realtà, aumentare i ragazzi nelle palestre e fare in modo che la pallacanestro a Foligno continui più forte che mai. Soffriamo molto il problema delle palestre e penso che si potrebbe fare qualcosa in più per mettere a disposizione un posto solo per il basket.
Vuole fare un saluto o un invito ai tifosi di basket che leggono la Gazzetta?
Li invito a seguirci e a darci supporto in questo campionato complicato. I ragazzi della Prima Squadra sono giovani, si allenano quattro volte a settimana, fanno due volte la seduta pesi, poi la partita…e non per i soldi. Sono ragazzi normali, molti della nostra città, che vanno incitati perché stanno provando con coraggio a fare un’impresa.
GABRIELE GRIMALDI