Pallacanestro in carrozzina. Agonismo, divertimento e solidarietà
Prendete il Palazzetto dello Sport, piazzate due canestri, mettete cinque giocatori per squadra e lanciate un pallone in aria. ‘Quale sarebbe la novità? Lo sappiamo tutti che al Palapaternesi gioca la squadra di basket di Foligno. Come dici, non stiamo parlando di basket? Un po’ sì e un po’ no? E cosa ci sarà mai di tanto differente?’. Di diverso c’è ben poco, perché le regole sono simili e l’obiettivo finale è lo stesso, ma a renderlo tutto molto più bello è che sono dieci giocatori disabili a sfidarsi all’ultimo canestro. Nella Città Europea dello Sport sono tante le realtà sportive che stanno facendo parlare di sé sia a Foligno che fuori. Ma forse non tutti conoscono la meravigliosa squadra di Basket Disabili Foligno, ufficialmente denominata Polisportiva Foligno ASD Sportinsieme, che milita nel campionato nazionale di Serie B. Da dicembre ad oggi ha disputato nove partite affrontando squadre sparse per tutta Italia, dal Salento a Venezia passando per il Molise e la capitale Roma. Sabato scorso ha sfidato proprio i capitolini al Palasport, conquistando la terza vittoria stagionale. Prima che la sfida da quaranta minuti complessivi inizi, la squadra si riunisce attorno al suo allenatore-giocatore Angelo Loperfido per gli ultimi accorgimenti tattici e soprattutto per ascoltare le sue parole di incitamento. Si parte col grido, ad una sola voce, “noi siamo…Foligno!”, un urlo che fa rabbrividire la pelle a spettatori ed avversari per intensità e forza d’urto sonoro, dopodiché si comincia a fare sul serio. Qualcuno potrebbe pensare che i giocatori della pallacanestro in carrozzina facciano di tutto per evitare il gioco duro, ma si sbagliano di grosso. Giovani e meno giovani se le danno di ‘santa ragione’ fin dai primissimi minuti, perché qua non si guarda alla carta d’identità. Sul campo da gioco si affrontano sia ragazzi adolescenti che distinti signori di mezza età e nessuno si tira indietro se c’è bisogno di fare blocco per fermare un avversario o per contrastarlo direttamente. Quel che salta agli occhi è che ognuno va oltre le sue forze e i suoi limiti per cercare di riconquistare la palla più velocemente possibile e poi puntare al canestro avversario. Nessuno vuole perdere, tutti vogliono provare a vincere, mettendo in campo anche della ‘sana cattiveria’ agonistica. Nel Foligno è soprattutto il coach Loperfido a guidare i compagni, alternando toni più duri a dolci parole di incoraggiamento. La comunicazione, in alcuni frangenti della partita, è davvero importante. Può anche accadere che… scoppi una gomma della carrozzina. Niente panico, c’è chi ti viene a dare una mano per riportarti in panchina. La pallacanestro in carrozzina, infatti, è uno sport dove non esiste la parola “io”, perché da soli non si va da nessuna parte. Come potrebbe rialzarsi autonomamente un giocatore a cui manca una gamba e che finisce a terra con tutta la carrozzina se non ci fosse un braccio di un compagno o, perché no, di un avversario ad aiutarlo? Questo sport non sarebbe possibile nemmeno senza il supporto ed il sostegno delle famiglie. Madri, padri, mogli, mariti ed anche nonni non fanno mai mancare il loro appoggio ai giocatori. Per non parlare dei bambini che si rincorrono per gli spalti del Palapaternesi a suon di trombette da stadio. Alla fine poco importa del risultato. Il divertimento e la solidarietà vengono prima di tutto e al fischio finale tutti si abbracciano e si fanno i complimenti a vicenda. La prossima partita sarà ancora a Foligno, sabato 17 marzo alle 18 nella palestra della ‘Gentile’. C’è poco da dire: Il Basket Disabili Foligno è uno spettacolo… da non perdere!
GABRIELE GRIMALDI
Noi siamooo….Folignoooo
72….