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La meccanica fine a Foligno: una secolare tradizione di avanguardia (*)

La presenza della meccanica a Foligno è il risultato di complesse circostanze non fortuite che la Comunità ha saputo in un secolo circa di storia mettere a frutto e a fattor comune. La meccanica infatti riassume la costruzione dei saperi (teorici e pratici), risultato delle intuizioni politiche e della conseguente fatica di costruire eccellenti scuole tecniche, per le quali la Città divenne famosa nelle città e Regioni viciniori, i cui studenti divennero serbatoio di maestranze che consentirono lo sviluppo di esperienze di eccellenza nel settore. Tempo per tempo si concretizzarono esperienze aeronautiche di punta, le Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato e tante altre, apparentemente “disperse” ma che consentirono il crearsi di quel “brodo primordiale”, per usare una metafora scientifica, dal quale oggi traggono linfa le nostre imprese della meccanica di precisione, siano o no inserite nell’aerospaziale.

Foligno ha questa cultura nel suo DNA in maniera così profonda che le ha permesso di superare la crisi delle imprese di Stato e di riconvertirsi rapidamente, senza chiedere niente a nessuno, verso la produzione di altissimo valore tecnologico, oggi vanto dell’Italia tutta e non solo delle nostre piccole comunità. La presenza nel nostro territorio di primarie industrie di livello internazionale costituisce, insieme a quello dell’indotto, anch’esso dotato di spessore tecnologico primario, il vero distretto regionale dell’aerospaziale e della meccanica di precisione. Le nostre imprese del settore sono la punta di lancia della sfida che la nostra comunità accetta dal futuro, dominato da un mercato globale, che sussulti protezionistici non potranno fermare come le “mura” del tardo impero romano non lo salvaguardarono da vicende epocali.

Di fronte all’attivismo delle nostre imprese la Comunità deve interrogarsi, parafrasando J. F. Kennedy nel suo famoso discorso, su cosa noi possiamo fare per questa filiera di imprese e non quanto loro possano fare per noi.

Noi possiamo fare uno sforzo congiunto e consapevole per unificare le forze e difenderle costruendo un progetto integrato, multifattoriale che sviluppi una spirale positiva verso l’eccellenza di tutti gli attori di questo fenomeno. Intendo riferirmi al Sistema Scolastico superiore e non solo tecnico e ai suoi rapporti con l’Impresa, approfittando anche di quanto oggi consente l’ordinamento scolastico. Intendo riferirmi all’aggiornamento tecnico dei docenti in sinergia con le Imprese. Intendo riferirmi alla creazione del cosiddetto sistema delle “knowledge and innovation communities”, che già ha preso largo spazio negli USA e in Cina, e nel quale giocano un ruolo fondamentale le piccole e medie imprese di alta tecnologia, il sistema democratico che regge la comunità, il sistema formativo locale, il sistema di formazione superiore (l’Università). Questo Sistema delle Comunità è ammesso alla richiesta di ricchi fondi europei scarsamente frequentati dall’Italia. È sicuramente un progetto sfidante con tempi di realizzazione medio-lunghi. Ma può una Comunità restare indietro di fronte alla sfida che le Imprese le lanciano? E allora, come è di moda dire oggi… “in marcia!”, e qualcuno, come è detto in altra parte del giornale, ha già cominciato da tempo e oggi aggiunge un altro importante tassello.

(*) liberamente tratto e rielaborato dalla prefazione a mia firma al Calendario Artistico della Cassa di Risparmio del 2012, dedicato alla meccanica di precisione.

DENIO D’INGECCO

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