La grande e inimitabile musica della Premiata Forneria Marconi
Al termine di una performance che definire strepitosa è riduttivo, grazie ai buoni uffici con la Athanor Events (di Stefano Porri e Cristina Caldani, direttore di produzione Carlo Tomassini) incontro nei camerini del Teatro Lyrick di Assisi Franz “Renzo” Di Cioccio e Patrick Djivas, storici membri e fondatori della PFM, la Premiata Forneria Marconi.
Ragazzi, complimenti! Erano anni che non venivo a un vostro live e vi ho trovato in una forma incredibile. Il tempo si è fermato per voi!
Grazie per il “ragazzi” – dice ridendo Di Cioccio -; io ho settantadue anni e Patrick settantuno. Siamo così perché l’adrenalina che ci trasmette il nostro pubblico sconfigge l’età anagrafica. In più, noi aggrediamo, mordiamo la vita.
In un momento in cui lo scoramento sembra farla da padrone questo è un messaggio molto forte per i giovani.
Esatto. Mai mollare.
Tra una canzone e l’altra avete ripetutamente lanciato dei messaggi nemmeno troppo velati; uno su tutti è stato: “Siamo contro la schematizzazione in generi della musica. Va ascoltata tutta, condivisa, fatta arrivare al cuore affinché diventi un tatuaggio emozionale”.
Che è, infatti, il titolo del tour, Emotional Tattoos. La “classificazione”, in ogni forma e di ogni cosa o persona, è fuori dalla ragione. Non vado oltre – aggiunge Djivas -, noi facciamo musica, non politica.
Tuttavia avete fatto un richiamo a “chi si dovrebbe occupare di noi affinché metta le mani in tasca e tiri fuori l’etica”.
Al centro di tutto c’è l’uomo, il lavoro, la sua dignità e il diritto a essere felice – dice Di Cioccio – e non l’alta finanza e i potentati economici.
Ad Assisi, città del santo poverello, è un messaggio che rimbomba.
Non è un caso, sebbene lo ripetiamo spesso durante le nostre performance, che qui assuma una valenza ancora più importante.
Franz, sei abruzzese, di Pratola Peligna.
Dietro l’angolo. Siamo tutti una grande famiglia, abruzzesi, umbri e marchigiani. Ho chiesto io che il catering fosse a base di tipicità locali.
Conoscete le nostre zone al di fuori della vita musicale?
Molto bene – dicono entrambi -. Qui, nella patria dei santi, l’arte raggiunge vette altissime. La spiritualità e la religione, è innegabile, hanno ispirato il talento umano facendo sì che l’uomo si elevasse verso l’infinito. Avendo l’arte nel cuore, quella di questa terra non può che fare parte della nostra vita.
Il vostro rapporto con la religione?
Molto personale – dice Djivas – non istituzionale né standardizzato. Lo stesso vale per me – chiosa Di Cioccio -.
Patrick, Franz, grazie davvero di cuore per avermi dedicato qualche minuto del vostro tempo.
Siamo noi che ringraziamo te e tutti gli amici che sono venuti ad ascoltarci.
GIANLUCA PARADISO