Maestri di sushi a Foligno e peracottari a Roma
Organizziamo eventi per celebrare vini e cibi del mondo, sotto forma di sushi giapponese (come si mangia a Foligno nemmeno a Kyoto), di pietanze indiane, di paella, di asado argentino, hot dog a stelle e strisce, grigliate bavaresi, ghiottonerie svedesi, norvegesi, islandesi, senza accorgerci che c’è del marcio in Danimarca, come ammoniva Marcello nell’Amleto di Shakespeare (I, IV, 90). Mentre noi folignati celebriamo la nostra centralità enogastronomica nell’Ecumene tornano attuali certe tragedie, se è vero che lassù a Perugia qualcuno trama per esiliarci dal mondo. Lo fa congetturando una deviazione dell’attuale tracciato della linea Orte-Falconara prevedendo un’inedita, utopistica e sciagurata infrastruttura da realizzarsi di sana pianta, che passi per Assisi, Bastia e Fossato di Vico. Considerata la penuria economica in cui versano le casse dello Stato rischiamo di fare i peracottari a Roma, perdendo anche il treno dell’opera strategica consistente nel raddoppio della preesistente tratta, già condivisa e suggellata nell’accordo quadro tra regioni e Ferrovie. Rischiamo che salti tutto perché da queste parti si chiede l’impossibile. “Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia” (Amleto: atto I, scena V).
GIOVANNI PICUTI
Ma finalmente leggo un commento di un lettore che rispecchia il mio pensiero. Qual è il senso di un collegamento veloce tra Perugia aeroporto e Roma? L’aeroporto non è stato ancora chiuso per grazia ricevuta; una volta che Perugia avesse un buon collegamento veloce (che è certo auspicabile) l’aeroporto non avrebbe assolutamente ragione di esistere.
Con tutta la comprensione possibile per chi vive in aree con infrastrutture carenti.